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Respinto il Marco temporal, vittoria storica per gli indigeni del Brasile

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Respinto il Marco temporal, vittoria storica per gli indigeni del Brasile ultima modifica: 2023-10-05T07:13:02+02:00 da Marco Grilli
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Il Marco temporal, il progetto di legge che avrebbe limitato il diritto alla terra delle popolazioni indigene, è stato bocciato dalla Corte suprema brasiliana

Il 21 settembre 2023 è una data storica per i diritti delle popolazioni indigene: la Corte suprema brasiliana ha infatti dichiarato l’incostituzionalità del Marco temporal (Limite temporale), ovvero di quel provvedimento normativo che avrebbe riconosciuto il diritto alla terra solo agli indigeni in grado di dimostrare la loro presenza nelle aree in questione già dal 5 ottobre 1988, la data in cui è stata ratificata l’attuale Costituzione del Paese sudamericano.

Nove giudici si sono espressi contrari e due a favore, in attesa della pubblicazione delle motivazioni della sentenza che potrebbero rivelare ulteriori implicazioni.

La portata della sentenza ed i commenti

Per le popolazioni indigene brasiliane si è trattato del “processo del secolo”. Si sono fronteggiati da un lato gli interessi economici e speculativi dell’agro-industria e del settore estrattivo-minerario, dall’altro la strenua difesa del diritto alla terra da parte dei nativi, veri custodi dell‘ecosistema e della biodiversità, in queste aree dall’altissimo valore per la lotta alla crisi climatica globale.

La controversia giuridica si trascinava ormai da anni e riguardava proprio la demarcazione delle terre indigene, che la proposta di legge in questione voleva limitare ai requisiti sopra citati. Una questione rimasta troppo a lungo in sospeso, mantenendo una situazione di grave conflittualità con violazioni continue dei diritti dei nativi. Le terre demarcate rappresentano infatti una grande conquista perché corrispondono ad aree mappate e protette ufficialmente, dove sono rispettati i diritti degli indigeni che le abitano da tempo immemore, nonostante i soprusi e i massacri subiti nel corso degli anni.

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Secondo l’Istituto socio-ambientale (Isa) – una organizzazione non governativa brasiliana fondata nel 1994 e particolarmente attenta alla difesa dei diritti delle popolazioni indigene – sono ben 220 i territori che devono essere ancora demarcati. Il presidente Lula ne ha omologati otto dal giorno del suo reinsediamento, mentre l’obiettivo è quello di arrivare a 14 entro la fine dell’anno. Un netto cambio di rotta rispetto alla precedente presidenza Bolsonaro, che è coincisa con gli interessi della bancada ruralista ed ha portato ad una grave deforestazione in Amazzonia, con una perdita calcolata in ben 6,6 milioni di ettari di vegetazione in quattro anni.

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Le popolazioni indigene hanno condotto da subito un’aspra lotta al Marco temporal, considerato come il più grave attacco ai loro diritti ed alla difesa della Foresta amazzonica, dove sono localizzate la maggior parte delle terre da demarcare. Secondo l’Istituto brasiliano di geografia spaziale, l’approvazione del Marco temporal avrebbe lasciato senza difese un milione di kmq di foresta.

Particolarmente ostili a questo progetto di legge si sono rivelati soprattutto gli indigeni Xokleng, perseguitati ed espulsi dai loro territori nel corso del XIX e XX secolo in seguito alla colonizzazione europea. La loro lotta per la demarcazione del territorio indigeno Ibirama La Klãnõsu cui avanza pretese il governo di Santa Caterina che ha portato il caso alla Corte suprema brasiliana, è stata un vero banco di prova con conseguenze di più ampia portata.

Sul Marco temporal si era espresso chiaramente il membro degli Xokleng Woie Kriri Patte, queste le sue parole raccolte da Survival International: “È una pistola puntata alle nostre tempie. Se venisse approvato, quella pistola sparerà. Sarà lo sterminio dei popoli indigeni, lo sterminio dei nostri territori. Chi mai ha detto che chiunque avesse il controllo di un territorio indigeno nel 1988, quando fu promulgata la Costituzione, ne sarebbe divenuto il legittimo proprietario? Avete mai pensato a chi non era lì e perché? Voglio dire che siamo stati costretti a scappare per sopravvivere. Ecco perché non eravamo in quel territorio nel 1988. Il Marco temporal viene da quelle stesse persone che commettono il genocidio. Se il Marco temporal si basa sulla Costituzione del 1988, allora perché non hanno demarcato tutti i territori indigeni che dovevano essere demarcati entro cinque anni da quella data? ”.

Alla fine è arrivato lo storico verdetto, che ha accolto le ragioni delle popolazioni indigene. “Come si può vedere dallo stesso testo costituzionale, i diritti territoriali indigeni sono riconosciuti dalla Costituzione, ma preesistono alla promulgazione della Costituzione stessa”, ha dichiarato il giudice Edson Fachin. La bocciatura delle tesi dei sostenitori di questa proposta di legge è stata resa definitiva dal giudice Luiz Fux, che ha ribadito l’obbligo stabilito dalla Costituzione di consegnare agli indigeni le terre tradizionalmente occupate, senza limiti temporali, entro cinque anni dalla sua entrata in vigore.

La sentenza ha scatenato l’entusiasmo delle popolazioni indigene. “Vittoria! I popoli indigeni hanno sconfitto il Marco Temporal. Restiamo saldi. I diritti non possono essere negoziati”, il commento dell’APIB, l’organizzazione che riunisce gli indigeni brasiliani. “Per noi è un momento importante di lotta e di festa. Stiamo piangendo di gioia. Oggi canteremo il canto della vita e danzeremo la danza dell’allegria. La Corte Suprema Federale sta dimostrando di avere a cuore le nostre vite e di essere contro il genocidio. Ora continuiamo la nostra lotta per la demarcazione delle nostre terre, fermi e forti come sempre”, la posizione espressa da Aty Guasu, l’Assemblea dei Guarani e dei Kaiowá.

Anche per Survival International siamo di fronte ad una vittoria storica per gli indigeni del Brasile ed ad una sconfitta per la lobby dell’agro-business, “il Marco Temporal era uno stratagemma pensato per legalizzare il furto di milioni di ettari di terra indigena. Se fosse stato approvato, decine di popoli ne sarebbero usciti devastati – come migliaia di Guarani e i Kawahiva incontattati. La proposta del Marco Temporal era parte di un vero e proprio assalto ai popoli indigeni del Brasile e alla Foresta amazzonica, promosso con forza dall’ex presidente Bolsonaro e dai suoi alleati. Per questo è così importante che sia stato rigettato, non solo per i popoli indigeni ma anche per la lotta mondiale ai cambiamenti climatici, ha commentato Fiona Watson, direttrice del dipartimento Advocacy di Survival International.

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Sulla questione sono intervenute numerose organizzazioni ambientaliste, tra queste Greenpeace. “Dobbiamo passare da un modello economico basato sul saccheggio delle risorse naturali a un sistema che protegga quei preziosi ecosistemi e promuova la giustizia sociale, riconoscendo i diritti e il valore della conoscenza ancestrale delle popolazioni indigene e delle comunità tradizionali”, ha dichiarato Martina Borghi, responsabile Campagna Foreste di Greenpeace Italia.

Il progetto di legge 290/2023

La battaglia pare comunque ancora lunga e ricca di insidie. Una settimana dopo la storica sentenza, il Senato federale del Brasile ha approvato prima in commissione e poi in plenaria, con 43 voti favorevoli e 21 contrari, il progetto di legge 2903/2023, che ripropone il Marco temporal e sconfessa quanto stabilito dalla Corte suprema. La norma prevede pure misure ulteriori quali il divieto di ampliamento delle terre indigene già demarcate, la non esclusività nell’utilizzo delle terre da parte delle comunità indigene, la cooperazione per attività economiche tra indigeni e non indigeni e perfino l’autorizzazione al contatto con i popoli isolati in caso di azioni di pubblica utilità.

Il testo approvato è stato definito dall’APIB come il “progetto di legge del genocidio”. Le popolazioni indigene hanno subito rilanciato il movimento #VetaLulaPL2903, chiedendo al presidente Lula di esercitare il diritto di veto.

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Pare impensabile che ciò non si realizzi, ma la controffensiva della bancada ruralista resta forte e minacciosa. Per i nativi è vietato abbassare la guardia.

[Credits foto: Survival International, survival.it]

Respinto il Marco temporal, vittoria storica per gli indigeni del Brasile ultima modifica: 2023-10-05T07:13:02+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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