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Orsa JJ4, la Lav rifiuta l’abbattimento ed indica i rifugi adatti ad ospitarla

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Orsa JJ4, la Lav rifiuta l’abbattimento ed indica i rifugi adatti ad ospitarla ultima modifica: 2023-04-24T05:59:19+02:00 da Marco Grilli
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Per evitare l’abbattimento dell’orsa JJ4 la Lav ha individuato due rifugi attrezzati all’estero che potrebbero ospitarla, primi pareri positivi in attesa del verdetto del Tar

Si aprono nuovi spiragli per l’orsa JJ4 responsabile dell’aggressione ai danni di Andrea Papi, il 26enne di Caldes (Tn) appassionato di corsa in montagna, ritrovato morto sul monte Peller lo scorso 5 aprile. Una tragedia che ha suscitato un enorme clamore mediatico e aperto un forte dibattito con posizioni contrastanti sul progetto di reintroduzione degli orsi in Trentino e sulla loro gestione.

Il progetto di reintroduzione Life Ursus

Alla fine degli anni Novanta l’orso bruno sulle Alpi era ormai quasi in via d’estinzione. Nel 1996 partì il progetto Life Ursus, finanziato dall’Unione europea e promosso dal Parco naturale Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e l’ex Istituto nazionale per la fauna selvatica, oggi confluito nell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). L’obiettivo era quello di ricostituire  in 20-40 anni una popolazione di 40-50 orsi nelle Alpi centrali, tramite il rilascio di dieci esemplari provenienti dalla Slovenia.

“Il Progetto di reintroduzione dell’orso bruno nelle Alpi centrali rappresenta probabilmente, sia per le caratteristiche della specie, sia per le condizioni socio-economiche dell’area di immissione, il più ambizioso intervento di conservazione attiva della fauna mai tentato in Italia, si legge nel volume “L’impegno del parco per l’orso: il progetto Life Ursus”. Prima della realizzazione del progetto, l’Istituto nazionale per la fauna selvatica fu incaricato dello studio di fattibilità che analizzò 60 parametri su una superficie di 6.500 km2 ben oltre i confini della provincia di Trento. I risultati furono lusinghieri, perché circa 1.700 km2 di territorio comprendente il Trentino occidentale e le province di Bolzano, Brescia, Sondrio e Verona risultarono essere idonei alla presenza dell’orso, mentre oltre il 70% degli abitanti si dichiarò favorevole al rilascio di orsi nell’area.

La fase operativa del progetto partì nel 1999 con il rilascio dei primi due esemplari, cui ne seguirono altri otto tra il 2000 e il 2002. I risultati confermarono le previsioni e l’ottimo adattamento degli orsi al territorio. Life Ursus ha anticipato la spontanea ricomparsa dell’orso in territorio italiano, contribuendo al rinsaldamento tra le popolazioni ursine presenti ed in espansione sull’arcata alpina centro-orientale. Oggi in Trentino si stima la presenza di 78 orsi, con un intervallo di confidenza compreso tra 73 e 92 (dati forniti dalla sezione faunistica della Provincia autonoma di Trento nel 2021).

Per assicurare la coesistenza di questi plantigradi con l’uomo servono politiche gestionali efficaci, a tal fine è stato redatto il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE), formalmente recepito da tutte le amministrazioni territoriali delle Alpi centro-orientali, dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra.

Il caso dell’orsa JJ4

Il tragico episodio di Caldes in Val di Sole rappresenta il primo caso di un uomo ucciso da un orso nel nostro Paese. Nell’intera Europa le aggressioni da parte di questi animali sono molto rare.  In Svezia, dove gli orsi sono circa 3mila, il progetto scandinavo sull’orso bruno ha documentato 114 incontri negli ultimi 15 anni, nella maggior parte dei quali i plantigradi si sono dileguati senza alcun danno. In 100 anni si contano solo due vittime. Tornando al Belpaese sono soltanto sette le aggressioni negli ultimi 150 anni, tutte registrate in Trentino.

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All’indomani dei risultati dell’autopsia, la reazione del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti non si è fatta attendere. Per motivi di pericolosità per l’incolumità e la sicurezza pubblica è stata emessa un’ordinanza che prevede la cattura e l’abbattimento di tre orsi considerati problematici anche dall’Ispra (oltre a JJ4, i due maschi MJ5 E M62), oltre alla richiesta di ridurre a 50 gli orsi presenti in Trentino, poiché considerati in sovrannumero rispetto alle previsioni originarie del progetto Life Ursus. Fugatti ha dichiarato che per troppo tempo in Trentino si è pensato al benessere degli animali e non a quello delle comunità, ribadendo di non essere interessato al benessere animale ed alle modalità di cattura.

Il 18 aprile scorso JJ4 è stata catturata con una trappola a tubo nella foresta della Val Meledrio. L’orsa è stata portata temporaneamente presso il Centro faunistico del Casteller di Trento. In seguito al ricorso presentato dalla Lega anti vivisezione (Lav), il Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Trento ha infatti sospeso l’ordinanza firmata da Fugatti che prevede l’abbattimento di JJ4. Tutto è rimandato alla prossima udienza dell’11 maggio.

L’orsa responsabile dell’attacco mortale sul monte Peller, nata nel 2006, era già stata al centro delle cronache per tre precedenti episodi non mortali verificatisi tra il 2020 e il 2022. Il 29 luglio 2020 il Tar di Trento sospese l’ordinanza provinciale che prevedeva la sua uccisione in seguito ad un incidente verificatosi con dei cacciatori, cui seguì una nuova ordinanza di cattura cancellata definitivamente dallo stesso Tar il 15 aprile 2021.

Posizioni e proposte degli animalisti

Le organizzazioni animaliste accusano la Provincia di Trento di non aver messo in atto le necessarie attività di prevenzione, sensibilizzazione e informazione. La Lav fa riferimento ad esempio alla mancata sterilizzazione dell’orsa a febbraio 2021 – nonostante il parere positivo dell’Ispra – al fine di prevenire ulteriori comportamenti aggressivi, così come all’aver ignorato alcune proposte di una strategia di convivenza pacifica con gli orsi, quali la sostituzione di tutti i cassonetti dei rifiuti con i “modelli anti-orso”, poiché la presenza di cibo spinge questi animali ad abbandonare la loro naturale diffidenza nei confronti dell’uomo.

Anche secondo Enpa, Leidaa e Oipa gli strumenti per ottimizzare la convivenza con gli orsi in Trentino non sono stati considerati o sono stati attuati in modo insufficiente, tra questi “il monitoraggio in tempo reale degli orsi, la chiusura agli escursionisti di alcune aree, la distribuzione capillare di cassonetti anti-orso, l’installazione di recinzioni elettrificate, efficaci azioni di sensibilizzazione e d’informazione rivolte a turisti e residenti”.

Gli orsi sono protetti sia da convenzioni internazionali che da leggi nazionali, secondo la Lav una soluzione che non preveda l’abbattimento di JJ4 è giusta e possibile, poiché sono state individuate due strutture, il Gnadenhof für Bären in Germania e l’Al Ma’wa for Nature and Wildlife in Giordania, pienamente adeguate ad accogliere gli orsi nel pieno delle loro caratteristiche ecologiche. La Lav cita inoltre il rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che prevede “la tutela degli animali e della biodiversità” e si richiama a quanto espresso dall’Ordine dei veterinari di Trento, che ha invitato gli iscritti “a non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia”, non rilevandosi al momento pericoli verso la popolazione. L’Ordine ha ribadito che non vi è stato alcun confronto con il presidente Fugatti e non può quindi esservi alcuna condivisione sul parere espresso.

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La situazione è in continua evoluzione, la Lav ha chiesto alla Provincia di Trento la custodia dei tre orsi incriminati al fine di poter procedere al loro trasferimento, “poiché una volta catturati, la loro uccisione aggiunge nulla alla paventata sicurezza dei trentini, spiega Massimo Vitturi, responsabile Area animali selvatici. La stessa organizzazione critica la volontà del presidente Fugatti di ridurre gli orsi in Trentino, un provvedimento giudicato frutto di incompetenza e improvvisazione, poiché “solo la mancanza di opere di prevenzione e gestione della convivenza comporta incidenti, che quindi possono avvenire sia che siano in una popolazione composta da 50 orsi, sia che siano in una popolazione di 100 orsi”, come dimostra il caso dell’orsa Daniza.

Per la Lav serve un progetto educativo-informativo rivolto a tutti i cittadini trentini ed il futuro degli orsi dovrebbe spostarsi dal tavolo del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza a quello scientifico ed etico con il Ministero dell’Ambiente, Ispra, Unione europea ed associazioni animaliste ed ambientaliste, che “possano lavorare ad un serio progetto di convivenza pacifica garantendo sia la sicurezza che la vita degli orsi, che non hanno altra colpa se non quella di comportarsi come tali”, spiega Gianluca Felicetti presidente Lav.

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Nei prossimi giorni la Lav depositerà tutta la documentazione tecnica necessaria ad attestare i requisiti di sicurezza delle due strutture indicate. Intanto aperture verso il trasferimento ed una soluzione non violenta sono giunte sia dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin sia dall’Ispra, che considera i due rifugi indicati come un’opzione che il Tar potrà prendere in considerazione per formulare il giudizio nell’udienza del prossimo 11 maggio.

Il futuro di JJ4 è ancora appeso a un filo.

[Credits foto: Lega anti vivisezione www.lav.it]

Orsa JJ4, la Lav rifiuta l’abbattimento ed indica i rifugi adatti ad ospitarla ultima modifica: 2023-04-24T05:59:19+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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