Un team di ricercatori ha individuato 3.600 contaminanti nel corpo umano. Derivano soprattutto dagli imballaggi alimentari
Uno studio condotto dai ricercatori del Food Packaging Forum, pubblicato sul Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology, ha rivelato la presenza di 3.600 contaminanti nel corpo umano.
Provengono principalmente dalle confezioni alimentari e da materiali utilizzati durante la lavorazione, conservazione e cottura dei cibi.
Si tratta di sostanze in parte già considerate pericolose per la salute umana ma se ne evidenziano molte altre delle quali si sa ancora poco in merito ai potenziali effetti nocivi.
Lo studio sui contaminanti nel corpo umano
In totale, sono state analizzate 14.000 sostanze potenzialmente a contatto con gli alimenti. Il team di esperti ha esaminato dati provenienti da studi scientifici e da database di biomonitoraggio che tracciano la presenza di sostanze chimiche nei campioni di urina, sangue e latte materno, valutandone così presenza nel corpo umano.
Le aspettative erano di trovare solo alcune centinaia di contaminanti, ma i risultati dello studio hanno superato di gran lunga le previsioni. È stato individuato ben il 25% dei contaminanti finora rilevati nell’organismo umano.
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Commentando i risultati, Olwenn V. Martin dell’University College di Londra ha sottolineato come sia stato sorprendente scoprire l’elevato numero di sostanze a contatto con gli alimenti per cui esistono prove di esposizione umana.
L’urgenza di approfondire le ricerche
I dati mettono in luce l’urgenza di ulteriori ricerche sulla tossicità di queste sostanze e sulla necessità di regolamentarne l’uso negli imballaggi alimentari.
La coordinatrice dello studio, Jane Muncke ha puntualizzato: “Questo lavoro evidenzia il fatto che i materiali a contatto con gli alimenti non sono completamente sicuri, anche se possono essere conformi alle normative, perché trasferiscono sostanze note come pericolose per le persone. Vorremmo che questa nuova base di prove venisse utilizzata per migliorare la sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti, sia in termini di normative che nello sviluppo di alternative più sicure”.
[Cover Image – Foto di Dan Burton su Unsplash]