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Il cicloturismo cresce ma il governo vuole tagliare 400 milioni di euro del Pnrr per le ciclovie

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Il cicloturismo cresce ma il governo vuole tagliare 400 milioni di euro del Pnrr per le ciclovie ultima modifica: 2023-09-04T07:38:44+02:00 da Marco Grilli
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Nonostante gli ottimi dati sul cicloturismo il governo intende tagliare 400 milioni di euro del Pnrr destinati alle ciclovie turistiche, la protesta delle associazioni

Come dimostrano gli ultimi dati, il cicloturismo è un settore in crescita e sempre più apprezzato nel Bel Paese. Nonostante tali evidenze il governo ha deciso di tagliare 400 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinati alle ciclovie turistiche, suscitando la protesta delle associazioni di mobilità sostenibile.

La protesta delle associazioni

Progetti già avviati o in fase di appalto rischiano di fermarsi in seguito al taglio annunciato da Palazzo Chigi. Forte preoccupazione emerge da un appello firmato da otto associazioni attive nel campo della mobilità sostenibile (Federazione italiana ambiente e bicicletta – Fiab, Legambiente, Clean Cities Campaign, Milano Bicycle Coalition, ISDE Italia, Associazione medici per l’ambiente, Fondazione Michele Scarponi, hub.MAT e Salvaiciclisti), che invitano il governo a tornare sui suoi passi.

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Dopo aver già espresso il loro punto di vista durante la Conferenza Stato Regioni, le firmatarie chiedono di lasciare immutati i finanziamenti riguardanti i progetti in grado di rispettare le scadenze imposte dai fondi Pnrr, mentre laddove i ritardi in fase di approvazione o progettazione non permetteranno l’accesso a quei fondi, invitano comunque ad individuare una copertura economica con altre fonti di finanziamento. Unico modo per permettere alla rete Bicitalia, promossa dal ministero del Turismo con continue campagne di comunicazione, di procedere secondo le tempistiche previste.

Qualora il governo decida di non fare dietrofront, le associazioni chiedono comunque che i fondi Pnrr tolti alle ciclovie siano destinati allo sviluppo della ciclabilità nazionale, in particolar modo a quei piccoli progetti comunali di facile realizzazione per i percorsi ciclabili casa-scuola. In questo caso si tratta di interventi semplici che non richiedono lunghi iter progettuali e di appalto e permettono di rispettare facilmente le scadenze.

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Se da una parte la crescente sedentarietà costituisce un problema preoccupante che riguarda soprattutto le giovani generazioni, dall’altra la sicurezza nei percorsi casa-scuola costituisce un aspetto fondamentale per garantire la giusta autonomia ai ragazzi e di conseguenza incentivare la mobilità attiva e sostenibile, al fine di ridurre il traffico e l’inquinamento per città più sane, vivibili e coese dal punto di vista sociale.

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Ci appelliamo al forte sentimento di genitorialità più volte espresso dal Presidente del Consiglio Meloni affinché attraverso il finanziamento di progetti casa-scuola l’Italia possa garantire un futuro più sano, sicuro e indipendente alle generazioni più giovani. La messa in sicurezza, con itinerari ciclabili, dei percorsi casa-scuola è un passaggio indispensabile per offrire alle famiglie una più facile gestione degli spostamenti quotidiani ed è in linea con le indicazioni della Società Italiana di Pediatria che individua nel diritto alla mobilità attiva di bambini e ragazzi un aspetto imprescindibile della loro salute”, commentano le associazioni.

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Il cicloturismo in Italia 

Nel 2022 sono state oltre 33 milioni le presenze di cicloturisti in Italia, con un impatto economico di oltre quattro miliardi di euro. Tali dati emergono dal Rapporto Viaggiare con la bici 2023, realizzato dall’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart) per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio promosso con Legambiente.

“Il cicloturismo è una leva sempre più importante della valorizzazione in chiave turistica del nostro territorio e perfettamente in linea con le scelte in termini di sostenibilità ambientale che caratterizzano il Pnrr. Attraverso il Rapporto, Isnart monitora già da alcuni anni il fenomeno, consapevole del grande potenziale in termini di indotto economico, allungamento della stagionalità e riorientamento dei flussi turistici verso borghi e aree interne del Paese che il bike tourism esprime, da Nord a Sud”, ha commentato il Presidente di Isnart, Roberto Di Vincenzo, in occasione della presentazione del rapporto.

I cicloturisti puri, ovvero i turisti italiani e stranieri che hanno scelto l’Italia per la loro vacanza in bicicletta, hanno fatto segnare oltre nove milioni di presenze turistiche nel 2022, una cifra più che doppia rispetto a quella dell’anno precedente, con un impatto economico stimato in oltre un miliardo di euro. I dati parlano chiaro: la bici va sempre più di moda quale mezzo di un turismo lento e sostenibile che fa il bene del Bel Paese.

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La crescita della domanda ha chiaramente avvantaggiato gli operatori specializzati che hanno intercettato per primi questa tendenza, offrendo proposte e servizi di qualità. Sempre maggiore è l’interesse dei grandi tour operator esteri. Il Rapporto analizza nello specifico gli identikit dei cicloturisti e dei turisti con la bicicletta (prevalentemente giovani che prediligono vacanze attive includendo la bici tra le varie attività sportive, tendenti a viaggiare in coppia e molto interessati all’intrattenimento), riservando uno spazio pure al fenomeno del cicloturismo di nicchia, rappresentato prevalentemente da professionisti cinquantenni con alta capacità di spesa.

La rete è ancora un fattore determinante per la scelta delle mete: Veneto, Trentino Alto Adige e Toscana restano le regioni preferite, capaci di intercettare il 47% dei flussi cicloturistici del 2022. Un aspetto che non deve però far dimenticare la grande crescita in questo settore anche delle regioni del  Sud, dove il cicloturismo consente di allungare la stagionalità, variare le mete ed incrementare lo sviluppo turistico delle aree interne. Molto positive si sono rivelate le iniziative realizzate in Basilicata, Abruzzo, Calabria e Puglia.

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Isnart e Legambiente hanno pure indicato nel Rapporto le misure necessarie all’ulteriore sviluppo del cicloturismo italiano: una politica fiscale per la filiera del ciclo italiana (a partire dalla riduzione dell’Iva sugli acquisti di bici e sui servizi connessi); una strategia di comunicazione specifica e coordinata per la valorizzazione sui principali mercati internazionali; la selezione e messa a fattor comune delle migliori prassi per far crescere le aree in via di sviluppo cicloturistico; il miglioramento della sicurezza e qualità infrastrutturale; lo sviluppo di nuovi percorsi ciclabili secondo un disegno originale che caratterizzi il prodotto italiano, ed infine l’analisi della qualità del sistema di offerta, per ovviare alla mancanza di professionalità specifiche quali  il bike marketing manager, il designer di esperienze e le guide esperte.

L’Agenda 2030 pone al punto 11 l’obiettivo di rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Non valorizzare adeguatamente il cicloturismo (e la bici in generale) potrebbe rivelarsi un grave errore. Cerchiamo di non perdere quest’occasione.

[Credits foto: Federazione italiana ambiente e bicicletta, fiabitalia.it]

Il cicloturismo cresce ma il governo vuole tagliare 400 milioni di euro del Pnrr per le ciclovie ultima modifica: 2023-09-04T07:38:44+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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