Grande Anima, l’opera di Marcantonio a difesa degli oceani esposta all’aeroporto di Fiumicino

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Grande Anima, l’opera di Marcantonio a difesa degli oceani esposta all’aeroporto di Fiumicino ultima modifica: 2023-01-27T06:55:22+01:00 da Marco Grilli
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All’aeroporto di Fiumicino si può ammirare Grande Anima, l’opera d’arte di Marcantonio per sensibilizzare sulla difesa degli oceani

Sulla testa dei passeggeri un enorme scheletro di balena: fin qui mai esposta al pubblico, l’opera di Marcantonio “Grande Anima” è stata installata il 20 gennaio presso l’area d’imbarco A dell’aeroporto internazionale “Leonardo Da Vinci” di Fiumicino (Rm), per ricordare a tutti che la vita degli oceani è in pericolo.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Enac Pierluigi Di Palma, l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma Marco Troncone e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.  L’iniziativa è stata sostenuta da tre realtà impegnate da tempo nella sostenibilità e tutela ambientale, One Ocean Foundation, Asvis e Cultura Italiae.

Genesi e valore dell’opera

“Grande Anima” è un’ opera di arte contemporanea che grazie al suo forte impatto visivo ci costringe ad alzare gli occhi e chiama in causa le nostre coscienze. Se ci sta a cuore il nostro futuro, cambiamento climatico, inquinamento dei mari e perdita della biodiversità devono essere tematiche da affrontare con responsabilità e impegno, lasciando da parte l’indifferenza.

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Con questa imponente installazione, l’artista, designer e scenografo teatrale Marcantonio Raimondi Malerba (in arte Marcantonio), fa incombere sulle nostre teste il peso di un senso di colpa e l’urgenza di un messaggio. “Grande Anima”, infatti, non è altro che lo scheletro di una balena riprodotto in dimensioni originali, lungo 12 metri e pesante 700 kg, che al suo interno è illuminato da lampade e altre installazioni luminose, in parte realizzate appositamente ed in altra parte raccolte da antiquari  in tutto il mondo.

Luci corali e di speranza, che rappresentano un’anima ancora accesa ed al contempo la nostra società, chiamata ad operare nel suo insieme per difendere la vita negli oceani, da cui in fondo dipende anche la nostra. Ossa contrapposte a luci, fragilità e precarietà contro la prima apparenza della vita riprodotta da ogni luogo a simbolo dell’impegno comune: cosa prevarrà dipenderà dalle nostre scelte.

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Grande Anima ci invita a riflettere sulla condizione dei nostri oceani e ancor più profondamente sulla vita e la morte, sul potenziale della cura, dell’attenzione e delle conseguenze dell’individualismo che genera il nostro stile di vita”, scrive Marcantonio sul suo profilo Instagram. L’opera è stata progettata nel 2009 ma realizzata effettivamente solo nel 2019 con il fondamentale ausilio di tecnici, ingegneri e scenografi. Un’esperienza artistica e umana particolarmente emozionante, secondo le stesse parole dell’artista, che ha comportato un anno di faticoso lavoro quotidiano.

Sospesa, sinuosa, onirica e ammaliante, “Grande Anima” pare innalzarsi dal mondo degli abissi per  proiettarsi verso le nostre coscienze, risvegliando antiche paure e sensi di colpa ma al contempo accecandoci con la sua bellezza, estremo segno di speranza. Passando dalle suggestioni all’aspetto materiale, quest’opera ha un’anima di ferro rivestita da una scocca in vetroresina, dove le linee semplici ed essenziali nascondono in realtà il prezioso lavoro svolto da un modellatore 3d, uno scenografo, un fabbro, un tecnico elettricista, un fresatore e un ingegnere, che affianca l’ispirazione e la visionarietà dell’artista.

Come tutte le opere di arte contemporanea, anche “Grande Anima”, con la sua maestosità, gioca molto sull’esperienza provata al momento della sua fruizione. Durante l’inaugurazione Marcantonio si è detto entusiasta di poter esporre in un contesto unico come quello aeroportuale, ribadendo che nella sua opera “è forte la componente onirica, il sogno e la favola che questa visione suscita. Voglio creare bellezza, non denuncia, sogno e non retorica. In questo gioco infinito e agrodolce tra rappresentazione drammatica e visione magica la balena vive, vola accesa di luci che appartengono al nostro mondo, alla nostra società. Le luci siamo noi. Così nasce un gioco infinito di cause ed effetto, di colpe e meriti, in cui noi siamo fautori del destino della natura, e quindi di noi stessi”.

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Il ruolo delle balene nella lotta al cambiamento climatico

La scelta della balena potrebbe esser stata dettata dall’importanza di questi enormi e intelligenti mammiferi marini per la lotta al cambiamento climatico. Purtroppo a rischio estinzione a causa della pesca e dell’inquinamento, le balene, più ancora degli altri cetacei, contribuiscono all’equilibrio del sistema marino e soprattutto sequestrano grandi quantità di anidride carbonica grazie al fenomeno definito whale pump. Nel corso della loro vita interagiscono con il fitoplancton e muovono il carbonio dagli strati più superficiali a quelli più profondi dell’oceano, quando muoiono le carcasse sprofondate trasferiscono quello accumulato ai sedimenti. Si calcola che ogni balena sequestri mediamente ben 33 tonnellate di anidride carbonica.

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Fondamentale è anche il fatto che pur alimentandosi nella profondità degli oceani, questi cetacei tornano a galla per respirare e defecare, liberando  elementi quali ferro e azoto essenziali per la crescita del fitoplancton che, tramite la fotosintesi, trasforma la Co2 atmosferica in ossigeno. Proprio in questo sta la bellezza dell’equilibrio e della circolarità della natura. Secondo uno studio pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale, il fitoplancton cattura il 40% della Co2 prodotta annualmente, ovvero una quantità pari a quella sequestrata da 1,70 trilioni di alberi.

“Grande Anima” ha trovato il suo giusto spazio nel contesto di un aeroporto particolarmente attento al tema della sostenibilità. Da tempo, infatti, Aeroporti di Roma promuove sia l’economia circolare della plastica con varie iniziative, che la riduzione dei consumi di acqua potabile mediante la rete “duale” di distribuzione della risorsa idrica di Fiumicino.  Con la sua “Grande anima” il  “Leonardo Da Vinci” sa da che parte stare.

[Credits foto @Aeroporti di Roma]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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