Povere Creature! – Etica scientifica dal festival di Venezia agli Oscar

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Povere Creature! – Etica scientifica dal festival di Venezia agli Oscar ultima modifica: 2024-02-18T06:29:42+01:00 da Emanuel Trotto
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Povere Creature! candidato ai Premi Oscar 2024 è una storia di formazione al femminile che indaga anche sull’etica della ricerca scientifica.

Era una notte del 1816, l’«Anno senza estate». Il vulcano Tambora, in Indonesia, aveva eruttato nell’aprile dell’anno prima, rilasciando nell’atmosfera grandi quantità di cenere vulcanica. Ciò impediva alla luce solare di attraversare l’atmosfera. La conseguenza è stata di un notevole abbassamento delle temperature globali per gli anni successivi con notevoli perdite agricole e piogge continue.

In questo contesto, i coniugi Percy e Mary Shelley, lo scrittore John Polidori e il poeta John Byron, sono confinati a Villa Diodati, sul lago di Ginevra. Leggono storie di fantasmi e discutono sui principi della vita. In particolare discernono sul galvanismo. Questa è una teoria secondo la quale tutti gli esseri viventi possiedono una elettricità intrinseca prodotta dal cervello e trasmessa ai muscoli grazie ai nervi. Questi, se opportunamente stimolati elettricamente, possono creare delle piccole contrazioni degli arti.

Nella mente della giovane Mary inizia a svilupparsi un’idea: se fosse possibile, in questo modo, ricreare la vita da tessuti morti? Ha dapprima un incubo: un giovane inginocchiato davanti a una creatura composta da parti di cadaveri che inizia a riprendere vita. L’occasione per metter questa visione per iscritto fu stimolata dall’idea di Byorn di comporre, come gara, dei racconti di fantasmi. Mary scrisse l’embrione di quella che sarebbe diventata la sua creatura più famosa. Nasce così Frankenstein o il moderno Prometeo pubblicato per la prima volta nel 1818.

Povere Creature! poster
Povere Creature! di Yorgos Lanthimos, il poster.

È la storia di un ambizioso scienziato, Victor Frankenstein, appassionato dalla filosofia naturale. Egli aspira alla creazione di un essere umano dalla materia inanimata dei corpi morti. Come il Prometeo di Ovidio che ha plasmato l’essere umano dalla creta. Quello che Frankenstein ottiene dalle sue ricerche è un essere mostruoso che egli stesso rifiuta e repelle. È una povera creatura dotata di un grande intelletto ma che non può essere accettata dalla società. Un essere che diviene cosciente anche della incredibile arroganza del suo creatore. Frankenstein si è voluto spingere al di là di quanto consentito dalla scienza.

La conoscenza e il superamento degli eventuali limiti è una delle basi della ricerca scientifica. Ciò porta anche alla contraddizione fra il bene e il male che questo comporta. E le paure che ne sono la naturale conseguenza. La letteratura fantascientifica ha portato diversi esempi dopo Frankenstein di mad doctor. Ossia di scienziati che vanno oltre questi limiti al di là dell’etica e della razionalità. Si possono citare Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde di Robert Louis Stevenson (1886) o L’isola del Dottor Moreau di Herbert G. Wells (1896). E il cinema e la televisione ne hanno creati altrettanti: sia nelle trasposizioni di alcuni classici della letteratura (Frankenstein di James Whale, 1931) che in produzioni originali (Notti del terrore 1940 di Jean Yarborough).

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Nel corso del tempo sono diventati il simbolo della follia del progresso, specie dopo la bomba atomica. Le loro invenzioni e creazioni hanno il solo scopo di assoggettare il mondo apparentemente miope alla loro genialità. Una genialità che, spesso e volentieri li hanno confinati alla solitudine e al deterioramento dei loro rapporti umani.

Emma Stone in Povere Creature!
La protagonista di Povere Creature! Bella Baxter (Emma Stone) durante la sua “rinascita” in stile Frankenstein.

Godwin Baxter, personaggio creato dallo scrittore Alasdair Gray per il suo romanzo Povere Creature! (1992) ha tutte le caratteristiche del così detto mad doctor. Egli stesso è frutto di una serie di complesse operazioni e manipolazioni compiute da suo padre fin dalla più tenera età. È uno scienziato e un chirurgo brillante nella Londra Vittoriana. Il mondo, attraverso il suo punto di vista, è un laboratorio di stimoli e sperimentazioni continui. Applica questa sua ideologia attraverso crudeli incroci chirurgici fra diversi tipi di animali. Nella sua ambizione scientifica manca la sperimentazione umana.

Questa arriva tramite il suicidio di una giovane donna incinta nel Tamigi. Egli recupera il corpo e lo riporta in vita non prima di aver inserito nel suo cranio il cervello del bimbo mai nato. Quello che ne esce è una giovane, ribattezzata Bella, che ha tutti gli istinti e le funzionalità di un corpo adulto ma con un intelletto da infante.

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Baxter è un moderno Prometeo oppure no? Questi interrogativi sono la base del romanzo di Gray da cui il regista Yorgos Lanthimos ha tratto il film Povere Creature!, uscito in sala a partire dal 25 gennaio. Dopo il Leone D’Oro alla 80° Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, e due Golden Globes, Povere Creature! è candidato a undici Premi Oscar (fra cui Miglior Film e Miglior Regista) nella sua 96 edizione  che si terrà a Los Angeles il prossimo 10 marzo.

Povere Creature! di Yorgos Lanthimos
Willem Dafoe (a sinistra) è il “mad doctor” Godwin Baxter assieme a Bella in una scena del film.

Povere Creature! è una filiazione diretta di Frankenstein. Bella (Emma Stone), prima di ogni altra cosa, è una donna che, man mano passa il tempo, prende coscienza di se stessa. Dapprima innocente, scopre cosa significa la vita e la morte attraverso un viaggio che la condurrà dall’Inghilterra, a Lisbona, ad Alessandria d’Egitto a Parigi. È un viaggio anche interiore, attraverso le varie fasi della conoscenza. Prima quella fisica attraverso un’esplorazione del proprio corpo con il sesso poi dell’intelletto con la lettura.

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Noi spettatori vediamo questa evoluzione, dapprima scientificamente attraverso le parole di Baxter e visivamente tramite inquadrature fish eye. Esse imitano la lente di un microscopio che schiacciano lo spazio e lo limitano, come l’esistenza stessa di Bella, un esperimento scientifico come un altro. Un mondo in bianco e nero chiuso che non va oltre la porta di casa, per poi aprirsi fino all’immensità del mare sotto un cielo cangiante. Da osservatori esterni entriamo nella testa e negli occhi di Bella. Affronterà il mondo strano e nuovo che le si apre davanti con una logica inattaccabile. Arriverà a comprendere pure la vera natura etica dietro la sua stessa creazione. Qualcosa che va al di là della pura scienza.

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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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