Tutto pronto per la nuova avventura di Omar Di Felice, questa volta alle prese con una delle regioni più remote dell’Himalaya: il Ladakh.
Quote che sfiorano i cinquemila metri, interi villaggi che in inverno si spopolano e temperature ampiamente sotto lo zero. Questo è l’altopiano del Ladakh, gemma fredda e ostile incastonata tra le vette dell’Himalaya indiana, al confine con Pakistan e Cina. Anche solo l’idea di trascorrere una notte qui, mentre fuori un vento gelido sferza i teli della tenda, metterebbe a dura prova chiunque. Ma quale sforzo bisogna fare per immaginare di attraversare l’intero altopiano in sella a una bicicletta? Quale sforzo bisogna fare, insomma, per immaginare di vestire i panni di Omar Di Felice, ultracyclist noto per le sue imprese “ai confini del mondo”, che ha scelto proprio il Ladakh come meta della sua nuova avventura?
Le otto montagne – Sulle vette per riconnettersi col mondo
Due mesi dopo lo stop anticipato in Antartide, Omar Di Felice è pronto a ripartire. E lo farà come ha sempre fatto: zaino in spalla e in sella alla sua bicicletta.
Il viaggio attraverso l’altopiano comincerà da Leh, il capoluogo della regione, dove Omar di Felice trascorrerà qualche giorno per “acclimatarsi“, prima di proseguire con una traversata in solitaria lunga più di mille chilometri.

Il Ladakh “è una tappa che avevo nel mio cassetto dei desideri“, ci ha raccontato Omar Di Felice qualche giorno prima di imbarcarsi per Delhi. “Al ritorno dal Polo Sud – ha continuato – dovevo mettere in campo una sorta di piano B. Istintivamente la testa mi ha portato in Ladakh, una regione che reputo essere molto spirituale. Al di là del freddo estremo, dell’alta quota e della fatica a pedalare, ho di fronte un’opportunità preziosissima: quella di passare molto tempo da solo con me stesso, in uno dei luoghi più belli che si possano esplorare“.
L’impresa proibitiva, seppur contraddistinta da un forte valore simbolico, è stata ribattezzata “Alone in Ladakh“. Un nome azzeccatissimo, visto che il campione di ultracycling pedalerà in condizioni di completa solitudine.
Salvo imprevisti, il viaggio durerà circa venti giorni e toccherà una decina di tappe per un totale di 1200 chilometri e 2500 metri di dislivello.
Non ci resta che augurare a Omar Di Felice il nostro più grande in bocca al lupo!
