Pericolosamente vicini di Andreas Pichler indaga la complessa questione degli orsi in Trentino dando voce a gestori della fauna, pastori, allevatori, politici e attivisti
Pericolosamente vicini -in programma venerdì 9 agosto a Festambiente nell’ambito del Clorofilla Film Festival, di cui eHabitat è media partner- non è che l’ennesima conferma del talento registico di Andreas Pichler, una delle voci più autorevoli, a livello continentale, per quanto concerne le tematiche ambientali.
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Dopo avere indagato gli effetti dell’overtourism con Teorema Venezia, la vendita di beni pubblici dopo la Grande Recessione con Europe for Sale e le storture dell’industria del latte con The Milk System, Pichler ha deciso di affrontare la spinosa questione del rapporto fra esseri umani e orsi in Trentino.
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Pericolosamente vicini si apre con la morte del runner Andrea Papi, ucciso dall’orsa Jj4 il 5 aprile 2023, durante una corsa nei boschi della Val di Sole. Un anno e mezzo fa, questo tragico evento ha fatto detonare le tensioni che da un quarto di secolo hanno fatto da sfondo alla reintroduzione degli orsi nella Provincia Autonoma di Trento.
Dal 1999 a oggi, il numero degli orsi in Trentino è cresciuto sino a raggiungere le 100 unità. Venti persone fra ranger e veterinari sono responsabili della gestione di questa fauna selvatica. Alle difficoltà e ai rischi connessi all’attività sul campo, si aggiungono le pressioni, spesso contrastanti, provenienti dagli ambientalisti, dai pastori, dai contadini, dalla politica e dagli operatori del turismo.
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“Vivo vicino al Trentino e passo spesso del tempo in montagna – spiega il regista Andreas Pichler -. Mi sono occupato degli orsi e della loro situazione prima della morte di Andrea Papi, ed ero già in contatto con molti dei protagonisti quando è avvenuta. Data la natura emotiva e conflittuale di questo tema, è stato fondamentale per me ascoltare le diverse prospettive delle varie persone e gruppi coinvolti, navigando tra i punti di vista contrastanti con una mente aperta. Il film presenta persone che sono al centro della storia, il che è stato molto importante per me. L’obiettivo del film è trasmettere le intense emozioni di coloro che sono coinvolti e creare uno spazio cinematografico che provochi una riflessione”.
Senza rinunciare al respiro cinematografico delle immagini girate nell’habitat degli orsi, Pichler dirige un’inchiesta che espone i fatti facendo parlare tutte le parti in causa, dai genitori di Andrea Papi ai ranger e ai veterinari che si prendono cura degli orsi, dagli ambientalisti che vogliono evitare la soppressione di Jj4 all’allevatore pronto a tutto per difendere i propri capi di bestiame.
Nell’agosto 2014, l’opinione pubblica trentina era già stata spaccata in due quando l’orsa Daniza aveva aggredito un cercatore di funghi e, naturalmente, in una politica sempre più divisiva, la questione non poteva che diventare strumento di propaganda. Se da una parte gli animalisti rivendicano il diritto alla vita degli orsi e i veterinari ne sottolineano l’importanza per gli ecosistemi, dall’altra gli oppositori sottolineano come la loro presenza abbia un impatto devastante sugli allevamenti e sulle colture ma anche sul turismo. Inoltre, la popolazione delle valli trentine rimprovera agli amministratori di non avere costruito una cultura della convivenza e di non avere fatto abbastanza per prevenire incidenti come quello in cui ha perso la vita Papi.
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Pichler si mantiene equidistante, fornisce allo spettatore tutti gli strumenti necessari per formarsi un’opinione, lavora con precisione su una materia complessa e scivolosa, ma nonostante ciò Pericolosamente vicini è un film attraversato da una forte passione e mosso da una grande lungimiranza. Se è vero, come dice uno dei protagonisti, che il conflitto fra umani e orsi diventerà sempre più acceso, questo film è un importante contributo per osservare la problematica con una pluralità di punti di vista.
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