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Lince iberica, migliora lo stato di conservazione

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Lince iberica, migliora lo stato di conservazione ultima modifica: 2024-08-10T06:49:49+02:00 da Marco Grilli
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La lince iberica passa da specie minacciata a vulnerabile nella Lista rossa IUCN grazie anche al successo dei progetti di conservazione

È il felino più raro al mondoEl Invisible non a caso il suo soprannome – che popola soltanto la penisola iberica. Negli anni Novanta era ad un passo dall’estinzione ma oggi fortunatamente abbiano una buona notizia sul suo conto. La lince iberica (Lynx pardinus) è in notevole crescita, ha superato i 2mila esemplari ed è passata da specie “minacciata” a “vulnerabile” nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).

Si tratta di un risultato straordinario, reso possibile dagli encomiabili sforzi di conservazione di cui sono stati protagonisti ben 21 enti. Un lavoro notevole ed in sinergia che oggi inizia a dare i primi frutti, anche se la guardia deve restare alta.

La lince iberica rimane una specie vulnerabile, soprattutto a causa delle potenziali fluttuazioni della popolazione di conigli e alla mortalità causata dagli investimenti stradali. Oltre a queste minacce dirette, le alterazioni dell’habitat legate ai cambiamenti climatici mettono a repentaglio la sopravvivenza di questa specie sul medio-lungo periodo”, comunica il World Wildlife Fund (WWF), coinvolto nel progetto di conservazione.

Nonostante queste necessarie attenzioni da mantenere anche in futuro, oggi sono quanto mai giustificate le felicitazioni per questo importante successo, un passo storico” secondo il WWF, che dimostra la bontà del lavoro di collaborazione tra istituzioni, enti, ong ed amministrazioni locali, unico mezzo per raggiungere risultati importanti e duraturi.

La lince iberica, caratteristiche 

La lince iberica (o pardina) fa parte della linea evolutiva dei grandi carnivori (tigri, leoni, giaguari e leopardi), da cui si è separata tre o quattro milioni di anni fa. Fino al 1800 era diffusa in tutta la penisola iberica, mentre oggi purtroppo il suo areale è molto più ristretto.

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Carnivoro di medie dimensioni (peso di circa 13 kg, lunghezza media di 80 cm, altezza al garrese 45 cm), la lince iberica si distingue per: la pelliccia maculata di colore grigio chiaro o bruno-giallastro chiaro – più corta rispetto a quella delle altre linci e con macchie simili a quelle del leopardo – che le permette facilmente di mimetizzarsi; i grandi bulbi oculari che le consentono una buona visibilità anche in condizioni di scarsa luminosità; le orecchie triangolari e con i caratteristici ciuffi di peli apicali; la barba; le lunghe zampe posteriori che le consentono di spiccare salti notevoli ai fini della caccia e la coda corta.

Questi felini prediligono come habitat la macchia mediterranea alternata a zone erbose,  sono molto legati al territorio di appartenenza ed hanno bisogno di grandi areali (in età adulta gestiscono territori di una dimensione media di 600 ettari). Animali prevalentemente notturni, non vivono in gruppi, marcano il territorio con l’urina, cumuli di escrementi o graffi nella corteccia degli alberi e si nutrono prevalentemente di conigli selvatici.

La maturità sessuale viene raggiunta all’anno di età e la stagione riproduttiva va da gennaio a luglio. Dopo una gestazione di due mesi le madri danno alla luce da uno a cinque cuccioli di cui si occuperanno esclusivamente per circa un anno. L’aspettativa media di vita è di 13 anni.

Le minacce

Dagli inizi del secolo scorso la progressiva riduzione dei conigli selvatici, che costituiscono il 90% della dieta della lince, la persecuzione diretta dell’uomo, che ha per lungo tempo considerato i predatori selvatici “specie nocive” da eliminare con ogni mezzo, e la distruzione e frammentazione degli habitat, conseguente all’espansione urbana, avevano provocato una drastica diminuzione della popolazione di lince nella penisola iberica”, comunica il WWF.

Una delle cause principali che ha portato la lince iberica sull’orlo dell’estinzione è stato proprio il declino della popolazione dei conigli selvatici, colpiti in particolar modo da due malattie virali: la mixomatosi ed una malattia emorragica diffusesi rispettivamente negli anni Cinquanta e Ottanta del Novecento. Pensate, un maschio di lince adulta si nutre di un coniglio al giorno, mentre la femmina addirittura di tre quando deve accudire i suoi piccoli. Facile capire come la drastica diminuzione della principale preda abbia influito negativamente sulla popolazione della tigre di Spagna.

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Un’altra minaccia è rappresentata da sempre dalla caccia e dal bracconaggio, perché questi felini sono considerati un prestigioso trofeo di caccia in particolar modo per la pelliccia, nonché pericolosi per l’uomo e per gli allevamenti.

Infine, non meno rilevante è il pericolo derivato dalla trasformazione, frammentazione e distruzione del suo habitat rappresentato dalle macchie mediterranee. “Infrastrutture come strade, dighe, ferrovie e altre attività umane contribuiscono alla perdita e alla frammentazione delle aree naturali in cui vive la lince iberica creando, di fatto, delle barriere che dividono le diverse popolazioni. Lo sviluppo della rete stradale ha favorito l’insorgere di incidenti mortali per le linci. Si ritiene che, tra il 1960 e il 1990, l’80% degli esemplari di lince iberica sia scomparsa per questo motivo”, comunica ancora il WWF.

I progetti di conservazione

Nel lontano 1963 fu lanciato il primo campanello d’allarme per la lince iberica, la cui distribuzione era limitata a soli cinque nuclei nella parte sud-occidentale della Spagna (Sierra de Gata, Montes de Toledo, nord-ovest di Badajoz, Sierra Morena e area di Doñana).

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Tale già critica situazione è peggiorata negli anni successivi, fino a portare “il gioiello iberico” ad un passo dell’estinzione nel 2002, quando furono censiti solamente 94 esemplari.

Dopo un primo progetto europeo Lynx Life tenutosi negli anni 1994-1999, fu deciso di approntarne un altro ancora più incisivo e di durata quadriennale (2002-2006) per evitare la scomparsa di questo prezioso felino. Nacque dunque il progetto Lynx Life “Recupero delle popolazioni di lince iberica (Lynx pardinus) in Andalusia”, con un budget di 9.285.714 euro, che mirava a stabilizzare le popolazioni di lince iberica in Andalusia, garantendo la sostenibilità a lungo termine delle due popolazioni esistenti.

A conclusione del progetto, fu ottenuto un incremento minimo del 49% nel numero di esemplari e del 25-32% nel numero di territori, oltre ad un aumento del 73% della superficie di distribuzione della specie. Il tutto con azioni mirate per il miglioramento dell’habitat e delle popolazioni di prede, la riduzione della mortalità non naturale, un più efficace monitoraggio, la costruzione di corridoi ecologici e la sensibilizzazione delle popolazioni locali.

Un ulteriore salto di qualità è stato raggiunto con il progetto Lynx Life successivo di durata quinquennale (2006-2011), intitolato “Conservazione e reintroduzione della lince iberica (Lynx pardinus) in Andalusia”, che tra le altre cose ha creato due nuovi centri di popolazione: il primo a Guadalmellato (Córdoba) nel 2009, con la reintroduzione di sette esemplari, ed il secondo a Guarrizas (Jaén) nel 2010, con cinque esemplari reintrodotti. Senza dimenticare le importanti procedure di rinforzo genetico nella popolazione di Doñana tramite il trasloco di individui dalla Sierra Morena, tutto ciò per evitare la consanguineità, un fattore di indebolimento.

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I due progetti si sono rivelati di importanza cruciale, poiché hanno consentito alla specie di uscire da uno scenario di pre-estinzione, con il passaggio da 94 a 326 esemplari, suddivisi in quattro popolazioni: Doñana-Aljarafe (Huelva), Guadalmellato Guarrizas (Córdoba) (Jaén) e Andújar-Cardeña (Jaen-Córdoba).

Da lì in poi, gli sforzi di conservazione con le più ampie collaborazioni si sono moltiplicati, continuando a concentrarsi “sull’incremento dell’abbondanza della sua preda d’elezione, il coniglio selvatico, (2) sulla protezione e sul ripristino degli habitat di macchia mediterranea, habitat tipico della specie, e (3) sulla riduzione della mortalità di origine umana. Il programma di riproduzione ex-situ e le successive reintroduzioni degli individui nati in cattività sono stati l’ulteriore chiave per l’aumento del numero di esemplari. Dal 2010, più di 400 linci iberiche sono state reintrodotte in diverse aree del Portogallo e della Spagna”, specifica il WWF.

Attualmente la popolazione di lince iberica è cresciuta del 21% in un anno, attestandosi a 2.021 individui nel 2023. Dati sicuramente confortanti che non ci devono però far credere che questa specie sia del tutto fuori pericolo, perché le stime degli esperti ritengono che solo al raggiungimento di 3.000–3.500 individui, comprese circa 750 femmine in età riproduttiva, possiamo considerarla in uno stato di conservazione favorevole.

Ancora occhi aperti sulla “tigre di Spagna”, mentre intanto dal gennaio di quest’anno è partito il progetto transfrontaliero Life Lupi Lynx, che per i prossimi cinque anni riunisce sette enti portoghesi e due spagnoli al fine di creare le condizioni per il recupero del lupo iberico e della lince iberica nei distretti di Castelo Branco e Guarda (Portogallo) e nella provincia di Cáceres in Spagna.

[Credits foto: BarbeeAnne su Pixabay]

Lince iberica, migliora lo stato di conservazione ultima modifica: 2024-08-10T06:49:49+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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