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Emissioni di metano, carne e latticini i principali responsabili

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Emissioni di metano, carne e latticini i principali responsabili ultima modifica: 2022-12-13T16:02:39+01:00 da Francesca Capone
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Emissioni di metano, l’industria della carne e quella lattiero-casearia tra i maggiori responsabili delle emissioni globali del gas climalterante

Il riscaldamento globale e la crisi climatica hanno posto l’accento sulla necessità di vivere e produrre in modo sostenibile. Eppure il concetto di sostenibilità sembra molto lontano in due particolari settori della produzione alimentare. Secondo recenti studi, infatti, l’industria della carne e quella lattiero-casearia risultano tra le maggiori responsabili delle emissioni di metano a livello globale. I due settori sono tra i più impattanti nel processo di produzione. Un dato ancora più preoccupante se si pensa che la produzione di carne è quadruplicata negli ultimi 60 anni.

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Emissioni di metano e riscaldamento globale, alcuni dati

In particolare, l’allarme scatta per la grande emissione antropica di metano da parte dei due settori, secondo gas climalterante dopo la CO2 e quello che più contribuisce alla formazione di ozono, a sua volta mortalmente nocivo. Come se non bastasse, nel breve termine il metano ha un potere climalterante 80 volte superiore rispetto all’anidride carbonica. Tra tutte le emissioni inquinanti, proprio quelle del metano sono responsabili di almeno il 25% del riscaldamento globale in atto.

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Carne e latticini, una produzione insostenibile

Secondo il rapporto pubblicato lo scorso mese dall’Institute for Agriculture and Trade Policy (IATP) i colossi della produzione di carne e latticini emettono più gas metano di un intero stato, con un’impronta di circa l’80% superiore a quella dell’UE. Si legge, inoltre, che le emissioni di queste aziende rappresentano circa il 3,4% delle emissioni globali di metano antropogenico e l’11,1% del metano mondiale correlato al bestiame. Ma in che modo l’industria della carne e dei latticini rilascerebbe metano nell’atmosfera?  La risposta è da rintracciarsi principalmente nella produzione del mangime destinato agli animali, nel processo di digestione dei ruminanti e negli effetti della deforestazione derivante dalla creazione di suolo destinato al pascolo.

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Scelte consapevoli e nuovi modi di produrre: come ridurre le emissioni

Nonostante negli ultimi anni le esportazioni di carne e latticini siano aumentate del 90%, sarebbe in atto un’inversione di tendenza. Secondo lo studio europeo Smart Protein Project, la domanda di proteine alternative da parte dei consumatori dell’UE starebbe crescendo a ritmi notevoli. Le scelte del singolo rimangono fondamentali per apportare una contagiosa consapevolezza e un profondo cambiamento nello stile di vita. Una maggiore trasparenza e un nuovo modo di produrre insieme alla somma delle scelte consapevoli dei singoli consumatori potrebbero davvero fare la differenza.

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Secondo lIPCC, infatti, nuove e più sostenibili scelte alimentari unitamente alla progressiva riduzione su scala globale dell’allevamento potrebbero portare all’eliminazione di circa 8mila milioni di tonnellate di CO2 equivalenti all’anno entro il 2050. Non solo: ciò porterebbe anche alla riduzione di circa il 66% delle emissioni derivanti dall’agricoltura e dallo sfruttamento del suolo. Attualmente, sempre stando ai dati riportati dall’IATP, le stesse aziende che emettono i quantitativi di metano descritti in precedenza rilascerebbero circa 734 milioni di tonnellate di CO2, superando così le emissioni di un paese come la Germania.

Emissioni di metano, carne e latticini i principali responsabili ultima modifica: 2022-12-13T16:02:39+01:00 da Francesca Capone

Giornalista pubblicista dai mille interessi: sport, natura, arte, letteratura e tutto ciò che riguarda sostenibilità e economia circolare. Fermamente convinta che il cambiamento climatico sia la più grande minaccia, e dunque la priorità assoluta, del nostro tempo.

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