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Fondazione Michele Scarponi, impegno e progetti per la sicurezza stradale

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Fondazione Michele Scarponi, impegno e progetti per la sicurezza stradale ultima modifica: 2024-09-16T05:03:01+02:00 da Marco Grilli
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La Fondazione Michele Scarponi, sorta in omaggio al grande ciclista morto investito, continua a farsi apprezzare per i suoi vari progetti sulla sicurezza stradale

Michele è con noi ogni volta che mettiamo il piede a terra per aspettare chi non ce la fa, salviamo una piazza dalle automobili, rispettiamo i limiti di velocità, accompagniamo i nostri figli a scuola a piedi”. Con queste significative parole la Fondazione Michele Scarponi definisce il suo impegno ed omaggia l’Aquila di Filottrano, il grande ciclista professionista vincitore del Giro d’Italia nel 2011, scomparso prematuramente a soli 37 anni il 22 aprile 2017, investito da un furgone mentre si allenava nella sua Filottrano (An).

L’esempio dell’ottimo scalatore, apprezzato per la sua generosità, non poteva arrestarsi a quel tragico 22 aprile, quando il destino lo ha strappato ai suoi affetti ed al suo sport, da sempre simbolo di fatica e sacrificio.

Michele non si alzerà più sui pedali per esaltare le folle assiepate sulle strade in salita, ma la Fondazione che porta il suo nome ha raccolto la sua eredità ed oggi si batte per la sicurezza stradale, l’assistenza ai familiari delle vittime e la mobilità sostenibile.

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I valori ed il lavoro della Fondazione

La Fondazione Michele Scarponi, voluta fortemente dalla sua famigliaper ricordare che la memoria di Michele è custodita dentro un futuro migliore”, dal 2018 crea e finanzia progetti per educare al corretto comportamento stradale e ad una cultura del rispetto delle regole e dell’altro.

A tal fine collabora con le scuole, il mondo dello sport, le forze dell’ordine e le autorità statali preposte alla sicurezza stradale, perseguendo esclusivamente finalità di solidarietà sociale. Al centro di ogni iniziativa troviamo l’utente fragile, perché è proprio la legge del più fragile quella che intende salvaguardare la Fondazione. La macchina è un mezzo di trasporto, non una categoria. Noi siamo padri, figli, mariti, mogli, fidanzati e la nostra priorità è e sarà sempre quella di tornare a casa la sera ad abbracciare i nostri cari. Siamo tutti fragili, perché fragile è la nostra vita, e ciò che è fragile è prezioso”, il pensiero espresso.

Mediante il coinvolgimento delle amministrazioni e dell’opinione pubblica, la Fondazione mira non solo a favorire un’attività di prevenzione sul dramma della violenza stradale ed a fornire assistenza alle famiglie colpite da incidenti gravi, ma anche a provare a cambiare lo status quo portando il problema della sicurezza stradale a diventare una priorità dell’agenda politica dei nostri amministratori”.

In linea con la Carta europea per la sicurezza stradale – una piattaforma unica creata nel 2004 per sensibilizzare i cittadini su questo delicato tema che ha prodotto impegni ed azioni concrete –  la Fondazione Scarponi chiede di continuare a sostenere associazioni europee, scuole, università, imprese ed autorità locali nelle loro azioni a favore della sicurezza stradale. Riconoscere i contributi della società civile, facilitare l’acquisizione e la condivisione delle conoscenze e  garantire il supporto psicologico ai familiari delle vittime gli altri impegni fondamentali. Non pare andare invece nella giusta direzione il nuovo Codice della strada appena approvato nel nostro Paese, che ha suscitato il disappunto della Fondazione.

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Progetti

Oltre al forte impegno a favore delle Città 30, ovvero all’introduzione in aree urbane del limite massimo di velocità a 30 km/h per ridurre l’inquinamento e gli incidenti stradali (il caso più noto e recente che ha già prodotto primi ottimi risultati è quello di Bologna), la Fondazione Scarponi promuove anche il progetto Supernova, il progetto scuola, la scuola ciclismo e “Vola Franky”.

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La Fondazione, dopo sei anni di testimonianza sulla vita e sulla morte di Michele, su come la violenza stradale irrompe nella vita delle persone, si pone oggi grandi obiettivi. Abbiamo strutturato un percorso educativo che portiamo nelle scuole, perché abbiamo visto un grande vuoto in questo senso. Sosteniamo a gran voce la Città 30 e tutto ciò che va nella direzione di una riduzione della velocità, così da rendere le nostre strade più vivibili e più sicure per tutte le persone. Andiamo in tutta Italia per sensibilizzare su temi fondamentali quali la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, consapevoli che da soli possiamo fare ben poco ma che in tanti possiamo davvero creare una nuova cultura stradale”, ha dichiarato ad eHabitat Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione.

Il progetto “Supernova” prevede il sostegno psicologico ai sopravvissuti agli incidenti stradali, ai caregiver ed ai familiari delle vittime della strada. Tutto questo mediante un lavoro di gruppo di elaborazione del dolore guidato da una specialista, la condivisione della propria esperienza con persone dal vissuto comune, nonché momenti di socialità e convivialità, fondamentali per ricostruire il senso di comunità. Tutti gli incontri sono infatti organizzati come giornate del benessere. Un lavoro quanto mai prezioso che vuole trasformare il lutto in qualcosa di nuovo, altrettanto necessario se pensiamo che nel 2023 si sono registrati ben 166.525 incidenti, con 3.039 morti e 224.634 feriti.

Il progetto scuola propone invece un approccio educativo alla problematica della mobilità, nell’ottica di una cultura della sostenibilità. “La mobilità è problematica complessa tra aspetti ambientali (come l’impatto dei mezzi di trasporto sulla qualità dell’aria e della salute) aspetti socio-culturali (il problema della sicurezza e le vittime sulla strada, i modelli culturali legati al mito dell’automobile, la difficile convivenza tra gli utenti della strada) e aspetti economici e progettuali (come gli interessi legati all’industria via gomma, le difficoltà di una progettazione in chiave sostenibile delle città). Una riflessione educativa sulla mobilità sostenibile è una grande opportunità per far nascere una mentalità diversa orientata alla ‘qualità delle vita’ nelle nostre città come spazio da vivere assieme, potendole vedere non solo come sono oggi, ma soprattutto immaginando come potranno essere domani”, comunica la Fondazione.

Quindici educatori formati da esperti e professionisti stanno portando avanti questo interessante progetto, già realizzato in oltre 50 istituti scolastici in varie regioni. Il messaggio chiave rispecchia una questione di democrazia: la strada come bene pubblico fruibile in libertà e sicurezza da tutti, a partire dalle persone più fragili. Un fatto non scontato, visto che nel Belpaese l’80% di strade e piazze urbane è destinato alla circolazione ed al parcheggio dei veicoli a motore. La Fondazione considera le scuole come possibili presidi per una mobilità differente, “essendo inserite fisicamente nel tessuto urbano, incidendo sulla mobilità nel percorso casa-scuola e avendo la possibilità di veicolare messaggi importanti attraverso studenti e insegnanti”, si legge nel testo del progetto.

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Eccoci dunque alla scuola di ciclismo Michele Scarponi, nata nel 2022 per tramandare i valori del ciclista scomparso attraverso la crescita dei ragazzi del settore giovanile. Rivolta a bambini e ragazzi da cinque a 12 anni di età, prevede due allenamenti settimanali tenuti da tre istruttori-tecnici federali. Dalla sua istituzione vi hanno già partecipato una cinquantina di allievi/e.

La sede è il Bikepark Verdeazzurro di San Faustino di Cingoli (MC), dotato di un percorso di apprendimento, uno da ciclocross ed una pump track. Il fine settimana da aprile ad ottobre è dedicato alle uscite pratiche, alle prove di abilità tecnica ed alle gare. “Il valore della scuola sta nel considerare lo stare in gruppo un valore, partecipare a poche gare – l’agonismo non è tutto – fare lezioni di meccanica della bici, integrare lezioni di educazione stradale negli allenamenti”, specifica la Fondazione Scarponi.

Molto significativo è anche il progetto Vola Franky, che dando seguito al noto altruismo di Michele sostiene le persone con disabilitàmettendo a loro disposizione progetti, risorse e strumenti adeguati per la propria autonomia, l’assistenza, il lavoro, lo sport, la salute. Il piede a terra di Michele significa inclusione e come Franky, la pappagalla che lo scortava durante i suoi allenamenti, libera di volare ovunque con a disposizione una città immensa e senza ostacoli come il cielo, noi crediamo e lavoriamo per una strada e una società senza barriere, in grado di ospitare tutti senza distinzioni e senza ipocrisia”, si legge sul sito della Fondazione.

Tra le molte attività ci limitiamo a citare l’ottenimento di due tandem per persone diversamente abili grazie al progetto “Il Tandem Volante”, la donazione di 1.500 euro alla Cooperativa CoossMarche per integrare i progetti estivi di persone con disabilità nella Vallesina (2019) e soprattutto la realizzazione della ciclofficina della Fondazione Michele Scarponi, inaugurata nel 2021 presso l’ostello “Sette Colli” a Filottrano, grazie ad una raccolta fondi ed alla donazione della famiglia Giulioni.

Si tratta di una struttura pensata in primis per l’inclusione sociale delle persone diversamente abili (il primo inserimento è stato quello di Cristopher), che prevede pure la presenza di un meccanico qualificato, una zona fai da te, una postazione esterna per il lavaggio, servizi di riparazione e bike sharing, la biblioteca della Fondazione con libri su sport, sicurezza stradale e mobilità sostenibile, nonché corsi di meccanica della bicicletta.

La Fondazione collabora pure con altre realtà di Jesi e Filottrano, quali case di riposo e centri diurni, adoperandosi in particolar modo per la donazione di prodotti solidali nei periodi festivi. Un nuovo progetto rivolto ai familiari delle vittime della strada sarà presentato entro la fine dell’anno.

L’Aquila di Filottrano ci ispira a volare ancora più in alto, per il bene comune.

[Credits foto: Fondazione Michele Scarponi, fondazionemichelescarponi.com]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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