Snow Leopard, film Fuori Concorso a Venezia 80 è una storia di convivenza fra l’uomo e il leopardo delle nevi nelle remote montagne del Tibet.
Il leopardo delle nevi è uno dei principali predatori dell’Himalaya. Come tutte le creature che vivono in questi territori è oggetto di venerazione e rispetto nella cultura locale. In particolare questo felino rappresenta lo spirito delle montagne e quindi la sua cattura o la sua morte sono un cattivo presagio.

La sua natura sfuggente ha contribuito ad alimentare ulteriormente leggende sul suo conto. Un alone di mistero che non ne hanno fermato una caccia discriminata, ad opera di bracconieri per la medicina cinese e di pastori per vendicarsi delle perdite del loro bestiame.
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Un’altra causa che ha ridotto la popolazione di leopardi è a anche la crisi climatica e il relativo scioglimento delle grandi nevi e dei ghiacciai, suoi territori di caccia.
Attualmente risultano esserci circa 6400 esemplari stimati, maggiormente distribuiti in Cina con 3000 esemplari. Per questo motivo il governo cinese, assieme ai dodici governi dei Paesi in cui è diffuso, si impegna a salvaguardare gli habitat dove vivono questi felini e a tutelarli. In particolare in Cina sono considerati animali protetti di “Categoria 1” ossia il livello di protezione massimo. Ciò rende la cattura o l’uccisione dei reati punibili a livello penale.
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Il rapporto fra il leopardo e l’uomo è il cuore del film Xue Bao – Snow Leopard di Pema Tseden. Il film è presentato postumo (il regista è morto l’8 maggio 2023 per un’insufficienza cardiaca) alla 80° Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Fuori Concorso.
Tseden aveva presentato al Lido altri suoi lavori nel corso degli anni: Jinpa e Balloon, rispettivamente nella 75° e 76° edizione della Mostra. Carattere specifico del suo cinema è stato raccontare il Tibet e la sua gente in maniera realistica, lontano dalle loro rappresentazioni più mistiche.

Snow Leopard si divide in maniera piuttosto netta fra presente e passato, oggettivo e soggettivo, misticismo e tecnologia, fra Uomo e Natura. Da una parte abbiamo una troupe televisiva locale che si reca nella regione del Quinghai per fare un servizio. Hanno ricevuto la segnalazione da un giovane monaco, Nyman: la sua famiglia ha appena catturato un esemplare di leopardo. Nyman oltre che monaco è un fotografo dilettante con un legame speciale con questi animali, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Monaco leopardo delle nevi”.
Quando arrivano trovano Junpa, il fratello maggiore di Nyman, in disputa con il loro padre Aku, sulla sorte della belva. Il primo propone di liberarlo, il secondo è deciso ad ucciderlo o a tenerlo intrappolato fino a che il Governo non lo risarcisca per il danno subito. Prima della cattura l’animale si era infatti introdotto nottetempo uccidendo nove pecore.
Dall’altra parte assistiamo al rapporto profondo fra il giovane monaco e il leopardo. Questa parte ha il sapore di una fiaba. Anni prima un leopardo aveva massacrato delle pecore alla stessa famiglia. Era stato catturato e frustato. Nyman, con la pretesa di restare da solo per uccidere lui stesso l’animale, decide di liberarlo. Di lì a poco sarebbe partito per prendere i voti. Per lui la vita di tutti gli esseri senzienti è fondamentale. Tempo dopo il giovane nel viaggio di ritorno si trova infreddolito e prossimo alla morte nella neve. In suo soccorso arriva quel leopardo che, come segno di gratitudine, si offre di trasportarlo sul proprio dorso fino a casa.

Lo sguardo oggettivo della macchina da presa si moltiplica. L’animale è un elemento che viene inizialmente visto fuori campo, sembra quasi una visione. Poi, quando vediamo la bestia in trappola, entriamo nei suoi occhi e entriamo nel suo mondo. Una vista concitata ed ebbra di violenza nell’atto della caccia; nitida nell’ambiente nevoso in cui la creatura si muove con disinvoltura. Un territorio fatto da dislivelli di roccia, e ampi manti nevosi. Noi vediamo con i suoi occhi, e ne percepiamo il sentimento di rispetto che questi nutre per l’uomo che è in grado di ricambiarlo. Non è una visione naturalistica quella a cui assistiamo. Percepiamo la coscienza del leopardo, comprendiamo la sua necessità e le sue paure.
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Una visione che ha in comune con Nyman, il quale non esita ad entrare nel recinto nel tentativo di ammansire l’animale. Vediamo il suo percorso mistico ma anche umano che lo hanno spinto ad amare il leopardo. Per il giovane rappresenta la forza di spirito necessaria per il completamento del suo percorso spirituale. La sua immagine del leopardo differisce notevolmente da quella degli altri personaggi. Loro vedono o solo lo spietato cacciatore di bestiame o un misterioso oggetto di studio.
Quando tutti si mettono a guardare dei filmati sul computer di leopardi delle nevi, il ragazzo ne è rapito. Ciò che vede corrisponde ad un’immagine prettamente oggettiva che si discosta dalla sua. Le riprese in questione sono vere riprese documentaristiche mentre il leopardo intrappolato è realizzato in computer grafica. Una scelta stilistica per sottolineare che il leopardo è una entità più che un animale, un totem più che un mero elemento dell’ecosistema himalayano. È il simbolo di una cultura millenaria di mutuo rispetto che si è andato a perdere. Di un mondo lontano in cui la convivenza fra uomini ed animali era una solida realtà.
