Nuclear – La strada per un nucleare sicuro a Venezia79

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Nuclear – La strada per un nucleare sicuro a Venezia79 ultima modifica: 2022-09-10T21:06:13+02:00 da Emanuel Trotto
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Nuclear, Fuori Concorso a Venezia79, è il documentario provocatorio e privo di contraddittorio di Oliver Stone in cui si narra la storia e il futuro di questa fonte di energia

«Si può fare Con questa frase Oliver Stone chiude il suo documentario Nuclear, presentato Fuori Concorso il 9 settembre alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. A presentare il film c’era Stone assieme al co-sceneggiatore Joshua Goldstein. Quest’ultimo è professore emerito di relazioni internazionali alla American University e autore di diversi saggi, fra cui A Bright Future.

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Da questo libro prende le mosse il documentario di Stone che, con il suo stile senza mezze misure ripercorre la storia del nucleare. Scavando nel passato alla ricerca della spiegazione sulla fine del sogno di una energia atomica pulita che si era fatto largo alla metà del secolo scorso. Un sogno che è divenuto un incubo. Stone mette al servizio del saggio la sua regia: un mosaico meticoloso e variegato.

Sempre il 9 settembre il regista di Platoon (1986) e Nato il quattro luglio (1989), è stato insignito del Premio Mimmo Rotella, da parte dell’omonima associazione. Esso è assegnato a un personaggio che si è distinto come un grande protagonista che ha lasciato nel cinema un segno indelebile. Nel caso di Stone questo segno lo ha lasciato proprio il suo linguaggio che crea un «connubio fra la ricerca artistica e l’osservazione della realtà». Ciò è quanto si legge nelle motivazioni.

Nuclear il documentario di Oliver Stone a Venezia 79
Nuclear il documentario di Oliver Stone a Venezia

La sua voce ci accompagna fra visite sul campo, interviste e immagini di repertorio. Lo scopo è mettere ordine all’interno della mole di informazioni che ci viene presentata. Ai filmati vengono aggiunti spezzoni di film: da Madame Curie (1943), (1954) oppure The Day After Tomorrow (2004).

In A Bright Future Goldstein spiega infatti come l’energia pulita stia rapidamente prendendo posto dei combustibili fossili in Paesi come Svezia, Francia e in Canada. Uno dei metodi per permettere questo cambiamento è adottare l’energia di tipo nucleare. A questo si riferisce la conclusione del documentario. I mezzi intellettuali, tecnologici e la consapevolezza di molti lo possono permettere.

Nuclear il documentario di Oliver Stone a Venezia
Una scena tratta da Nuclear il documentario di Oliver Stone

Uno dei principali ostacoli è la paura. Una fra esse, all’interno del film, riguarda le conseguenze di disastri come Chernobyl e Fukushima. Viene puntualizzato che la causa di entrambi gli incidenti, sono state una serie di cause non connesse ai processi radioattivi. Si è trattato infatti di precauzioni strutturali completamente insufficienti. A Chernobyl il disastro era un errore di progettazione del reattore. A Fukushima i reattori invece erano posizionati al piano terra della centrale. Per questo motivo lo tsunami li ha sommersi e ha causato la reazione distruttiva. Senza contare che, la centrale giapponese era costruita in prossimità dell’oceano, protetta da una paratia anti-tsunami alta solamente sei metri.

La paura del nucleare secondo Stone è stata causata soprattutto dall’ignoranza e dalla disinformazione. In passato un ruolo decisivo lo hanno avuto le “Sette Sorelle” ossia le principali compagnie petrolifere multinazionali. Esse comprendono, fra le altre, la Texaco, la Standard Oil e la Shell. Dal 1956 hanno infatti diffuso pareri di esperti secondo i quali i danni alla salute possono essere rilevanti anche con una esposizione minima a ridotte radiazioni. Si tratta di dichiarazioni errate: perché l’uranio è presente da sempre nel nostro pianeta; il Sole stesso emette radiazioni. Infine, il corpo umano è progettato a resistere a piccole quantità di radiazioni. Questo rende possibile l’utilizzo di radiazioni soprattutto in medicina.

Oliver Stone (a sinistra) con Caroline Cochran dell’Idaho National Lab. uno dei centri in cui si punta all’innovazione nel campo dell’energia nucleare.

«Anche se nella cultura popolare è vista come pericolosa» ha dichiarato Stone «in realtà l’energia nucleare è la più sicura. Le fonti rinnovabili come l’energia solare o l’energia eolica funzionano fino ad un certo punto ma, per ora, sono lontane dal risolvere da sole il problema, ed è per questo che le compagnie di combustibile fossile supportano le rinnovabili, dato che richiedono grandi quantità di gas metano per garantire la loro affidabilità A titolo di esempio di questo viene fatto un confronto: una centrale nucleare occupa meno spazio ma, proporzionalmente, produce molta più energia rispetto alle fonti solari ed eoliche.

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Queste ultime per arrivare a dei regimi neanche lontanamente vicini a quelli nel nucleare, devono occupare molto spazio e risorse. Oltre che affidarsi ciecamente all’andamento delle stagioni e alle condizioni climatiche – problema quest’ultimo che si cerca marginalmente di risolvere con delle batterie di accumulazione. Inoltre queste fonti di energia non possono essere utilizzate sott’acqua, così come non lo possono essere quelle fossili.

Stone mette quindi a paragone, in Europa, la Germania e la Francia. La Germania è intenzionata a smantellare gli ultimi tre impianti nucleari presenti sul proprio territorio in favore del solare. La Francia è il Paese europeo con il maggior numero di centrali rapportate alla sua superficie (oltre sessanta). Mentre in Cina, c’è l’intenzione di ridurre entro il 2060 le emissioni di anidride carbonica dello 0%. Favorendo, appunto il nucleare.

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Le emissioni di CO2 ci riportano al cambiamento climatico. Le maggiori responsabili sono appunto le fonti di energia fossili. Da qui, l’urgenza, secondo Stone, di avviare una autentica rivoluzione. Una rivoluzione che passa anche per le startup. In esse si progettano reattori più piccoli, più efficienti e facilmente trasportabili. Si tratta dei primi passi verso un futuro più sostenibile, in quanto entro il 2050 la domanda di energia elettrica dovrà essere quattro volte superiore a quella attuale. Cambiare «si può fare».

Oliver Stone porta a Venezia un documentario senza contraddittorio in cui vuole dimostrare in modo provocatorio che l’unica soluzione possibile al cambiamento climatico è il ritorno al nucleare.

Nuclear – La strada per un nucleare sicuro a Venezia79 ultima modifica: 2022-09-10T21:06:13+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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