Il rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi evidenzia ritardi sulla messa in sicurezza degli edifici e sull’efficientamento energetico
Gravi ritardi in materia di sicurezza degli edifici ed efficientamento energetico, in una cornice di forti divari territoriali tra il nord ed il sud comprese le isole: è quanto emerge da “Ecosistema scuola”, il rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi, giunto alla sua XXII edizione.
Il rapporto
“Ecosistema scuola” ha analizzato nel 2021 le condizioni di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia, per una popolazione scolastica di oltre un milione di alunni.
Le scuole italiane purtroppo non paiono poggiare su basi solide, basti pensare che solo il 51,5 e il 46,7% degli edifici dispongono rispettivamente del certificato di agibilità e di quello di collaudo statico, mentre continua ad essere prorogato il termine per la certificazione di prevenzione incendi, posseduta solamente dal 51,4% delle strutture. Passibile di miglioramenti è anche l’accessibilità, poiché le scuole dotate di accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche sono l’86,5%.
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La sicurezza scolastica non può naturalmente prescindere dal rispetto della normativa antisismica, ma anche in questo ambito il rapporto segnala criticità. Solo 20 dei 274 edifici dei Comuni capoluogo posti in zona sismica 1 risultano progettati e/o adeguati alla normativa. Oltre la metà dei Comuni dichiara di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi cinque anni, che però hanno interessato solamente il 3,1% delle strutture scolastiche. Il rapporto segnala inoltre gravi ritardi sulle verifiche di vulnerabilità sismica.
Se gli edifici scolastici sono spesso molto vecchi, le nuove scuole tardano ad arrivare, essendo solo 39 quelle realizzate negli ultimi cinque anni. Né nuove né troppo moderne verrebbe da dire: gli edifici costruiti con i criteri della bioedilizia sono infatti solo 47 su 5.616.
Passando agli aspetti della manutenzione e degli investimenti il quadro si complica ulteriormente. Il rapporto evidenzia che le indagini diagnostiche dei solai dovrebbero essere prioritarie, ma negli ultimi cinque anni hanno riguardato solamente il 30,4% degli edifici, un dato che diminuisce bruscamente nelle isole (18,8%). Ancora peggio va per gli interventi di messa in sicurezza, realizzati sul 12,1% degli edifici. Nota di merito per Cesena e Verbania, che hanno posto al sicuro tutte le loro scuole.
Negli ultimi cinque anni hanno beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria il 59,3% delle strutture scolastiche, ma il 30,6% ne reclama ancora di urgenti. Una percentuale che sale addirittura al 36,8 al sud e al 53,8 nelle isole. Tale situazione permane nonostante dal 2019 al 2021 si siano registrati aumenti sia per gli investimenti in manutenzione ordinaria e straordinaria che per la spesa, ad eccezione dei Comuni del centro Italia Italia. Alessandria, Bolzano e Belluno sono i Comuni che spendono di più. Nel 2021 sono diminuite però le amministrazioni che hanno beneficiato di fondi nazionali e regionali per l’edilizia scolastica.
Sul fronte della sostenibilità c’è ancora molto lavoro da fare per diminuire i consumi energetici delle scuole ed aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’81,1% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, che sono stati rivolti però solo al 17,1% degli edifici scolastici.
Si tratta di lavori importanti, ad esempio per sostituire caldaie, vetri e serramenti o per isolare le coperture o le pareti esterne, che non sono comunque valsi a realizzare miglioramenti importanti in termini di passaggio a classi energetiche superiori. Solo il 4,2% delle scuole risulta infatti in classe energetica A, appena il 10,8% si ritrova nelle prime tre classi energetiche, il 74,8% resta tristemente nelle ultime tre.
Buone nuove si registrano invece negli impianti da energia rinnovabile, le strutture scolastiche che li possiedono sono saliti in 10 anni dal 12,4 al 21,8%, con il sud del Paese a far da traino. A smorzare gli entusiasmi giunge però l’analisi di Legambiente: con questa progressione avremo tutte le scuole dipendenti da fonti rinnovabili tra non meno di 80 anni!
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Esiti positivi si sono registrati sul fronte degli interventi con i fondi speciali per il Covid, destinati alla realizzazione di nuove aule ed a potenziare i trasporti e la rete Internet. In sintesi, 544 nuove aule, misure specifiche per il trasporto pubblico organizzate dal 62,5% dei Comuni, rete internet potenziata dal 69% delle amministrazioni locali. L’approfondito rapporto tratta inoltre la materia dei servizi scolastici e le buone pratiche riguardanti tre categorie (scuole nuove, efficienza energetica e mobilità scolastica). Tra queste la comunità energetica e solidale “Critaro” a San Nicola da Crissa (VV), che tramite i pannelli fotovoltaici di una cittadella scolastica fornisce energia alle case popolari adiacenti.
Le proposte di Legambiente
Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, il Pnrr non può essere la soluzione a tutto ed il grande nodo rimane la qualità diffusa delle scuole, “i lievi miglioramenti registrati nel 2021 sono troppo lenti e rischiano, in assenza di interventi diffusi e rapidi, di non superare mai il cronico stato di emergenza. Il fattore tempo è determinante ora più che mai, per questo è importante avviare un percorso di rinnovamento e messa in sicurezza per la scuola”.
A tal fine il cigno verde ha elaborato dieci proposte, reclamando una speciale attenzione verso i territori più fragili, con modalità alternative di affidamento dei fondi rispetto ai bandi ed il supporto a livello tecnico-amministrativo degli enti locali in difficoltà. Le altre richieste spaziano dall’inaugurazione di una generazione di scuole sostenibili e innovative all’utilizzo dei fondi del Pnrr per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico, fino ai processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di comunità e alla definizione di un sistema complessivo di servizi essenziali inerenti l’istruzione, da finanziare progressivamente.
Per Claudia Cappelletti, responsabile ufficio scuola di Legambiente, “sarà fondamentale pensare alla riqualificazione delle nostre scuole come a un cantiere di rigenerazione urbana, sociale e educativa, condividendo il tutto con la comunità locale che si fa comunità educante”. Il nostro futuro reclama scuole meno energivore ma più sicure, inclusive ed innovative.