The Coastline Runner è lo pseudonimo scelto da Luke Douglas-Home, cugino di Lady Diana, che corre sulle spiagge britanniche (e non solo) raccogliendo i rifiuti: eHabitat lo ha incontrato
Si fa chiamare The Coastline Runner, “il corridore della costa”, e anche lui, come molti eco-runner, unisce la pratica della corsa sportiva a una missione ecologica molto precisa: quella di rimuovere e raccogliere i rifiuti di ogni genere che si trovano sulle spiagge, abbandonati direttamente lì o portati dal mare.
Il suo vero nome è Luke Douglas-Home e, oltre a essere un attivista diventato celebre nel suo Paese per le imprese sportivo-ambientali, vanta un lignaggio che lo collega direttamente a Lady Diana, la compianta Principessa del Galles, di cui risulta cugino di secondo grado e che da giovane ebbe anche occasione di incontrare in alcune riunioni di famiglia.
Classe 1971, è infatti figlio di Charles Douglas-Home, noto giornalista (fu anche direttore del Times dal 1982 fino alla sua prematura morte tre anni dopo), a sua volta figlio di Lady Margaret Spencer, da cui deriva la parentela con Diana. Tra le sue parentele, anche quella con Lord Home of the Hirsel, primo ministro britannico negli anni Sessanta.
Negli ultimi anni, però, Luke ha saputo ritagliarsi una fama tutta sua grazie proprio all’impegno ambientale, che lo ha portato in Tv e sui giornali di tutta la Gran Bretagna, come ospite in numerose conferenze ma anche a lavorare nelle scuole e a fianco di Comuni e Governi locali per contrastare il Marine Litter.
Progetti e campagne ambientali
Nel 2016, Luke Douglas-Home ha dato vita all’organizzazione A Future without Rubbish (Un futuro senza rifiuti), con cui negli anni ha realizzato progetti di sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti e sull’economia circolare anche in India e in Romania.
Ha promosso la fortunata campagna #StirCrazy, per chiedere la messa al bando delle palette di plastica usa-e-getta per mescolare lo zucchero nel caffè e in altre bevande, e di recente ha lanciato “One Bag Zero Waste“, per rendere obbligatorio che gli imballaggi includano materiale riciclato.
A consacrarlo definitivamente sul panorama dell’attivismo ambientale, però, è stata proprio la sua iniziativa di plogging, la disciplina che unisce corsa e raccolta dei rifiuti abbandonati, che gli è valsa anche il soprannome di “Forrest Gump dell’immondizia” nel Regno Unito.
Sea Plogging, in barca a vela per pulire i mari
The Coastline Runner
Il 1° novembre del 2021 Douglas-Home ha iniziato a correre regolarmente sulle coste britanniche, innanzitutto come strumento di sensibilizzazione contro l’inquinamento da plastica negli oceani e i danni da esso causati.
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Si impegna, ogni volta, in tratti di circa 20-30 chilometri, raccogliendo i rifiuti nella sua borsa riutilizzabile e invitando i residenti della zona a unirsi a lui per fare altrettanto (anche solo per pochi minuti) tramite il suo blog e i suoi canali social; in parallelo coinvolge i media, anche locali, nel diffondere messaggi legati alla prevenzione e alla riduzione.
Il suo obiettivo è di visitare la maggior parte possibile della costa britannica nel corso del Decennio delle Nazioni Unite per la Scienza degli Oceani, «per superare la frustrazione causata dalla mancanza di efficacia e di impatto della COP26 nel combattere veramente l’emergenza climatica ed ecologica in cui si trova il pianeta, facendo qualcosa di reale ed efficace».
World Plogging Championship, eco-runner di tutto il mondo contro i rifiuti
La partecipazione ai Mondali di Plogging
La nostra testata ha potuto incontrare Luke “The Coastal Runner” Douglas-Home a Genova, in occasione della finale del campionato del mondo di Plogging 2023, a cui l’attivista britannico è stato invitato dal Comitato organizzatore.
«Essere qui ha rappresentato per me un’opportunità unica -ha dichiarato a eHabitat- Mi ha permesso di conoscere molti altri “plogger” provenienti da tutto il pianeta, fare amicizie e condividere esperienze specifiche in questo ambito, molto utili per le mie future attività».
L’eco-runner si è anche perso per le stradine del capoluogo ligure, risultando così fuori tempo massimo, ma sul traguardo dei Mondiali di Plogging è comunque arrivato trascinando, tra gli applausi, una vera e propria montagna di rifiuti, tra cui spiccavano per “originalità” i resti di una porta da calcio.
«Io sono uno specialista di spiagge, mentre qui ho dovuto correre sui sentieri tra le montagne che sovrastano Genova e… ho smarrito l’orientamento -spiega, con impareggiabile humor britannico- In ogni caso l’importante è essere stato presente e aver fatto, anche oggi, la mia parte, sia come testimonianza che come quantitativo di rifiuti raccolti».
Cosa l’ha impressionato maggiormente durante la competizione? «In negativo, la tanta immondizia ritrovata lungo le strade, nei fossi e anche nelle zone meno abitate: moltissima plastica, ma anche elettrodomestici, un vecchio computer, una batteria di automobile: pazzesco -replica- L’esperienza in sè, però, è stata assai positiva e mi piacerebbe riproporla nel Regno Unito, anche sotto forma di qualificazioni per l’edizione 2024 del World Plogging Championship».
[Articolo realizzato con la collaborazione di Irene Mariano.
Fotografie di Francesco N.M. Rasero o tratte dal sito ufficiale TheCoastlineRunner.com]