Mitigare gli effetti senza intervenire sulle cause più profonde rischierebbe di peggiorare ulteriormente la situazione. La crisi climatica al centro del nuovo report IPPR.
“1.5 °C – morti o vivi?“, recita il laconico titolo dell’ultimo report IPPR, l’Istituto per la Ricerca sulle Public Policy. Che questa volta pone l’attenzione sul cosiddetto rischio strategico, paventato da alcuni, di violare gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi, concentrando le risorse su questioni più incombenti. Come se la lotta alla crisi climatica fosse ormai una causa persa.
Una logica dai risvolti drammatici, sostengono gli scienziati. “L’incapacità storica di affrontare in modo adeguato il cambiamento climatico – si legge sul report – potrebbe portare a conseguenze che sfidano la nostra capacità di gestire le cause più profonde della crisi“.
Crisi climatica, il conto dei danni economici è sempre più salato
Sono infatti molti, ormai, a ritenere inevitabile che il riscaldamento globale possa superare il limite di 1,5°C imposto dall’Accordo di Parigi. Stando a questa tesi, tanto varrebbe concentrare gli sforzi mitigando il più possibile i danni. Un bias cognitivo pericoloso, una distorsione percettiva che si estende al modo in cui i decisori politici affrontano la crisi ambientale.
La mancanza di lungimiranza e l’incapacità di far fronte all’emergenza climatica stanno allontanando attenzione e risorse dal vero focus: le cause. In questo modo, la temperatura continuerà a salire e i disastri ecologici saranno sempre più frequenti, “distogliendo ancora più attenzione e risorse, e così via“. E allora altro che strategico: il rischio, semmai, è quello di precipitare in un circolo vizioso e infausto, come sottolineato più volte nel report IPPR.
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“È necessario uno sforzo sistematico per affrontare le minacce – concludono i ricercatori che hanno lavorato al report IPPR – Bisogna cogliere quanto prima l’opportunità per una vera azione ambientale, e per rendere la stessa transizione ecologica più resiliente“. Altrimenti, il mondo per come lo conosciamo potrebbe non resistere ancora a lungo.