legge per vietare l'importazione di pelli di canguro in Italia

Proposta di legge per vietare l’importazione di pelli di canguro in Italia, intervista all’onorevole Evi

in Animali|Biodiversità|News
Proposta di legge per vietare l’importazione di pelli di canguro in Italia, intervista all’onorevole Evi ultima modifica: 2023-03-24T07:10:52+01:00 da Francesco Rasero
da

Presentata in Parlamento una proposta di legge per vietare l’importazione di pelli di canguro in Italia, per contrastare l’uccisione di due milioni di animali all’anno. Intervista alla prima firmataria, l’onorevole Eleonora Evi.

Stop all’importazione di pelli di canguro in Italia «per fermare il più grande e cruento massacro di animali selvatici al mondo»: lo chiede Eleonora Evi, deputata di Alleanza Verdi Sinistra e co-portavoce nazionale di Europa Verde, prima firmataria di una proposta di legge per introdurre “il divieto di importazione e immissione sul mercato nazionale di prodotti derivati dalla caccia commerciale al canguro”.

Giornata Mondiale del Canguro, eventi e sensibilizzazione in difesa della specie

«L’Italia è il primo Paese tra gli importatori europei di pelli di canguro, utilizzate in molti settori, tra cui lo sport e la moda di lusso -spiega l’onorevole- Fortunatamente, alcune aziende attente al loro impatto ambientale e sociale, a seguito di approfondimenti, hanno già deciso di escludere definitivamente l’impiego di tali prodotti, ritenendoli non sostenibili. Ma il problema resta vasto».

Il progetto di legge si innesta, infatti, su una campagna di sensibilizzazione che viene condotta da alcuni anni da parte dalla Lega Anti Vivisezione (LAV), all’interno della coalizione internazionale di ONG ambientaliste “Kangaroo Task Force”, e che ha portato alcuni importanti brand -da Diadora a Prada, Ferragamo e Versace, ma anche marchi esteri come Puma, Timberland e, notizia di questi giorni, Nike- a rinunciare all’utilizzo dei pellami derivanti dai marsupiali per realizzare i loro prodotti.

Pelle di canguro: il no di Ferragamo alla mattanza dei canguri

Proprio la LAV, che ha contribuito a mettere a punto la proposta presentata in Parlamento da Alleanza Verdi Sinistra, aveva pubblicato un dossier nel 2019 per denunciare le gravi criticità della “filiera del canguro” e portare alla luce le modalità cruente di uccisione di questi animali, adulti e cuccioli, anche attraverso alcune immagini di forte impatto.

«I consumatori e le aziende della moda e degli articoli sportivi stanno sempre più preferendo produzioni prive di componenti animali, creando un mercato realmente sostenibile e più etico e che dovrebbe essere sostenuto anche dalle istituzioni –ha dichiarato Simone Pavesi, area Moda Animal Free della LAV L’Italia ha la possibilità di essere Paese guida in Unione Europea , come già avvenne nel 2006 con l’importazione di pelle di foca».

legge pelli di canguro italia
L’onorevole Eleonora Evi, prima firmataria della proposta di legge contro l’importazione e l’utilizzo delle pelli di canguro in Italia

Stop alle pelli di canguro: intervista a Eleonora Evi (AVS – Europa Verde)

Per approfondire il tema, eHabitat ha intervistato direttamente la prima firmataria della proposta di legge, l’onorevole Eleonora Evi, classe 1983 e già europarlamentare per due legislature, oggi anche membro della Commissione Attività Produttive e Turismo della Camera dei Deputati.

Può spiegare ai lettori di eHabitat.it cosa contraddistingue nello specifico, in negativo, la caccia al canguro?
«Si tratta di una pratica “segreta”, che avviene di notte, nelle isolate e immense praterie dell’Australia. Ciò implica un’oggettiva impossibilità ad attuare le linee guida governative, che nei fatti non vengono rispettate, con una pressoché totale assenza di controlliI cacciatori si muovono liberamente a bordo di pick-up in un territorio sconfinato; l’uccisione dovrebbe avvenire con colpo di fucile al cervello, ma è dimostrato che ciò non avviene quasi mai, dato che sparare di notte, a distanza anche di 100 metri, rende impossibile centrare con un solo colpo l’animale. Con gli animali che saltano e fuggono in tutte le direzioni, molti sono colpiti da più proiettili e subiscono ferite orrende: le mascelle vengono spazzate via, perdono gli occhi, subiscono lesioni interne, si spezzano gli arti e cercano disperatamente di salvarsi zoppicando su un piede. Quasi un canguro adulto ogni 20 subisce una morte lenta e dolorosa».

Scoprire l’Australia: 3 cose da fare nella Terra dei Canguri

Perché in Australia questa pratica è ancora oggi così diffusa? I sostenitori dicono che i canguri siano anche dannosi per l’ambiente…
«La caccia al canguro è principalmente finalizzata alla conservazione dei pascoli, in favore degli allevamenti di pecore, al commercio dei prodotti derivati (carne e pelle, soprattutto per l’export), e alla riduzione/eradicazione della specie, classificata come infestante. Il presunto “impatto” dei canguri sull’ambiente e sulle attività agricole è però esclusivamente frutto di un pregiudizio che risale all’epoca della colonizzazione europea del continente australiano. I canguri, in quanto erbivori, sono da subito stati visti come possibili antagonisti nell’accesso alle risorse (i pascoli) destinate alle pecore per la produzione di lana. Risorse che, nel tempo sono andate diminuendo, ma non per la presenza del canguro, che in Australia vive da milioni di anni, bensì per la crescita esponenziale della popolazione di ovini. Negli anni sono stati prodotti studi scientifici che documentano come in realtà non vi sia alcuna competitività: ciononostante, questo pregiudizio è ancora consolidato anche nelle autorità governative che, ogni anno, stabiliscono le quote di uccisione».

Può darci qualche numero relativo a questa mattanza?
«La media è di due milioni di canguri uccisi ogni singolo anno, un dato dieci volte maggiore della più nota caccia alle foche praticata in Canada. E questi dati ufficiali non tengono conto degli animali adulti morti a seguito di ferite da sparo e di quelli giovani e dipendenti morti in conseguenza delle uccisioni delle madri. Si stima che, ogni anno, vi siano da 500 mila a un milione di cuccioli “vittime collaterali” della caccia commerciale. Una vera e propria mattanza senza eguali nel mondo e priva di alcuna giustificazione etica, ambientale, economica. Di fronte ad una sempre più drammatica crisi di biodiversità globale, non è possibile accettare queste pratiche crudeli e inutili delle quali il nostro paese si fa complice».

Caccia alla volpe con i cani, in Scozia è finalmente vietata per legge

In che modo è coinvolto in tutto questo il nostro Paese?
«L’Italia è il principale Paese europeo importatore di pelli di canguro. Tra il 2012 e il 2016 ha assorbito il 39% dell’export, per un ammontare di circa due milioni di capi e un valore indicativo complessivo al di sopra di 15 milioni di euro. Le pelli sono utilizzate per la realizzazione di prodotti sportivi, come scarpe da calcio e tute motociclistiche, ma anche per la produzione di calzature e accessori. Come detto, negli ultimi anni è aumentata la sensibilità anche da parte di molte aziende, che hanno dimostrato di poter restare leader nella propria area di mercato senza ricorrere all’impiego di questi pellami».

Cosa chiedete al Parlamento di introdurre nella legislazione italiana?
«La nostra proposta di legge prevede, dal 1° gennaio 2024, il divieto di importazione in Italia e di immissione sul mercato nazionale dei prodotti, a partire dalle pelli, derivanti dalla caccia commerciale al canguro. Sono previste la reclusione da uno a tre anni e una multa da 30 a 150 mila euro, con pena aumentata qualora vengano impiegate etichettature false o contraffatte, per trarre in inganno il consumatore».

Vedere le foche in Islanda, tra la natura incontaminata dei fiordi

Proposta di legge per vietare l’importazione di pelli di canguro in Italia, intervista all’onorevole Evi ultima modifica: 2023-03-24T07:10:52+01:00 da Francesco Rasero
Tags:
Proposta di legge per vietare l’importazione di pelli di canguro in Italia, intervista all’onorevole Evi ultima modifica: 2023-03-24T07:10:52+01:00 da Francesco Rasero

Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Animali

Go to Top