Scacco matto alle rinnovabili 2023, il report di Legambiente

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Scacco matto alle rinnovabili 2023, il report di Legambiente ultima modifica: 2023-04-17T07:03:13+02:00 da Marco Grilli
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Nel report annuale sulle energie rinnovabili Legambiente indica gli ostacoli normativi, burocratici e culturali che frenano la transizione energetica in Italia

“In Italia lo sviluppo delle rinnovabili continua ad essere una corsa ad ostacoli. A pesare in prima battuta norme obsolete e frammentate, la lentezza degli iter autorizzativi, gli ostacoli e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi. Il risultato finale è che nella nostra Penisola l’effettiva realizzazione di nuovi impianti da fonti pulite resta timida e insoddisfacente, quasi un miraggio nel 2022”. Tali conclusioni sui ritardi della transizione energetica in Italia emergono dal report di LegambienteScacco matto alle rinnovabili 2023”, presentato alla Fiera K.EY di Rimini insieme ad un pacchetto di proposte e ad un’analisi su quattro leggi nazionali e 13 regionali che frenano la corsa delle fonti pulite.

Il report sulle rinnovabili di Legambiente

Nonostante l’emergenza climatica, l’aumento dei costi energetici, la crisi sociale ed i prefissati obiettivi di decarbonizzazione, nel nostro Paese la produzione da fonti rinnovabili non ha raggiunto i risultati sperati. Quest’ultime nel 2022 hanno fatto registrare un segno negativo, con l’unica eccezione del fotovoltaico e l’eclatante calo dell’idroelettrico (-37%), legato alla stagione di siccità. Il contributo delle energie pulite ai consumi complessivi si è così attestato al 32%, ovvero ai dati del 2012. Non è andata meglio per le installazioni, solo 3,035 GW nel 2022, tanto che stando alla media della nuova capacità realizzata negli ultimi due anni, l’obiettivo di 85 GW verrà raggiunto solo tra 20 anni. “Inaccettabile non solo per l’emergenza climatica che sta affrontando il nostro Paese, ma anche per le opportunità strutturali ambientali, sociali e di innovazione che invece un nuovo modello energetico può portare e che continuando così perderemo, esasperando crisi climatica, energetica e sociale”, si legge nel report.

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A fine febbraio 2023 in Italia sono addirittura 1.364 gli impianti in lista di attesa, ovvero in fase di valutazione di impatto ambientale (VIA), di verifica di assoggettabilità a VIA, di valutazione preliminare e di provvedimento unico in materia ambientale a livello statale. Un’alta percentuale di questi (76%) si trova in sole quattro regioni, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Risultano davvero poche le autorizzazioni concesse dalle regioni negli ultimi quattro anni: solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ottenuto il via libera (contro il 41% del 2019 ed il 19% del 2020), mentre si fermano allo 0% quelli dell’eolico on-shore, rispetto al 6% del 2019 ed al 4% del 2020.

Dati nel complesso preoccupanti se si pensa che negli ultimi anni sono aumentati sia i progetti presentati sia le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale di impianti di energia a fonti rinnovabili, quest’ultime sono passate da 168 GW al 31 dicembre 2021 ad oltre 303 GW al 31 gennaio 2023”, specifica il report.

Legambiente attribuisce queste lentezze soprattutto alle Regioni, poiché nonostante le procedure di VIA siano divise fra Stato, Regioni e Comuni sulla base della potenza degli impianti, la quasi totalità dei progetti passa attraverso l’autorizzazione unica in capo alle Regioni od il provvedimento autorizzatorio unico regionale che comprende anche la VIA. Sui 13 scenari possibili ben 11 sono in capo alle Regioni, con un evidente blocco delle installazioni. Senza dimenticare che pesano pure i rifiuti delle amministrazioni comunali e le opposizioni locali Nimby (Not in my backyard) e Nimto (Not in my terms of office).

Storie di blocchi alle rinnovabili 

Nel report sono state raccontate 24 nuove storie di progetti bloccati e norme che ostacolano la diffusione delle rinnovabili in tutta Italia. Sul fronte delle Regioni si passa dal Veneto che ha inserito i fitti elenchi dei “principi di presunta idoneità” (legge regionale n.17 del 19 luglio 2022) tendenti a generare solo incertezze e confusione tra le imprese e gli stessi uffici pubblici, all’Umbria che ha limitato le installazioni di impianti fotovoltaici e agrivoltaici in aree agricole e industriali (regolamento regionale n.4 del 12 luglio 2022), fino alla Toscana dove nel caso dell’impianto eolico del gruppo Agsm Aim, ricadente nei Comuni di Vicchio e Dicomano e finalmente quasi giunto alla realizzazione, sono state presentate numerosissime richieste di integrazione dalle commissioni di VIA in fase di valutazione.

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Tra gli altri casi emblematico è quella della Puglia, prima in Italia per progetti rinnovabili in fase di VIA ma tra le peggiori per il completamento degli iter autorizzativi. Qui Legambiente cita il progetto Odra Energia, un impianto offshore con 90 turbine galleggianti da 1,3 GW di energia pulita a circa 13 km dalla costa adriatica tra Porto Badisco e Santa Maria di Leuca, ostracizzato per impatto paesaggistico, nonché il Sito di interesse nazionale (Sin) di Brindisi, che prevede un parco fotovoltaico da 300 megawatt quale utile esempio di recupero di aree inquinate e non bonificabili, ancora bloccato dopo l’analisi dei rischi prescritta nel lontano 2007 e mai effettuata. In Sardegna il cigno verde sottolinea invece la campagna mediatica a priori contro qualsiasi progetto eolico, con il fronte della contestazione che tende poi ad allargarsi anche alle opere necessarie al trasporto dell’energia prodotta da nuove fonti rinnovabili.

In questo quadro a tinte fosche fortunatamente non mancano i controesempi da prendere a modello per Legambiente, come in Campania, dove la modifica alle legge regionale n.37 del 2018 ha permesso di riaprire una call per tutti i progetti di nuovi impianti a fonti rinnovabili rimasti bloccati, ed in Calabria, dove la Regione ha disposto di rendere molto più agevoli i progetti di autorizzazione unica.

Le proposte di Legambiente

“Se davvero si vuole contrastare la crisi climatica, accelerare la transizione ecologica e centrare gli obiettivi di decarbonizzazione indicati dall’Europa, l’Italia deve puntare con fermezza su rinnovabili, efficienza, autoproduzione, reti elettriche e accumuli. In questo percorso, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, convinto che l’Italia debba diventare l’hub delle rinnovabili e non quello del gas.

Per lo sviluppo di queste fonti di energia pulita, il cigno verde chiede l’aggiornamento delle linee guida per l’autorizzazione dei nuovi impianti, ferme al 2010, ed il riordino delle normative. L’obiettivo è quello di realizzare un lavoro congiunto fra i ministeri interessati al fine di pubblicare un Testo Unico che “semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca in modo univoco ruoli e competenze dei vari organi dello Stato, dia tempi certi alle procedure”, dando sempre importanza al dibattito pubblico uno strumento strategico sia per migliorare l’accettabilità sociale dei progetti sia per accelerare i processi autorizzativi ed evitare contenziosi inutili”, si legge nel report.

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L’Italia ha fame di energia pulita, fondamentale nella lotta alla crisi climatica “ma anche per portare benefici strutturali nei territori e alle famiglie e per creare opportunità di crescita ed innovazione in ogni settore”, chiosa Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente.

Scacco matto alle rinnovabili 2023, il report di Legambiente ultima modifica: 2023-04-17T07:03:13+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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