Ai Premi Oscar 2023 vincono l’amore e il rispetto per gli animali

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Ai Premi Oscar 2023 vincono l’amore e il rispetto per gli animali ultima modifica: 2023-03-19T07:24:24+01:00 da Emanuel Trotto
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Premi Oscar 2023, vittoria dei cortometraggi che riflettono il rapporto fra noi stessi e gli animali

Si è tenuta, la settimana scorsa al Dolby Theatre di Los Angeles, la 95 Edizione del Premio Oscar. La maggiore manifestazione cinematografica è da sempre amata, odiata ma, in ogni caso è sempre e comunque chiacchierata.

Anche quest’anno sono state le grandi emozioni a essere premiate, in tutte le categorie. Questo è quello che conta, al netto di tutte le possibili critiche e contestazioni. Perché è questo uno dei ruoli del cinema, anche se può risultare scontato: quello di far emozionare e far riflettere allo stesso tempo. Un ruolo che è presente sia nel lungometraggio che nel medio o nel cortometraggio. In questo caso le dimensioni non contano affatto.

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Infatti nelle categorie considerate “minori” si trovano delle piccole perle. Esse scorrono velocemente fra le prime premiazioni della nottata. Due perle piccole, come le categorie Miglior Cortometraggio Documentario e Miglior Cortometraggio Animato. A ottenere la statuetta per queste categorie sono stati, rispettivamente: Raghu, il piccolo elefante (The Elephant Whisperers) di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga. Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo (The Boy, the Mole, the Fox and the Horse) di Peter Bayton e Charlie Mackesy, ispirato all’omonimo libro per ragazzi di quest’ultimo. Due piccole grandi storie che hanno la semplicità di una favola. Essenziali come un disegno veloce su di un foglio di carta. Entrambi sono disponibili in streaming, rispettivamente, su Netflix e su AppleTV +.

Raghu il piccolo elefante
Il poster di Raghu il piccolo elefante (in originale The Elephant Whisperers) Premio Oscar 2023 come Migliore Cortometraggio Documentario.

Raghu, il piccolo elefante

Il Premio Oscar come Migliore Cortometraggio Documentario, Raghu, è la storia di una famiglia che si è persa per poi ritrovarsi. Da una parte abbiamo Bomman e Bellie, una coppia di  etniaTamil che hanno avuto delle storie difficili: Bellie ha perso il marito e la figlia. Bomman è stato trafitto dalla zanna di un elefante di cui si stava prendendo cura. Per questo ha deciso di occuparsi solo di cuccioli. Dall’altra abbiamo Raghu, un piccolo di elefante rimasto orfano e abbandonato dal suo branco. Siamo nel ritrovo per gli elefanti asiatici più grandi e più vecchi dell’Asia. Il Theppakadu Elephant Camp venne inaugurato 140 anni fa all’interno del Parco Nazionale del Mudumalai nel sud dell’India.

Premi Oscar 2023 animali
Raghu il piccolo elefante (in originale The Elephant Whisperers) Premio Oscar 2023 come Migliore Cortometraggio Documentario.

Bomman e Bellie vedono Raghu come un segno di Ganesh, la divinità con le fattezze elefantine. Lo curano come se fosse un loro figlio, e lui si comporta come tale nel bene e nel male. Si ingelosisce pure quando alla coppia viene affidata una seconda elefantina, Ammu. Lei è vittima della siccità che porta gli elefanti a muoversi freneticamente in cerca di acqua. Questo comporta lasciare indietro chi è più piccolo.

I tre protagonisti di Raghu
I tre protagonisti di Raghu: Bomman (a sinistra) e Bellie, oltre a Raghu al centro.

Diventano finalmente una famiglia quando Bomman e Bellie si sposano con i loro “figli” pachidermi a fare da testimoni. Con loro c’è anche Sanjama, la nipotina “umana” di Bellie. Lei imparaerà quanto i pregiudizi delle persone sugli elefanti in India derivino dalla scarsa conoscenza che si ha di loro. Non sono solo una proboscide, delle larghe orecchie e una coda grande come una scopa. Se invadono le città o distruggono i raccolti la colpa è solo in una direzione, non quella degli elefanti. Il corto si chiude con uno sguardo carico di speranza per le nuove generazioni umane, con un’immagine simbolica. Un gruppo di bambini aiuta un grosso elefante a farsi un bagno e lui, per ringraziarli, spruzza loro addosso l’acqua con la proboscide.

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo , Premio Oscar come Migliore Cortometraggio Animato, è stato prodotto dal regista JJ Abrams (Star Wars – L’ascesa di Skywalker), dall’attore Woody Harrelson e realizzato da 120 artisti durante il lockdown del 2020.

È una storia di condivisione fra un gruppo di personaggi eterogenei. Sono una talpa golosa di torte, una volpe schiva e un cavallo solitario e saggio. Tutti e tre si incontrano, nel corso della storia, con un bambino che ha perso la strada di casa. La loro vicinanza nel viaggio che intraprenderanno, come nella migliore tradizione, sarà di formazione per tutti. Impareranno il valore dell’amicizia, dell’individualità ma non solo.

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo
Una scena de Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo, Premio Oscar 2023 come Migliore Cortometraggio Animato.

Per capirlo basterebbe guardare un po’ più in alto. Dapprima abbiamo la talpa e il bambino che vedono il mondo dal loro punto di vista. Assieme salgono sul ramo di un albero e poi su di una collina, sempre più in alto per seguire il fiume dei loro obiettivi. Una volta salito sulla groppa del cavallo, il bambino si metterà in piedi sul suo dorso e solleverà la talpa oltre sua testa. Quest’ultima ha un’epifania. Il mondo è davvero più grande.

Il nostro punto di vista non è il solo, è il nostro e basta. Ma ce ne sono tanti, tantissimi altri. Bisogna saper imparare a guardare senza giudicarsi. Bisogna osare: cadere è solo un primo tentativo di aprire le ali per poter volare. Un passo dopo l’altro e si riesce a spiccare il volo. La nostra storia è una pagina bianca che viene costantemente riscritta, ognuno lascia il suo segno come le impronte sulla neve. Che esse siano i segni delle scarpe, un solco strisciante, delle zampe furtive o dei nobili zoccoli.

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Bianco come la neve si apre il racconto, o come la pagina bianca sulla quale compaiono i titoli di testa. L’inquadratura si avvicina, dall’alto al basso verso il bambino, nel bianco che cerca di accucciarsi sulla neve. Poco dopo dalla neve emerge il musetto della talpa. La storia, la nostra storia fa capolino quando meno te lo aspetti e non vede l’ora di raccontarsi.

Ai Premi Oscar 2023 vincono l’amore e il rispetto per gli animali ultima modifica: 2023-03-19T07:24:24+01:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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