Agricoltura e sostenibilità al Congresso nazionale ISDE

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Agricoltura e sostenibilità al Congresso nazionale ISDE ultima modifica: 2023-11-09T07:35:43+01:00 da Marco Grilli
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Agricoltura e sostenibilità è il tema di una delle tavole rotonde tenutesi nel corso del Congresso nazionale ISDE svoltosi a Sansepolcro

ll Congresso nazionale dell’Associazione medici per l’ambiente (ISDE), tenutosi dal 20 al 22 ottobre a Sansepolcro (Ar), ha avuto come argomenti centrali l’inquinamento atmosferico e la crisi climatica, problematiche strettamente connesse poiché entrambe causate dalle emissioni delle attività umane con impatti locali e globali. Alla tre giorni hanno partecipato numerose società scientifiche mediche, enti del terzo settore e varie istituzioni che si occupano di ambiente e salute. In questa sede ci soffermeremo su una delle tavole rotonde del congresso, quella dedicata al tema “Agricoltura e sostenibilità”, vista la rilevanza del settore primario sia quale fattore determinante per le emissioni di inquinanti in atmosfera, che per l’impatto sull’alimentazione e la salute umana.

La tavola rotonda dedicata al tema “Agricoltura e sostenibilità”

Ha introdotto la tavola rotonda Gianni Tamino (ISDE), sulla base di un intervento preparato da Carlo Modonesi (ISDE Italia Milano), primo relatore previsto che non è potuto essere presente per motivi personali.

Il tema della sostenibilità in agricoltura è stato subito allargato al contesto europeo, viste le importanti normative in atto, ad esempio quella sui pesticidi o la Politica agricola comunitaria (Pac). Il problema nasce però al momento della loro effettiva applicazione, perché troppo spesso alle parole non seguono i fatti, anche a causa dell’influenza esercitata dalle lobby del settore.

Stiamo lottando contro dei poteri fortissimi che sono quelli che condizionano tutta l’agricoltura, ma purtroppo anche sindacati di categoria del mondo agricolo hanno difeso queste politiche e si oppongono ai cambiamenti, un po’ come fanno gli amministratori della Pianura Padana che non vogliono le nuove norme sull’inquinamento ambientale”, ha affermato Tamino.

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Il rischio è dunque che agricoltura e sostenibilità diventino un ossimoro, a patto che non lo siano già. Questo perché “l’attuale agricoltura industriale non può essere sostenibile”, ha spiegato ancora Tamino. In pratica, quella sostenibilità che doveva spingere verso cambiamenti normativi in agricoltura per farla diventare più green, si è purtroppo spesso tramutata nel greenwashing operato da varie multinazionali del settore (Bayer, Syngenta ecc.).

Nel frattempo, l’utilizzo sistematico dei pesticidi da parte dell’agroindustria sta provocando fenomeni quali la perdita degli impollinatori e della biodiversità, con effetti gravi su tutta la catena alimentare. Si giunge addirittura al paradosso che in California, vista ormai la scomparsa degli impollinatori, si importano gli alveari per la produzione delle famose prugne e di altra frutta, e negli stessi Stati Uniti il posto migliore per allevare le api è diventato addirittura il centro di Manhattan, ha ricordato Tamino, poiché almeno in cima ai grattacieli non si ritrovano pesticidi.

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Tutto questo senza dimenticare gli altri effetti negativi dell’agricoltura intensiva, ad esempio in termini di inquinamento atmosferico, impoverimento del suolo (basti pensare alla desertificazione in atto della Pianura Padana), globalizzazione del commercio con gravi sprechi di cibo e concorrenza alla sana piccola proprietà contadina, fortunatamente ancora diffusa in Italia, garanzia di qualità, salute e difesa dell’ambiente. Anche in Europa deve essere quindi tutelato questo patrimonio di piccoli produttori, garantendogli il giusto guadagno e sottraendoli al controllo delle grandi multinazionali agrochimiche e della grande distribuzione parassitaria.

Tamino ha reclamato quindi la necessità di un’alleanza fra piccoli agricoltori, associazioni e cittadini per produrre cibo sano, rispettando l’ambiente e salvaguardando la biodiversità.

Il Pesticide Action Network (PAN EU)

La seconda relatrice, Natalija Svrtan del Pesticide Action Network (PAN EU), ha presentato in primis questa importante rete, ovvero la branca europea di un’organizzazione internazionale attiva in 60 Paesi, che mira a sostituire l’utilizzo dei dannosi pesticidi di sintesi con le pratiche agricole sostenibili, agendo a vari livelli.

Purtroppo l’attuale Direttiva europea sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) non è ancora entrata in vigore, essendo stata posticipata a causa della guerra in Ucraina e della richiesta di ulteriori studi. Eppure i pesticidi costituiscono un problema enorme, ha sottolineato Svrtan, citando numeri quali i 385 milioni di casi di avvelenamento involontario acuto a causa di questi prodotti, che provocano circa 11mila morti all’anno.

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Questo business comporta inoltre un fenomeno di concentrazione economica, poiché il 70% del commercio globale dei pesticidi è in mano a sole quattro multinazionali agrochimiche (dati 2018). Da una parte enormi introiti, dall’altra gli alti costi pagati dalla società, stimati in 2,3 miliardi di euro nella sola Europa nel 2017. Nel Vecchio Continente, inoltre, gli indicatori per misurare l’utilizzo dei pesticidi tengono conto prevalentemente della loro vendita, trascurando altri aspetti quali la concentrazione, la tossicità e gli effetti negativi per la salute.

L’applicazione della Direttiva trova forti ostacoli da parte delle solite lobby. Svrtan ha manifestato un certo pessimismo nei riguardi del lavoro del trilogo previsto nei prossimi mesi. L’iter dovrebbe concludersi entro la fine del mandato di questo Parlamento europeo, ma è prevedibile che l’accordo avverrà al ribasso.

Perfino l’Italia si oppone alla fissazione di target adeguati di riduzione dell’uso dei pesticidi ed all’armonizzazione dei metodi di calcolo di tali indici, mentre permangono posizioni contrapposte in merito alla definizione di aree sensibili intorno ai luoghi in cui sono utilizzati i pesticidi.

Molto più chiara pare invece l’opinione dei cittadini europei, che in larga maggioranza si sono dichiarati preoccupati per gli effetti negativi sulla salute provocati dai pesticidi. Oltre un milione sono le firme raccolte dalla petizione che sostiene apertamente le posizioni del Pesticide Action Network, da sempre in prima linea nel promuovere la transizione vero l’agricoltura ecologica.

Pesticidi nelle acque nazionali

Ha concluso la tavola rotonda l’intervento di Enrico Veschetti (Istituto superiore di sanità), che ha analizzato il tema della presenza di pesticidi nelle acque nazionali.

I dati Istat dal 2011 al 2020 confermano il decremento della vendita dei prodotti fitosanitari, in particolare per i fungicidi. Tra le sostanze più vendute risulta invece il tanto criticato glifosato, l’erbicida sistemico e non selettivo più diffuso al mondo, considerato potenzialmente cancerogeno da alcuni studi scientifici.

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Veschetti ha analizzato pure la distribuzione regionale dei principi attivi, in Italia si registrano 4,4 kg di principi attivi venduti per ettaro di superficie agricola utilizzata (SAU), con impatto nettamente maggiore al Nord (6,8 kg/SAU).

Successivamente ha passato in rassegna le Direttive ed i Regolamenti europei sui prodotti fitosanitari recepiti anche dalla normativa a livello nazionale, dal Regolamento CE n. 1107/2009 che prevede le norme per l’autorizzazione dei prodotti fitosanitari includendo la valutazione del rischio, fino alle più recenti Direttive Ue riguardanti l’impatto sulla risorsa idrica, tra cui la 2020/2184, che stabilisce i requisiti minimi qualitativi per garantire la sicurezza delle acque destinate al consumo umano (0,1μg/l per la singola sostanza, 0,5 μg/l per i pesticidi totali).

Molto interessante si è rivelata pure l’analisi delle attività di monitoraggio condotte sulle acque superficiali e sotterranee nazionali, un’attività svolta dalle reti ARPA/APPA per conto delle Regioni, mentre i dati sono poi raccolti e pubblicati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Dal 2011 al 2020 si registra un progressivo miglioramento in termini di incremento dei punti di monitoraggio, del numero di campioni presi e soprattutto delle sostanze cercate, un aspetto molto importante perché il mercato dei prodotti fitosanitari è in continua evoluzione ed ogni anno vengono immessi nuovi principi attivi. Attualmente sono ricercate 406 sostanze, non ancora altre 38 ritenute pericolose. Le attività di ricerca sono infatti estremamente complesse e costose per i laboratori analitici.

Venendo ai risultati delle attività di monitoraggio (dati Ispra 2022), le categorie di sostanze più trovate nelle acque superficiali e sotterranee sono gli erbicidi, con percentuali rispettivamente del 43 e del 50%. Analizzando invece i composti, quelli maggiormente presenti nelle acque superficiali sono l’ampa, il metolacloro ed il glifosato, mentre nelle acque sotterranee si ritrovano ancora i metaboliti dell’atrazina, sostanza messa al bando ormai da anni. In sintesi, nel 31% dei punti monitorati delle acque superficiali è stata riscontrata una concentrazione di pesticidi al di sopra dei limiti imposti dalle normative vigenti.

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Il relatore ha inoltre sottolineato la pericolosità della contaminazione delle acque da parte di miscele di sostanze, in media si possono ritrovare 4,3 sostanze per campione nelle acque superficiali e 2,9 in quelle sotterranee. In conclusione, Veschetti ha analizzato in dettaglio alcune delle sostanze che superano di più gli standard di qualità ambientale, soffermandosi in particolar modo sull’ampa, il glifosato, i metaboliti dell’atrazina, i neonicotinoidi, ossia gli insetticidi che minacciano la biodiversità, ed infine i pericolosi erbicidi PBT, persistenti, bioaccumulabili e tossici.

[Credits foto: PublicDomainPicturs, Pixabay]

Agricoltura e sostenibilità al Congresso nazionale ISDE ultima modifica: 2023-11-09T07:35:43+01:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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