La cicogna bianca, dal 2003 oggetto di un progetto Lipu di ripopolamento in Calabria, conclude positivamente la stagione riproduttiva 2024 con ben 95 nascite
La sezione Lega italiana protezione uccelli di Rende (CS) ed il coordinamento regionale della Lipu hanno diffuso i dati della stagione riproduttiva 2024 della cicogna bianca (Ciconia ciconia), manifestando profonda gioia: sono ben 95 gli uccelli nati, 15 in più rispetto al 2023, con un numero di coppie rimasto stabile, pari a 32.
I risultati della nidificazione ed i commenti
La Piana di Sibari ha fatto registrare il maggior numero di coppie riproduttrici (21), seguita dalla Valle del Crati (9) e da quella dell’Esaro (2).
Più in generale le nidificazioni di cicogna bianca hanno riguardato nove Comuni calabresi della provincia di Cosenza, ovvero: Cassano allo Jonio (18 nidificazioni), Bisignano (quattro), Corigliano-Rossano e Tarsia (tre a testa), Roggiano Gravina, Montalto Uffugo, Luzzi e Lattarico (una a testa).
“Sono risultati importanti e meritati, che arrivano a coronamento di una gran mole di lavoro iniziato dalla Lipu su questo territorio già molti anni fa. La continuità dell’operato dei volontari della Lipu sta consentendo alla Calabria di consolidarsi tra le regioni più ospitali per questa specie. Dopo un’assenza di oltre 500 anni, finalmente una prima piccola popolazione di Cicogna bianca ritorna a popolare i cieli della Calabria”, commenta Roberto Santopaolo, ideatore del progetto Cicogna bianca Calabria.
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente della Lipu, Alessandro Polinori: “A seguire la Cicogna bianca in Calabria sono i volontari e attivisti della Sezione Lipu di Rende, una schiera di 11 volontari distribuiti tra la Valle del Crati, la Piana di Sibari e la Valle dell’Esaro in provincia di Cosenza, che, da febbraio a luglio, con oltre 600 ore di lavoro, ne controllano i siti per garantire la tranquillità delle nidificazioni. Acquisendo, inoltre, dati sulla biologia riproduttiva e sulle abitudini della specie. A loro, a tutto il Gruppo Cicogna bianca Calabria, va un particolare ringraziamento”.
Tali notevoli risultati si devono pure all’attività di inanellamento scientifico, giunta al suo quinto anno e condotta in collaborazione con l’inanellatore e socio Lipu Mario Pucci, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
Per consentire il ritorno della cicogna bianca in Calabria è stato deciso di utilizzare dei nidi artificiali, ovvero delle piattaforme circolari in legno poste su pali e tralicci elettrici selezionati dalla Lipu, grazie alla collaborazione con il gestore elettrico. Un’idea risultata vincente, premiata con i numeri che abbiamo fornito e che ad oggi vedono 30 coppie su 32 nidificanti sulle piattaforme artificiali, rivelatesi fondamentali per l’incremento della specie.
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“L’installazione delle piattaforme si è rilevato un elemento fondamentale che ha permesso nel corso degli ultimi due decenni un aumento costante della specie in Calabria, mettendo in evidenza che comunque questa è risultata la strada migliore da percorrere per incrementare la popolazione della Cicogna bianca in Calabria”, ha affermato Marco Gustin, responsabile nazionale Lipu Specie e ricerca.
La specie
Facilmente riconoscibile per la lunghezza di collo, becco e zampe ed il caratteristico piumaggio bianco e nero, la cicogna bianca è un uccello maestoso ed elegante che ha affascinato l’uomo sin dai tempi remoti, simbolo dell’amore coniugale e di quello per i figli.
In Italia si ritrova nella lista delle specie particolarmente protette, mentre Birdlife International la classifica come “Spec 2” (specie concentrata in Europa e con status di conservazione sfavorevole), nonostante la sua popolazione sia in crescita in vari Paesi.
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“Il declino della Cicogna bianca, che ha interessato tutta l’Europa e l’Italia in particolare, è imputabile principalmente alla perdita dell’habitat trofico per urbanizzazione e trasformazioni in agricoltura. A questo bisogna aggiungere l’uso massiccio di pesticidi in agricoltura che si ripercuote direttamente sulle prede delle cicogne. Inoltre tralicci e linee elettriche rappresentano delle vere e proprie trappole mortali”, scrive la sezione Lipu di Rende (Cs).
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Migratrici di lungo raggio diffuse in 35 Paesi europei, le cicogne bianche sono prevalentemente monogame e nidificano su alberi, edifici, rovine, tralicci e strutture artificiali in zone agricole aperte, in prossimità di aree acquitrinose e paludi. “Il nido della cicogna è spettacolare, può superare i due metri di diametro ed è costruito su pali elettrici, campanili e abitazioni, ogni anno si assiste ad una sola covata di 3-6 uova. La schiusa ha luogo dopo circa un mese e i giovani lasciano il nido dopo circa 8-10 settimane, mentre per cominciare a riprodursi devono aspettare fino ai 4 anni di età. Le Cicogne tornano a nidificare ogni anno nello stesso posto, ci sono addirittura casi di nidi utilizzati in modo continuo da centinaia di anni”, spiega la Lipu.
Amata da sempre dall’uomo per il suo carattere mite, messaggera delle nuove nascite e protagonista in innumerevoli fiabe e leggende, la cicogna bianca era venerata perfino dagli antichi egizi e simboleggiava la dea Giunone nell’antica Grecia, mentre nell’arte raffigura la virtù della pazienza ed è simbolo di Cristo che scaccia il male.
In Italia la cicogna bianca nidifica fin dai tempi dell’antica Roma ma scomparve nel XV secolo, per far ritorno nei nostri cieli solamente nel secondo dopoguerra. Nel 1985 fu realizzato a Racconigi (Cn) il primo “Centro Cicogne” italiano, tre anni dopo partirono i primi progetti di reintroduzione controllata che hanno permesso l’incremento delle coppie nidificanti sul nostro territorio.
Il progetto Cicogna bianca Calabria
In seguito alla prima nidificazione spontanea di cicogna bianca avvenuta nel 2002 nell’area valliva di Luzzi (Cs), l’anno successivo la sezione Lipu di Rende avviò il progetto “Cicogna bianca Calabria”, al fine di favorire il ritorno e la nidificazione della specie in questa regione.
Vista la scarsa confidenza con l’uomo nel territorio in questione, fu deciso da subito di installare nidi artificiali (100-135 cm di diametro) su pali e tralicci elettrici. “L’installazione delle piattaforme ha rappresentato sinora l’intervento più importante del progetto. Le suddette strutture vengono realizzate in economia a partire da bobine di e-distribuzione le quali vengono smontate per poterne ricavare le flange esterne, ovvero le basi circolari. Sulla circonferenza esterna delle flange vengono praticati degli incavi per poterne fissare in maniera più stabile a vite delle asticelle in legno così da contenere il futuro nido”, spiega la sezione Lipu di Rende.
Le zone preferite per l’installazione sono quelle lungo le rotte migratorie, dove nel recente passato sono avvenute altre nidificazioni e si registrano condizioni ambientali idonee alla specie. L’installazione di piattaforme in zone limitrofe o diverse da quelle di riproduzione è stata invece eseguita al fine di allargare gli areali di nidificazione e creare possibili corridoi naturalistici. Naturalmente la posa delle piattaforme è sempre contestuale alla messa in sicurezza dei tralicci per impedire l’elettrocuzione.
Nel 2011 fu sperimentata pure una soluzione originale, ovvero l’installazione all’apice dei tralicci di sagome tridimensionali in materiale plastico, al fine di attrarre le cicogne in migrazione. In venti anni, dal 2003 al 2023, sono state installate 95 piattaforme artificiali e 18 sagome in tre province calabresi (Cosenza, Crotone, Catanzaro) e sette aree geografiche.
La prima nidificazione di cicogna bianca in Calabria indotta dall’uomo si registrò nel marzo 2007 nella Piana di Sibari. Fu solo il primo successo di un progetto che ha ottenuto negli anni risultati molto importanti, con il passaggio dalle due coppie nidificanti nel 2002 alle 32 attuali e la nascita di oltre 900 uccelli. A testimonianza del ruolo cruciale dei nidi artificiali vi è il fatto che l’incremento delle nuove coppie si deve quasi esclusivamente a queste strutture. Dal 2019 è partito pure il progetto scientifico di inanellamento, che fornisce notizie rilevanti sulle rotte migratorie e sulle aree di sosta e riproduzione di questa specie.
Più in generale nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza il lavoro encomiabile dei volontari Lipu, che consente non solo di sorvegliare e monitorare i siti di nidificazione, ma anche di svolgere una preziosa opera di sensibilizzazione rivolta alle scuole ed ai cittadini del territorio. “Uno sforzo eccezionale per realizzare un progetto importante per la Calabria che però non ha ricevuto alcun finanziamento economico e si regge unicamente sul lavoro gratuito e la passione dei volontari LIPU e sulla disponibilità di e-distribuzione che, sin dall’inizio, ha creduto nella forza di questa iniziativa fornendo mezzi e uomini per l’installazione delle piattaforme”, comunica la sezione Lipu di Rende.
L’obiettivo per il futuro è quello di giungere a 40-50 coppie nidificanti. Un qualcosa di realizzabile se l’opinione pubblica e gli amministratori ed addetti alla gestione del territorio si renderanno ancora più consapevoli del valore di questo progetto, proseguendo lungo la via dello sviluppo ecosostenibile.
[Credits foto: @eleonora anello]