Su iniziativa di un gruppo di ricercatori, in Islanda è nato il primo cimitero dei ghiacciai. Il fine, commemorare quelli già estinti
In Islanda, nelle vicinanze della capitale, Reykjavík, è stato realizzato il primo cimitero glaciale al mondo. Lo scopo è di ricordare i ghiacciai scomparsi a causa dell’emergenza climatica.
L’origine del progetto
Il progetto ha avuto origine nel 2018, su impulso dell‘Antropologa Cymene Howe, produttrice del documentario Not Ok, che narra la scomparsa del primo ghiacciaio islandese, l’Okjökull, a causa del cambiamento climatico innescato dall’attività umana.
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L’evento è stato segnato dal primo funerale pubblico organizzato per rendere omaggio al ghiacciaio “defunto”, affiggendo una targa per richiamare l’attenzione sulla minaccia climatica.
L’iniziativa ha successivamente motivato svariati glaciologi di tutto il Pianeta a monitorare il numero di ghiacciai in via di estinzione.
Com’è composto il cimitero dei ghiacciai
Il “cimitero” è composto da 15 lapidi scolpite nel ghiaccio dallo scultore islandese Ottó Magnússon ma nei prossimi anni ne verranno aggiunte altre.
“Le lapidi sono destinate a sciogliersi come i ghiacciai del mondo condannati allo stesso destino, se non agiamo in fretta”, ha commentato Cymene Howe.
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Le sculture sono collocate in un campo in prossimità del mare, con vista simbolica su Snæfellsjökull, il ghiacciaio citato da Jules Verne nel capolavoro fantascientifico Viaggio al centro della Terra.
Monitoraggio dei ghiacciai: a che punto siamo?
Considerati nel loro insieme, i dati che continuano a emergere dall’osservazione scientifica sono allarmanti.
Secondo gli esperti, il riscaldamento globale ha già provocato l’estinzione di migliaia di ghiacciai in tutto il mondo. Uno studio del 2023 ha stimato che tra il 2000 e il 2016, nella sola Nuova Zelanda se ne sono sciolti 264.
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Dal canto suo, l’Islanda, ha già perso 70 dei suoi 400 ghiacciai.
Il quadro appare devastante anche in Italia. Per citare un solo dato indicativo derivante dall’ultima Carovana dei ghiacciai, campagna di monitoraggio organizzata da Legambiente, il ghiacciaio della Marmolada è ormai entrato in una fase di “coma irreversibile”. Negli ultimi cinque anni si sono persi ben 70 ettari di superficie e, ogni giorno, scompaiono 10 cm di ghiaccio.
Il futuro dei ghiacciai
Gli scienziati stimano che almeno la metà di tutti i ghiacciai si sarà sciolta entro il 2100. Tra quelli già estinti ci sono il ghiacciaio Sarenne in Francia, il ghiacciaio Pizol in Svizzera, il ghiacciaio Anderson negli Stati Uniti e il ghiacciaio Martial Sur in Argentina.
“E a seguire se ne estingueranno molti altri, poiché non vi è alcuna indicazione che le emissioni di CO₂ stiano diminuendo”, ha evidenziato Hrafnhildur Hannesdóttir, glaciologo presso l’Icelandic Met Office.
Un futuro che mette i brividi, considerata l’importanza strategica di questi ormai ex colossi naturali. Che cosa accadrà in assenza di azioni concrete per salvaguardarne la sopravvivenza?