Un recente sondaggio europeo dimostra che gli abitanti delle aree rurali -Italiani in testa- hanno a cuore i grandi predatori selvatici e non si sentono rappresentati dalle politiche pro-caccia, temendo anzi la presenza delle doppiette
Il tema della caccia, in risposta alla presenza di grandi predatori selvatici (orsi e lupi in primis) nelle aree rurali, viene da tempo inserito tra quelli “caldi” all’interno dell’agenda politica nazionale e, c’è da immaginare, sarà ancora più centrale nei prossimi mesi, siccome i cacciatori paiono rappresentare un importante bacino elettorale (o, perlomeno, una potente lobby) e a giugno 2024 si vota per il rinnovo del Parlamento europeo.
Caccia: nuova stagione ma vecchi problemi
Ma davvero gli italiani, e gli europei, sono favorevoli alle doppiette e hanno paura degli animali che vivono nei boschi e nelle aree incolte che, fino a prova contraria, rappresentano da sempre il loro habitat e non quello umano?
La risposta è “no”, almeno stando a un recentissimo sondaggio d’opinione condotto in tutta Europa da Savanta per conto di alcune associazioni animaliste e ambientaliste che fanno parte dell’Eurogroup for Animals, tra le quali compare anche la LAV italiana, oltre all’Humane Society International/Europe, la Fondazione Brigitte Bardot, Dierenbescherming, Djurskyddet Sverige, Deutscher Tierschutzbund e World Animal Protection di Danimarca, Paesi Bassi e Svezia.
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«Favorire la convivenza tra uomini e animali selvatici»
L’indagine, infatti, ha fatto emergere come gran parte degli abitanti delle zone rurali siano favorevoli alla difesa dei lupi e degli altri grandi carnivori, con il 68% che afferma che dovrebbero essere rigorosamente protetti e oltre due terzi (il 72%) che concordano sul fatto che abbiano il diritto di coesistere con gli esseri umani.
«Le lobby agricola e venatoria, negli anni, hanno costantemente cercato di abbassare lo status di protezione dei lupi e di altri predatori selvatici -dichiarano dall’Eurogroup for Animals- Tuttavia, una percentuale molto bassa di intervistati ha indicato di sentirsi ben rappresentata dai gruppi di interesse venatori (12%) e agricoli (18%)».
Al contrario, il 66% degli intervistati ha dichiarato che i decisori politici, a partire dalle Istituzioni dell’UE, dovrebbero dare priorità alla conservazione degli animali carnivori, con il 65% che afferma che l’uccisione di singoli esemplari, anche se “problematici”, dovrebbe avvenire solo se si può dimostrare che siano state prima messe in atto misure di protezione adeguate.
Quasi sette intervistati ogni dieci hanno espresso che i benefici e le funzioni dei grandi predatori dovrebbero essere considerati nelle decisioni relative alla loro gestione. «I lupi, ad esempio, svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle popolazioni di prede, prevenendo il pascolo eccessivo e contribuendo in ultima analisi a ecosistemi più sani», sottolineano ancora dall’Eurogroup.
Inoltre -sebbene il rischio di attacchi da parte di lupi e altri carnivori rimanga estremamente basso e possa essere ulteriormente ridotto comportandosi in modo appropriato in caso di incontro- l’indagine evidenzia la necessità da parte dei cittadini di avere più informazioni e, quindi, maggiore consapevolezza: il 62%, ad esempio, afferma di sentirsi più sicuro se potesse comprendere meglio il comportamento di lupi e orsi e come allontanarli qualora ci si venga a trovare faccia a faccia.
«Non dimentichiamo che vi sono diversi strumenti per prevenire e compensare i danni economici causati dai lupi agli animali da allevamento -concludono dal gruppo animalista europeo- Pertanto, alla luce di questi risultati, chiediamo alla Commissione UE e alle altre Istituzioni di ascoltare la voce delle Comunità rurali, mantenendo uno status di protezione rigorosa delle popolazioni di lupi e simili».
Un italiano su due nelle aree rurali ha paura della caccia
Anche la LAV – Lega AntiVivisezione commenta lo studio, sottolineando come il sondaggio abbia particolare rilevanza in quanto condotto solamente tra persone che vivono in aree rurali e sono, pertanto, le più esposte alla convivenza con i grandi carnivori.
«I dati emersi dalle interviste effettuate a cittadini italiani sono sbalorditivi e in netta controtendenza con la narrazione di certa Politica locale, nazionale ed europea che, alla ricerca di facile consenso, specula sulle legittime preoccupazioni delle persone, gonfiate ad arte, senza però dare alcuna risposta utile se non a tentare di raggranellare un po’ di voti, continuando a soffiare sul fuoco della paura», dichiara senza mezzi termini Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici dell’Associazione animalista italiana.
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In particolare, proprio l’Italia è lo Stato europeo in cui la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di non sentirsi rappresentata dai gruppi di interesse pro-agricoltura e pro-caccia e che concorda invece maggiormente sul fatto che la presenza dei grandi carnivori sia una componente essenziale del paesaggio naturale, dichiarandosi pertanto a favore della loro protezione.
«Di segno completamente opposto è quel 50% degli intervistati che ha dichiarato di sentirsi insicuro nell’uscire durante la stagione venatoria -concludono dalla LAV, mettendo in evidenza un altro dato cruciale emerso dall’indagine- Questo significa quindi che, se la Politica volesse realmente favorire la sicurezza dei cittadini, dovrebbe primariamente preoccuparsi di abolire la caccia, un passatempo che causa ogni anno decine di morti e feriti a differenza degli incidenti con i grandi carnivori, che continuano ad essere eventi estremamente rari e soprattutto legati alla mancanza di conoscenza del comportamento che bisogna assumere nel caso di incontro con lupi e orsi».