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2SeasTrain dalla Puglia al Belgio, arriva un treno da record per il trasporto merci in Europa

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2SeasTrain dalla Puglia al Belgio, arriva un treno da record per il trasporto merci in Europa ultima modifica: 2022-10-10T07:43:45+02:00 da Marco Grilli
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2SeasTrain, duemila chilometri in sole 48 ore da Bari a Zeebrugge, l’11 ottobre verrà inaugurato il servizio intermodale più lungo d’Europa.

Un nuovo treno è pronto a fare la storia. Si chiama 2SeasTrain ed è il locomotore di proprietà del gruppo GTS, che dall’11 ottobre inaugurerà il servizio intermodale/ferroviario più lungo d’Europa, ben duemila chilometri in sole 48 ore da Bari al porto di Zeebrugge (Belgio). Un’ottima notizia per l’ambiente, considerando il netto vantaggio del trasporto su rotaia rispetto a quello su gomma per la riduzione dell’inquinamento.

L’organizzazione del servizio e i vantaggi in termini ambientali

La trazione ferroviaria in Italia spetterà a GTS Rail, l’impresa del gruppo GTS Spa che opera nel mercato liberalizzato dal 2008, allo scopo di offrire servizi di trazione nel mondo delle merci con alti standard di qualità, sicurezza ed efficienza.

Si tratta di una delle prime quattro imprese ferroviarie per volumi in Italia, che ha sinora investito oltre 150 milioni di euro e può vantare una flotta di 28 unità e 500 carri ferroviari, la più estesa nel Bel Paese.

Il fiore all’occhiello è costituito dai 20 locomotori elettrici di ultima generazione, acquistati dalla francese Alstom per 70 milioni di euro. Attualmente GTS Rail produce 150 treni a settimana (nazionali e internazionali) per un totale annuo di 3,5 milioni di chilometri.

Il trasporto ferroviario rappresenta una grande opportunità per un futuro sostenibile. L’elevata sicurezza dei trasporti, la decongestione delle strade, il trasporto ecologico grazie alle ridotte emissioni di CO2, rendono il trasporto ferroviario il più grande alleato dell’ambiente”, si legge sul sito dell’impresa. Dal confine la prosecuzione del tragitto sarà invece di spettanza di una delle principali aziende di trasporto in Svizzera, la BLS, partner storico di GTS, che ogni anno fa circolare circa 24mila treni merci in Europa sull’asse che va dal mar del Nord al Mediterraneo.

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Per questa nuova linea ogni treno porterà 32 unità di trasporto intermodale e ospiterà container 45’ di proprietà per il door2door, gestione primo e ultimo miglio inclusi, rendendosi pure disponibile per terzi proprietari di unità di trasporto intermodale (UTI) di qualsiasi tipologia.

Il servizio 2SeasTrain Bari-Zeebrugge è di andata e ritorno e dal Belgio la merce arriverà anche in Regno Unito e in Irlanda, mentre dalla Puglia proseguirà verso Grecia, Turchia e Albania.

Inizialmente è previsto un giro a settimana, ma da inizio dicembre diventeranno tre, con un risparmio a pieno regime in termini di emissioni inquinanti calcolato in oltre 5milioni di km/camion annui in meno.

Da subito i collegamenti per Zeebrugge toccano quota di 13 giri a settimana, considerati i sette effettuati da Piacenza e i tre da Bologna. “Oggi più che mai abbiamo la necessità di collegare punti geografici distanti con tempistiche iper-competitive, inquinare il meno possibile e rendere più efficiente il sistema trasporto merci per sfidare la congestione delle infrastrutture italiane ed europee. Il nostro bacino mediterraneo ha, per primo, la necessità di collegamenti ad alta efficienza verso i mercati del Nord Europa e con questo treno diretto le aziende del Sud Italia potranno abbattere tempi e costi e diventare più competitive. In due giorni, con meno emissioni di CO2 rispetto al tutto-gomma e con un aumento di tonnellate di merce trasportata, collegheremo il Mare Mediterraneo col Mare del Nord”, commenta l’amministratore delegato di GTS Alessio Muciaccia.

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Gli obiettivi europei per il trasporto merci su rotaia e le azioni in Italia

La rotaia rappresenta un vero toccasana per l’ambiente ma anche in questo settore l’Italia presenta ritardi, poiché solo una quota tra l’11 e il 13% delle merci viaggia su ferro, una percentuale inferiore alla media europea che si attesta al 17.

Per sopperire a questo ritardo, Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha stanziato importanti investimenti nel piano commerciale 2021-2024, ma il vero asso nella manica è rappresentato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

L’antitrust dell’Unione europea ha da poco approvato gli aiuti di Stato dell’Italia, pari a 55 milioni di euro, volti a sostenere il passaggio del trasporto merci da gomma a rotaia. Si tratta di una misura che rientra nel Piano nazionale per gli investimenti complementari che integrerà il Pnrr e durerà fino al 31 dicembre 2026, strutturata in una serie di sovvenzioni destinate a tutti gli interporti e gli operatori di terminal interessati, facenti parte della rete transeuropea di trasporto in Italia (Ten-T).

Stando alle indicazioni della Sustainable and smart mobility strategy (Ssms), che definisce gli obiettivi per la riduzione delle emissioni del 90% entro il 2050 (in linea con il Green Deal europeo), son stati fissati dei target su due orizzonti temporali anche per il trasporto merci su rotaia, che entro il 2030 dovrà aumentare del 50% rispetto al livello del 2015, ed entro il 2050 sarà chiamato a raddoppiare, con la rete di trasporto transeuropea (Ten-T) multimodale che sarà pienamente operativa per un traporto sostenibile e intelligente con connettività ad alta velocità, mentre tutti i costi esterni del trasporto intra-Ue dovranno esser coperti dagli utenti del trasporto.

Più in generale, il Documento strategico della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci inserito nel Pnrr, teso al miglioramento delle prestazioni e dell’accessibilità del servizio ferroviario, prevede azioni fondamentali quali la piena realizzazione dei corridoi europei Ten-T, il potenziamento e la messa in sicurezza della circolazione ferroviaria, l’aumento della resilienza alla crisi climatica, il miglioramento del sistema logistico nazionale e il rafforzamento e una maggiore estensione dell’alta velocità.

Si calcola che il trasporto merci su strada abbia un impatto ambientale superiore di 6-7 volte a quello su ferro in termini di emissioni di CO2, facile capire come sia lecito aspettarsi un repentino cambiamento di rotta.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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