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Lula presidente, sarà la svolta per il Brasile?

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Lula presidente, sarà la svolta per il Brasile? ultima modifica: 2022-11-04T07:27:25+01:00 da Claudia Pomponi
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Lula diventa il nuovo presidente del Brasile, con un solo un punto percentuale di differenza. Il paese è diviso in due: sarà difficile attuare le vecchie e nuove proposte del suo programma elettorale.

“Arriviamo al termine di una delle elezioni più importanti della nostra storia, che ha messo a confronto due progetti di paese diversi e opposti, e oggi l’unico vincitore è il popolo brasiliano. Questa non è una vittoria mia o del partito dei lavoratori, né dei partiti che mi hanno sostenuto in questa campagna elettorale; è la vittoria di un immenso movimento democratico che si è formato al di sopra dei partiti politici, degli interessi personali e delle ideologie, in modo che la democrazia ne uscisse vittoriosa”, sono state queste le prime parole di Lula presidente del Brasile.

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Due scenari contrari, due visioni lontane: questo è quello che viene subito rimarcato. La polarità è palpabile nel paese che si ritrova spaccato a metà. Lula, infatti, è riuscito a vincere per un solo punto percentuale (il 50,88%, che comunque sono circa 1.839.64 di voti in più). Governare non sarà facile: la situazione è diversa rispetto a quella che aveva accolto Lula nel suo primo mandato, quando il Brasile stava godendo di una generale crescita. Tutte le proposte del nuovo presidente dovranno tener conto non solo della mancanza di una parte di popolo, ma soprattutto, di un Congresso in cui prevale l’opposizione, ancora fortemente legata all’espressione politica di Bolsonaro. Nonostante tutto, Lula sembra pronto a rispettare le sue proposte e riprendere in mano le battaglie rimaste in sospeso.

Vecchie idee: Lula continua con i suoi temi

Nel nuovo programma riemergono alcuni progetti e visioni che Lula aveva iniziato a mettere in atto durante i suoi due mandati; progetti che, per diversi motivi, non ha potuto perseguire. Tra questi c’è il desiderio di dare a ogni brasiliano la possibilità di avere tre pasti al giorno. “Il nostro impegno più urgente è porre di nuovo fine alla fame. Non possiamo accettare che milioni di persone non abbiano da mangiare o che consumino meno del necessario”. Quello che nel 2002 si chiamava “Fome Zero” (Fame zero), dopo vent’anni cambia titolo, “Brasile senza fame”, ma mantiene lo stesso percorso: rafforzare l’agricoltura, aiutare economicamente le famiglie, garantire una forma di reddito per sfamare i più poveri.

Lula riconosce la povertà che stringe il paese: torna così l’obiettivo di migliorare l’economia generale. In passato aveva provato con finanziamenti, ora le sue proposte sono più ampie: forte salario minimo e una borsa di studio in base al reddito per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e aiutare il commercio.

Con “la mia casa, la mia vita” riprende in mano il più grande programma di edilizia popolare nella storia del Brasile, che si unisce alla volontà di garantire l’elettricità a tutti i cittadini (progetto, anche questo, che nasce al termine del suo secondo mandato). Lula è deciso: “non accetteremo che le famiglie siano costrette a dormire per strada. Riprenderemo il programma “mi casa, mi vida” con priorità per le famiglie a basso reddito”.

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Lula presidente: le nuove ambizione proposte

Ho un’eredità da presentare al Brasile, ma voglio parlare alla gente del futuro del nostro Paese su come recuperare la nostra economia, combattere la fame, creare posti di lavoro e riportare l’unità e l’amore“.

Con un titolo evocativo, “Lettera al Brasile di domani”, Lula e il suo partito presentano il loro programma elettorale. È un documento di nove pagine che attraversa le future scelte in tredici tappe tematiche: sviluppo economico e agricolo, sostenibilità ambientale e transizione ecologica, democrazia e libertà. Viene promesso un “Brasile migliore”, con investimenti nella sanità (“Più salute Brasile” e “Farmacia popolare” per permettere cure a tutti) e nell’educazione (con l’istituzione del Ministero della Cultura, e le proposte “Assistenza giornaliera e istruzione a tempo pieno”, “Più università” e “Internet di qualità in tutto il paese”).

La meta è chiara: un Brasile forte, sensibile ai diritti sociali, pronto a sostenere le famiglie e i cittadini. Ma gli obiettivi sono ancora più alti. Lula parte dal desiderio di un “Brasile sostenibile” che combatta l’estrazione illegale, gli incendi e la deforestazione, e difenda l’ambiente con strategie di sviluppo eque. “Il Brasile è pronto a riprendere il suo ruolo di primo piano contro la crisi climatica globale. Il Brasile e il pianeta hanno bisogno di un’Amazzonia vivente”.

Nei progetti di Lula presidente, vengono riconosciuti i diritti dei popoli indigeni con la creazione di un Ministero specifico. “Affrontare con forza il razzismo, l’intolleranza, la discriminazione, affinché bianchi, neri e indigeni abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità. A nessuno interessa vivere in una famiglia piena di discordie”. Si nota così l’impegno verso azioni concrete per contrastare le violenze verso gli indigeni e le loro comunità causati dal governo Bolsonaro.

Lula ha intenzione di ricostruire un paese profondamente segnato e plasmare un nuovo spirito.

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Posizioni ambigue nel quadro internazionale

Alcuni interrogativi rimangono sull’agire di Lula presidente negli affari internazionali, in particolare tra i contrasti Russia-Ucraina.

Lula sembra criticare i pochi passi fatti sulla strada della diplomazia. A maggio 2022, in un’intervista per il Time, riconosce due colpevoli: Putin, che non avrebbe dovuto invadere l’Ucraina, e Zelensky, che “se non avesse voluto la guerra, avrebbe negoziato un po’ di più”. Tuttavia, punta il dito anche su Biden che “avrebbe potuto evitare [la guerra], non incitarla. Avrebbe potuto parlare di più, partecipare di più. Avrebbe potuto prendere un aereo per Mosca per parlare con Putin. Questo è il tipo di atteggiamento che ti aspetti da un leader”.

Critiche anche verso gli Usa e l’Europa: “Noi politici raccogliamo ciò che seminiamo. Se semino fraternità, solidarietà, armonia, raccoglierò cose buone. Se semino discordia, raccoglierò litigi. Putin non avrebbe dovuto invadere l’Ucraina. Ma il colpevole non è solo Putin. Anche gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono colpevoli. Qual è il motivo dell’invasione dell’Ucraina? LA NATO? Allora gli Stati Uniti e l’Europa avrebbero dovuto dire: ‘L’Ucraina non entrerà nella NATO’. Questo avrebbe risolto il problema.”

In generale, Lula cerca di rafforzare la posizione del Brasile all’interno del Bric, (un acronimo per intendere Brasile, Russia, India e Cina, paesi con sistemi economici diversi con tassi altissimi di crescita del PIL), e riformulare il potere economico degli Usa e dell’Europa. Tuttavia, riconosce l’importanza e il rispetto delle strutture democratiche.

Il tempo e l’impegno di Lula mostreranno la strada intrapresa: essere un collegamento tra Russia e Occidente, oppure polarizzare il quadro delle relazioni internazionali.

In questo giorno storico, la maggioranza del popolo brasiliano ha chiarito che vuole più e non meno democrazia, vuole più e non meno inclusione sociale, più e non meno mancanza di rispetto tra i brasiliani, vuole più libertà, uguaglianza e fraternità

– Lula.

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Nata a Teramo, si laurea in discipline musicali. Considera la sua penna alla stregua di uno strumento, pronta a far suonare la voce degli animali e dell'ambiente, e raccontare le storie dimenticate degli esseri umani e delle loro comunità. Collabora con associazioni e varie realtà per la divulgazione di tematiche sensibili. Quando non è immersa nelle parole, si diverte a camminare tra boschi e vette, con un libro come amico e un panino, vegano, nello zaino. Il suo grande desiderio: girare il mondo e disegnarlo con lettere e punteggiature.

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