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Ispezioni dei Nas nei canili, scoperte numerose irregolarità

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Ispezioni dei Nas nei canili, scoperte numerose irregolarità ultima modifica: 2023-02-07T06:44:57+01:00 da Marco Grilli
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Le ispezioni nei canili pubblici e privati da parte dei carabinieri dei Nas hanno svelato numerose irregolarità, il 27% delle strutture non è risultato a norma

Le ispezioni nei canili dei Nas hanno svelato numerose irregolarità.

Il rispetto degli standard di legge nei canili italiani pare un traguardo ancora lontano. L’intensa attività di controllo svolta nell’ultimo periodo dai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e salute (Nas), di concerto con il ministero della Salute, ha rivelato una realtà preoccupante.

Il benessere dei nostri amici a quattro zampe non sembra l’obiettivo principale dei conduttori sparsi in tutta la Penisola. Senza dimenticare che in tale settore continuano a farsi sentire gli interessi della criminalità organizzata. Le ispezioni svolte su tutto il territorio nazionale dai Nas, tese ad accertare la regolarità di conduzione delle strutture e lo stato di salute dei cani ospitati, hanno riguardato 876 canili pubblici e privati. Gli esiti sono sconfortanti: ben 244 strutture, pari al 27% del totale, sono risultate irregolari. Nel complesso sono state sanzionate 29 persone per violazioni penali ed altre 230 per illeciti amministrativi, per un totale di 180mila euro.

Le violazioni e i reati contestati 

“Le principali violazioni hanno riguardato carenze igienico/strutturali ed autorizzative degli ambienti destinati al ricovero e sgambatura, numero di box (in alcuni casi costruiti abusivamente in dimensioni non sufficienti), smaltimento irregolare delle carcasse di animali, omessa registrazione degli animali all’anagrafe canina, gestione irregolare dei farmaci, comunicano i Nas.

Bastano queste poche righe per capire come sia tutt’altro che confortevole l’esperienza dei migliori amici dell’uomo in queste strutture spesso così inospitali, specialmente quando a dominare è solamente la logica del profitto.

I reati contestati vanno dal maltrattamento e abbandono di animali al mancato rispetto del benessere, dall’effettuazione di interventi chirurgici non motivati da ragioni patologiche alla gestione irregolari dei farmaci. In pratica, nelle strutture sanzionate i Nas hanno riscontrato che non sono state rispettate le esigenze fisiologiche ed etologiche dei cani ospitati, costretti a vivere in contesti sovraffollati e privi delle regole basilari di igiene.

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Ancora più inquietanti risultano gli interventi chirurgici eseguiti per motivi estetici e non per curare patologie. Si tratta di operazioni di conchectomia e caudectomia, in parole semplici del taglio delle orecchie nel primo caso e della coda nel secondo. Se a tutto ciò aggiungiamo l’utilizzo di farmaci non più in corso di validità, il quadro, a dir la verità orrido, è completo.

I Nas di Torino e di Perugia hanno inoltre accertato due casi di traffico illecito di animali da compagnia, poiché sono stati introdotti sul territorio nazionale dei cuccioli di cane privi della documentazione identificativa/sanitaria richiesta dalla legge. I malcapitati erano stati regolarizzati in modo fraudolento tramite l’inserimento nelle anagrafi canine e la microchippatura.

Il commento dell’Oipa all’operazione dei Nas

In merito a questo ennesimo triste episodio, la sezione italiana dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha ribadito che continuerà a intervenire in tutte le sedi per garantire il benessere degli animali, a maggior ragione da quando la loro tutela è stata pure fissata nella Costituzione, grazie all’aggiornamento dell’articolo 9 entrato in vigore lo scorso anno.

Ben vengano questi controlli, gli stessi che eseguono anche le nostre guardie zoofile su tutto il territorio nazionale, sempre in collaborazione con le forze dell’ordine. Queste operazioni ci fanno sentire meno soli nella lotta ai reati e agli illeciti anche solo amministrativi”, ha commentato Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa Italia.

Il Rapporto zoomafia 2022 sui canili e sul traffico dei cuccioli

Le irregolarità nei canili d’altronde non sono una novità. Il Rapporto zoomafia 2022 della Lega antivivisezione (Lav), che ha analizzato i dati delle procure, ha svelato che ogni 55 minuti viene emessa una denuncia per reati contro gli animali.

Più in generale, per il reato di maltrattamento di animali  sono stati registrati ben 2.318 procedimenti con 1.383 indagati, per quello di abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura i procedimenti sono stati 940 con 750 indagati, mentre per il traffico di cuccioli 38 con 67 indagati.

Stando ai dati in possesso agli autori del rapporto, sicuramente in difetto, nel 2021 sono stati sequestrati 11 tra canili e rifugi che ospitavano 1200 cani. Otto le persone denunciate. Dal 2004 al 2021 le strutture poste sotto sequestro salgono così a 79,  riguardanti 9.213 cani e 200 gatti, per un totale di 100 individui querelati.

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Non solo i canili costituiscono un business notevole, ma anche il traffico dei cuccioli dai Paesi dell’est Europa, che riguarda migliaia di animali ogni anno e vede attivissime le organizzazioni criminali transnazionali, capaci di realizzare enormi profitti.  Tutti gli anni nei Paesi dell’Unione europea vengono spostati circa 46mila cani, ma solo per metà di questi è possibile la tracciabilità, ovvero la ricostruzione esatta del percorso dal luogo di nascita al destinatario finale. Facile capire che la restante parte finisce preda del mercato clandestino.

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“Cani e gatti rappresentano un grosso giro d’affari che, come tale, attira anche gli appetiti di malavitosi e truffatori. Solo nel 2021 sono stati sequestrati almeno 450 cani; 17, invece, le persone denunciate. Dal 2010, anno in cui è entrata in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli, fino al 2021 compreso, sono stati sequestrati 7.015 cani e 92 gatti (dal valore complessivo di circa 5.612.000 euro). 400, invece, le persone denunciate. Ovviamente sono stime per difetto”, si legge nel rapporto.

Impossibile abbassare la guardia di fronte a questi reati che svelano la loro natura transnazionale.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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