Nowruz 2023, il capodanno persiano si celebra all’equinozio di primavera ed è un vero e proprio simbolo di rinascita. Ecco come si festeggia
Il Nowruz 2023, la festività con cui si celebra l’inizio dell’anno persiano, coincide con l’equinozio di primavera, che quest’anno cade lunedì 20 marzo.
Nella lingua persiana Nowruz significa letteralmente “giorno nuovo“, ad indicare un nuovo inizio, una nuova vita.
È una festa antichissima, legata alla religione zoroastriana, particolarmente sentita in Iran, ma festeggiata anche in tutti i Paesi che facevano parte dell‘Impero persiano, oltre che dalle comunità iraniane sparse ovunque nel mondo.
I festeggiamenti durano in tutto 12 giorni e prevedono vari rituali.
Khane Tekani
Per prima cosa si dedicano al Khane Tekani, la completa pulizia della casa (paragonabile alle occidentali “pulizie di primavera”). Questo rituale comprende anche l’acquisto di fiori e piante, in particolare giacinti e tulipani, per decorare la casa e renderla il più accogliente possibile in vista dell’arrivo degli ospiti nel giorno della festa.
Nowruz 2022, il capodanno persiano che simboleggia la rinascita
Chahârshanbe Sûrî
L’ultimo mercoledì dell’anno si festeggia lo Chahârshanbe Sûrî, letteralmente “Il mercoledì scarlatto”. Durante la notte le persone accendono dei falò per strada e ci saltano sopra intonando un canto tipico che recita queste parole: “Il mio colore giallo a te, il tuo colore rosso a me“. Con questa formula si cede la propria debolezza (il giallo), per ottenere in cambio forza e salute (il rosso). Le ceneri dei falò vengono poi raccolte e seppellite lontano dalle abitazioni, a simboleggiare l’allontanamento delle negatività accumulate durante l’anno che sta per terminare.
L’ultimo giovedì dell’anno è dedicato invece al culto dei morti.
Il giorno del Nowruz
Il giorno del Nowruz le famiglie lo passano intorno alla tavola imbandita, che viene preparata secondo la regola dell’Haft-Sin: bisogna apparecchiare la tavola con 7 alimenti tipici che cominciano tutti con la lettera S.
- Sabzeh: germogli di grano, lenticchie o orzo, a simboleggiare la rinascita;
- Samanu: dolce cremoso a base di grano che rappresenta l’abbondanza;
- Senjed: giuggiole secche, che rappresentano amore e ospitalità;
- Serkeh: aceto, che rappresenta l’età e la pazienza;
- Sib: una mela rossa, che simboleggia la bellezza;
- Sir: aglio, che simboleggia la medicina;
- Somaq: sommaco (una spezia), che simboleggia la vittoria del bene sul male.
Non solo: sulla tavola troviamo anche uova dipinte, candele, un’ampolla con un pesce rosso, alcune monete, una bottiglia di acqua di rose (tutti simboli di vitalità, prosperità e vittoria del bene sul male).
In un braciere invece si pongono rue selvatico (un’erba sacra usata per allontanare gli spiriti cattivi), giacinti e narcisi, uno specchio e il Corano.
Sizdah bedar
I festeggiamenti si concludono con il Sizdah bedar, “13 all’aperto”. Si trascorre la giornata all’aperto così che quando gli spiriti maligni entrano nelle case, non trovando nessuno sono costretti ad andarsene.
Brava, grazie.