Con la nuova campagna #NoSelfieConSelvatici, l’Ente Nazionale Protezione Animali lancia un monito: i selfie con animali selvatici sono irresponsabili, possono costare la vita di un animale e possono costituire un reato
L’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) ha lanciato la campagna #NoSelfieConSelvatici per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi e sulle conseguenze negative legate ai selfie con animali selvatici.
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Questo comportamento non solo mette in pericolo la vita degli animali, costringendoli a situazioni innaturali e pericolose, ma costituisce anche un reato secondo l’articolo 544 ter del Codice Penale.
Un recente esempio è quello accaduto lo scorso agosto a Rimini, con protagonista un fenicottero debilitato, assediato dai bagnanti per una foto.
Le conseguenze dei selfie con animali selvatici
La campagna mira a puntualizzare che inseguire o alimentare gli animali selvatici per ottenere uno scatto può causare stress, disorientamento e comportamenti pericolosi per la loro sopravvivenza.
Esistono anche situazioni in cui gli animali, abituandosi al contatto umano, diventano vulnerabili a persone con cattive intenzioni.
Il fenomeno include un mercato illegale, in cui gli esemplari esotici vengono sfruttati per profitto turistico.
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L’ENPA invita tutti a riflettere sull’impatto che un semplice selfie può avere sulla vita degli animali selvatici, promuovendo il rispetto per la fauna. “Un selfie con un animale selvatico – commenta Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – può sembrare un ricordo divertente da condividere sui social media, ma dietro quella foto si nasconde una realtà molto diversa. Ogni volta che interferiamo con la vita di un animale selvatico, lo sottoponiamo a stress, dolore e maltrattamento e in molti casi, lo mettiamo a rischio la sua vita. Maltrattare o uccidere un animale è inaccettabile e gravissimo sempre ma lo è, ancora di più, quando viene fatto per puro scopo ludico. Abbiamo deciso di lanciare questa campagna, che svilupperemo nei prossimi mesi con contenuti e iniziative di vario tipo, perché l’informazione sulle conseguenze di queste azioni, che sono ormai purtroppo diventate quotidiane, sono ancora troppo carenti. Ammiriamo, contempliamo e fotografiamo gli animali a distanza, nel loro habitat naturale, senza disturbarli e senza interferire: questo è amore per la natura, non certo trattare gli animali come peluche da sfoggiare sui nostri profili social per avere più like sui nostri contenuti!”.
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La parola alla Legge
Scattare selfie con animali selvatici può essere considerato maltrattamento secondo l’articolo 544 ter del Codice Penale, specialmente se si rimuove l’animale dal suo habitat o lo si costringe a comportamenti innaturali. Le pene previste includono la reclusione da 3 a 18 mesi o multe tra i 5.000 e i 30.000 euro.
Se l’azione provoca la morte dell’animale, come nel caso delle stelle marine tolte dall’acqua, la pena viene raddoppiata.
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Il foraggiamento e il disturbo della fauna selvatica, inoltre, sono vietati dalla Legge nazionale 157 del 1992 e dalle Direttive europee, essendo tali animali considerati patrimonio indisponibile dello Stato.