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Ambiente urbano, male la qualità dell’aria bene il fotovoltaico

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Ambiente urbano, male la qualità dell’aria bene il fotovoltaico ultima modifica: 2024-09-23T05:04:43+02:00 da Marco Grilli
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Ambiente urbano, nel report Istat riferito all’anno 2022 emerge il peggioramento della qualità dell’aria, oltre al positivo incremento del fotovoltaico

Lo stato dei nostri centri urbani dal punto di vista ambientale – transizione ecologica compresa – è ben ritratto come ogni anno nel reportAmbiente urbano” dell’Istat, pubblicato di recente e riferito al 2022.

In generale, peggiora la qualità dell’aria, si registrano progressi limitati su mobilità, verde e rifiuti urbani, mentre si rivelano in forte crescita gli impianti per la produzione di energia fotovoltaica.

Qualità dell’aria

Sono in aumento i valori di concentrazione di particolato atmosferico, con il PM2,5 salito in 56 dei 93 Comuni capoluogo ed il PM10 in crescita nel 75% dei capoluoghi.

Gli andamenti osservati segnano un’inversione di tendenza rispetto agli anni recenti. “L’ultimo peggioramento significativo, infatti, si era verificato nel 2017 […], mentre dal 2018 al 2021 nella maggioranza dei capoluoghi si era osservata una chiara tendenza alla riduzione delle concentrazioni medie annue, scrive l’Istat.

La situazione è particolarmente critica per le polveri sottili e l’ozono e soprattutto al Nord, dove oltre il 90% dei capoluoghi supera le soglie sia del PM2,5 che del PM10. In generale, i limiti massimi stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – 10 µg/m³ per il PM2,5 e 20 µg/m³ per il PM10 – sono oltrepassati in più di otto capoluoghi su dieci. I casi più gravi sono quelli di Torino e Cagliari (che doppiano entrambi i limiti), oltre che di Milano, Venezia e Napoli, dove ad essere almeno il doppio è il limite del PM2,5, che tra l’altro è oltrepassato in tutti i 46 capoluoghi dell’Italia settentrionale. I valori più alti del particolato fine si registrano nel bacino padano, già oggetto di procedure di infrazione europee.

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Non va meglio per l’ozono, prodotto in atmosfera tramite reazioni fotochimiche di altri inquinanti, che fa segnare rispetto all’anno precedente un incremento dei giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/m³ della media mobile giornaliera di 8 ore) in 64 capoluoghi su 89. Si tratta di una media di 39 giorni di mancato rispetto dell’obiettivo, a confronto dei 28 del 2021.

Il trend negativo riguarda soprattutto il Nord. Si trovano tutti al Sud i cinque capoluoghi (Teramo, Campobasso, Nuoro, Carbonia e Cagliari fra quelli metropolitani), dove il monitoraggio dell’ozono non ha fatto riscontrare giorni di superamento.

Infine, per quanto riguarda il biossido di azoto, ovvero l’inquinante strettamente correlato al consumo di combustibili fossili per la circolazione veicolare e il riscaldamento domestico, la situazione è particolarmente critica nella maggior parte dei capoluoghi metropolitani.

Genova, Napoli e Palermo risultano ben al di sopra del limite di legge di 40 µg/m³ con un valore di oltre 50. Sopra il limite anche Torino, Catania, Firenze, Roma e Milano, mentre Bologna (39) e Venezia (37) si collocano appena sotto la soglia”.

Mobilità

Nel 2022 crescono le reti di metropolitana (+3,2% rispetto al 2021), ma quelle di tram e filobus non fanno registrare progressi.

In merito alla pianificazione urbana, aumentano a 70 (12 in più rispetto al 2021) i capoluoghi dotati di un Piano urbano di mobilità sostenibile (Pums), mentre assistiamo a gravi ritardi nei Piani urbani del traffico (Put), obbligatori per tutti i capoluoghi ma assenti in uno su quattro.

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Gli autobus forniscono quasi il 60% dell’offerta di Trasporto pubblico locale (Tpl) disponibile nei capoluoghi. Nel 2022 vi è stato un lieve calo del numero complessivo di autobus in esercizio (-3,2%), ma la criticità più rilevante resta quella dell’obsolescenza del parco circolante, visto che la maggior parte dei veicoli ha più di dieci anni e la metà degli autobus in esercizio appartiene ancora alla classe Euro 5 od alle precedenti.

L’Istat ribadisce che la conformità di questi mezzi agli standard di emissione più avanzati è fondamentale per la sostenibilità della mobilità urbana: fortunatamente, in cinque anni, la quota di autobus in classe Euro 6 o ad emissioni zero è quasi triplicata ed è giunta al 48,5%.

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Gli autobus a basse emissioni (elettrici/ibridi o alimentati a gas) sono il 36% del totale ed in rapida crescita è la flotta di quelli elettrici ed ibridi (+17% rispetto al 2021). “La quota dei veicoli a basse emissioni supera il 50% nelle città del Nord-est (53,6%), ma è nettamente inferiore alla media nel Nord-ovest (28,2%), nel Sud (27,1%) e soprattutto nelle Isole (20,1%)”.

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Si è mantenuta stabile l’offerta di Tpl (valore medio di 4.696 posti-km per abitante), mentre è in netta crescita la domanda (valore medio di 139,5 passeggeri per abitante), seppur ancora lontana dai livelli pre-pandemici. Resta ampio il divario fra Centro-nord e Mezzogiorno nell’offerta dei servizi di mobilità, dal Tpl alla mobilità condivisa.

Passando alle bici, si sono rivelate in aumento le piste ciclabili (estensione complessiva nei Comuni capoluogo di 5.440 km, +2,3% rispetto al 2021), ma con grandi divari territoriali, perché oltre il 70% dell’infrastruttura ciclabile si concentra nelle città del Nord. Tra le città troviamo ai vertici Torino e Milano (oltre 170 km/100 km²), mentre i valori più bassi sono a Messina (3,4), Reggio Calabria (4,2), Catania (10,7) e Napoli (16,1).

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Nell’ambito della mobilità condivisa, nel 2022 sono cresciute le offerte di bike sharing (+24,8%) e car sharing (+16,1%). L’offerta è concentrata soprattutto nelle grandi città (101,8 veicoli/10mila abitanti nei capoluoghi metropolitani), con forti disparità fra i capoluoghi del Centro e del Nord (rispettivamente 84,4 e 82,7 veicoli/10mila abitanti) e quelli del Sud (29,7).

Verde pubblico

Negli ultimi dieci anni la dotazione di verde pubblico pro capite è rimasta sostanzialmente stabile. Nel 2022 l’estensione delle aree verdi urbane si è attestata a 573 Km² (32,8 m² per abitante), con rilevanti differenze nelle dotazioni territoriali. In poco più della metà dei capoluoghi è infatti inferiore alla media nazionale ed in 10 città non si raggiugono i 9 m² pro capite. In generale primeggia il Nord-est (62,3 m² procapite) ed arrancano il Sud (27,2 m²) e le Isole (20,5 m²).

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Le buone notizie riguardano la continua crescita delle aree di forestazione urbana e periurbana (+26% dal 2012 al 2022), con interventi attivati da 56 capoluoghi nel 2022. “La forestazione urbana è particolarmente diffusa nei capoluoghi del Nord, con valori molto superiori a quelli delle altre ripartizioni: 77 m² per ettaro nel Nord-est e 40 m² nel Nord-ovest, 20 m² nel Centro, 10 m² al Sud e 5 nelle Isole”. In generale si tratta di interventi fondamentali a livello di lotta al cambiamento climatico, data la loro capacità di assorbire le emissioni di CO2 e mitigare l’effetto “isola di calore”.

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Energia

Nel 2022 è diminuito il consumo totale di energia (elettrica e da gas naturale), una flessione dovuta principalmente alla contrazione della domanda di gas naturale a causa del rialzo dei prezzi della materia prima, delle misure di contenimento dei consumi e delle temperature medie particolarmente miti. In generale, i consumi pro capite energetici sono più bassi nei capoluoghi metropolitani, mentre quelli di gas naturale sono crollati, tornando al livello del 2020.

A fronte di queste contrazioni risalta invece il grande boom del fotovoltaico, sostenuto dagli incentivi statali. “Nei capoluoghi, che ospitano il 13,5% della potenza complessiva del Paese, il numero di impianti sale, in media, del 20,1% (da 7,3 a 8,8 impianti per km²), la potenza installata del 12,3% (da 16,4 a 19,4 kW per 100 abitanti) e la produzione netta di energia elettrica del 13,8% (da 188,8 a 215,8 kWh per abitante)”.

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Si tratta di incrementi di entità analoga a quelli nazionali, che non si registravano dal 2013. Il Nord est domina per il maggior numero di impianti per km² (14,4) e per la maggiore potenza installata per 100 abitanti (28,7 kW), mentre per la maggior produzione di energia elettrica per abitante la spunta il Sud (340,9 kWh), notoriamente baciato dal sole.

Rifiuti

Sempre più città adottano politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani, la cui produzione è diminuita nel 2022 rispetto all’anno precedente, seppur resti ancora molto da fare per realizzare l’obiettivo della transizione all’economia circolare. “Nel 2022 in tutta Italia sono state prodotte 29 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021). La quantità pro capite è pari a 492,2 Kg (-8,2 kg per ab. rispetto al 2021) e ritorna al livello del 2020”.

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Nel 2022, a livello nazionale, la raccolta differenziata si attesta al 65,2% dei rifiuti urbani prodotti (+1,1 punti percentuali rispetto al 2021), ma solo il 60,2% della popolazione risiede in comuni che hanno raggiunto il target del 65% fissato dal D.Lgs. 152/2006 per il 2012”.

Le grandi città sono ancora in ritardo (55,1%), così come i capoluoghi metropolitani(46,6%).

[Credits foto Pixabay]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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