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Alla scoperta del fratino, il piccolo trampoliere in pericolo di estinzione che indica la salute delle nostre spiagge

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Alla scoperta del fratino, il piccolo trampoliere in pericolo di estinzione che indica la salute delle nostre spiagge ultima modifica: 2023-09-02T07:30:27+02:00 da Marco Grilli
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Il fratino è il piccolo trampoliere delle nostre spiagge minacciato in primis dal turismo balneare, in Italia si registrano solo 600 coppie in 8.300 km di coste

Chi lo ha avvistato nelle nostre spiagge sarà rimasto affascinato dai suoi movimenti veloci, dalla sua inconfondibile “mascherina nera” e dal suo tipico e limpido richiamo “djit”: ci stiamo riferendo al fratino, il piccolo trampoliere purtroppo in pericolo di estinzione nel nostro Paese.

Al fine della sua salvaguardia dal 2013 opera in Italia il Comitato nazionale per la conservazione del fratino, che coordina le associazioni locali, effettua censimenti accurati e promuove iniziative e strategie a tutela di questo caratteristico e simpatico limicolo.

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La specie

Il fratino (Charadrius alexandrinus) rientra nella famiglia delle Charadriidae, che deriva il suo nome dal leggendario caradrio, un uccello bianco che per gli antichi greci si limitava a visitare solo i giardini dei re. Al caradrio venivano inoltre attribuiti poteri magici di guarigione, mentre Platone lo descriveva come un uccello ingordo.

Tornando all’oggi, il fratino è un piccolo limicolo (39-48 grammi di peso, lunghezza di 15-17,5 centimetri, apertura alare di 42-45 centimetri), che presenta una testa arrotondata, un becco nerastro corto e sottile, inconfondibili macchie nere tra becco ed occhi ed ai lati del petto (la tipica “mascherina”), parti superiori marroni ed inferiori bianche e delle zampe relativamente lunghe e nerastre.

Questi trampolieri vivono in ambienti umidi caratterizzati dall’acqua bassa, nutrendosi prevalentemente di invertebrati presenti nel limo. Non è un caso quindi che siano facilmente avvistabili anche lungo le nostre spiagge, in generale si tratta però di una specie quasi cosmopolita tendente a nidificare nelle zone umide costiere e nei laghi salati interni dell’Africa Settentrionale e di tutti i paesi europei, fino alla Scandinavia meridionale.

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Il periodo riproduttivo va dalla metà di marzo a quella di agosto, per i nidi – piccole e semplici buchette nella sabbia foderate con frammenti di bivalvi e/o sassolini contenenti fino a tre o quattro uova – sono predilette le aree con nulla o scarsa vegetazione od ambienti artificiali di nuova formazione collegati all’habitat di elezione, ovvero suoli salini e fangosi in prossimità dell’acqua ma al riparo da inondazioni. Le dune delle nostre spiagge sono dunque mete ambite, bisogna però ricordare che durante il periodo riproduttivo il fratino è solitario e territoriale, tende perfino ad essere aggressivo per difendere il nido e non andrebbe disturbato.

Le uova vengono incubate per 24-27 giorni ed i pulli sono nidifughi, ovvero escono rapidamente dal nido dopo 24-36 ore per seguire i genitori alla ricerca di cibo. La presenza di un nido di fratino dovrebbe essere sempre salutata con entusiasmo perché indica l’ottimo stato di salute dell’ambiente marino e delle spiagge interessate. Il fratino rifugge infatti da arenili inquinati, degradati o livellati dalle ruspe, tanto che la sua presenza è perfino uno dei parametri per l’assegnazione delle tanto ambite Bandiere Blu.

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Le minacce

Il preoccupante calo della popolazione di questa specie è dovuto principalmente ad un turismo sempre più invasivo ed all’alterazione e distruzione dell’ambiente dunale, registratasi in particolare negli ultimi decenni.

Oltre a tali aspetti, il Comitato nazionale per la conservazione del fratino ha individuato tutta una serie di altre criticità di origine antropica, che “influenzano negativamente sia il successo della cova delle uova che di involo dei pulcini determinando un successo riproduttivo molto basso delle coppie nidificanti”.

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Ecco i pericoli elencati: la pulizia meccanica e non regolamentata delle spiagge; la cattiva gestione degli stabilimenti balneari; la presenza di automezzi e motoveicoli sulle spiagge; l’abbandono di rifiuti; il randagismo canino; la predazione da parte di cani padronali; l’esigua estensione delle aree protette lungo le coste; la vandalizzazione dei nidi ed infine la scarsa interazione tra enti competenti ed esperti del settore.

Anche la Lega italiana protezione uccelli (Lipu) si schiera contro la pulizia meccanica delle spiagge che “fa un doppio danno perché elimina i ripari utili a pulcini e adulti per difendersi dai predatori naturali e rimuove gli organismi di cui questi uccelli si nutrono, lasciandoli senza cibo. Per non parlare del pieno periodo di nidificazione, quando i mezzi meccanici colpiscono direttamente, e in modo letale, i piccoli fratini”. Per la stessa organizzazione ambientalista la protezione del fratino significa promuovere un turismo diverso, che oltre al giusto divertimento tenga conto del rispetto dell’ambiente e della biodiversità.

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Oltre a sottolineare l’importanza della diffusione dei pannelli informativi sulle spiagge per evidenziare l’importanza di questa specie, la Lipu invita a rispettare sei regole fondamentali per la sua tutela, ovvero la pulizia manuale delle spiagge, l’asportazione solo parziale del materiale spiaggiato per lasciare riparo, la protezione dei nidi tramite metodologie consolidate, la verifica preventiva della sostenibilità di attività potenzialmente dannose per la nidificazione, il divieto di introduzione di cani vaganti nella porzione di arenile dove si sono verificate nidificazioni ed infine le azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

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Le attività di monitoraggio lungo le coste calabresi hanno impegnato 41 volontari che hanno percorso 73 km per un totale di 185 uscite e 648 ore. Sette nidi (tre in più rispetto al 2022) sono stati rinvenuti nelle 27 aree monitorate tra Tirreno e Ionio, oltre a qualche individuo singolo ed un gruppo di 25 fratini che ha stazionato sulla spiaggia di Catanzaro lido tra gennaio e inizio marzo.

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I volontari della Lipu hanno operato in coordinamento con il settore Area conservazione natura della sede nazionale e con il Comitato nazionale per la conservazione del fratino, collaborando proficuamente pure con altre associazioni locali. Si è trattato di un prezioso lavoro di salvaguardia che ha permesso di arricchire i dati a livello regionale e sensibilizzare l’opinione pubblica, i Comuni e gli enti coinvolti.

Il declino della specie continua ad essere evidente, dovuto alla forte urbanizzazione delle coste ed al diffuso e intensivo turismo balneare con le attività connesse. Il fratino è classificato in pericolo (EN) nella Lista Rossa IUCN degli uccelli nidificanti in Italia 2021, “senza alcun intervento atto a mitigare o eliminare le minacce la loro estinzione è prospettiva concreta”, ribadisce la Lipu.

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La popolazione italiana di fratino è diminuita del 50% negli ultimi dieci anni, il censimento del 2018 svoltosi contemporaneamente in 14 regioni italiane ha rilevato solo 570 coppie e 691 nidi. In Calabria, “dei 4 riproduttivi del 2022, solo 2 sono stati confermati nel 2023, le altre nidificazioni sono avvenute in nuovi siti. Delle 5 province monitorate solo quelle di Catanzaro e Crotone hanno ospitato nidificazioni, 5 sul lato ionico e 2 su quello tirrenico”, sottolinea la Lipu

I volontari calabresi hanno evidenziato pure comportamenti potenzialmente dannosi che confermano una scarsa conoscenza di questa specie (ad esempio il prelevamento di pulcini dalle spiagge perché considerati erroneamente in difficoltà), ribadendo la necessità di fare rete nelle attività di monitoraggio, in un’ottica di citizen science.

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La conoscenza e la consapevolezza all’interno di una rete ampia di persone può essere un’arma efficace contro le deturpazioni, le opere inutili, gli eventi dannosi, gli illeciti ambientali e gli interessi economici di pochi”, concludono i volontari.

[Credits foto: Luigi Sebastiani, lipu.it]

Alla scoperta del fratino, il piccolo trampoliere in pericolo di estinzione che indica la salute delle nostre spiagge ultima modifica: 2023-09-02T07:30:27+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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