L’orsa F43 è morta durante la sostituzione del radiocollare in Val di Concei, la valle più verde della Val di Ledro. Gli animalisti chiedono di indagare le cause della morte.
L’orsa F43 è morta durante la sostituzione del radiocollare, in Val di Concei, area della Val di Ledro, in Trentino. La semplice operazione di monitoraggio dell’animale è finita in tragedia. Dall’estate scorsa, gli operatori locali avevano iniziato a seguirne i movimenti poiché sembrava che l’animale si avvicinasse agli esseri umani, generando paura. Tuttavia l’operazione è degenerata nel decesso dell’animale.
L’intervento è avvenuto con una trappola di metallo a forma cilindrica. È un metodo utilizzato spesso dagli esperti della Provincia di Trento. La trappola è un tubo metallico al cui interno è presente una pedana mobile. La pedana si abbassa con il peso dell’animale e chiude lo sportello della trappola. Una volta collocato l’animale all’interno, avviene la sedazione e poi l’intervento. Nel caso dell’orsa F43, gli operatori hanno cambiato il collare che permette la geolocalizzazione. Il collare era stato indossato dall’orsa da luglio 2021. Poi, l’animale si sarebbe dovuto risvegliare. Nel cambiare il collare, tuttavia, a quanto detto dagli operatori, l’animale sarebbe deceduto.
Precedenti di morti di orsi in Trentino
Quello di questi giorni non è il primo caso di gestione attiva degli orsi della Provincia di Trento. Accadde a Daniza, nel 2014, quando l’11 settembre un’orsa non si risvegliò più dalla telenarcosi. Il veterinario responsabile, denunciato dalla LAV – Lega Anti Vivisezione – , decise di accedere all’oblazione per evitare il procedimento giudiziario.
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O ancora, M5 è un altro orso che faceva parte del progetto di reintroduzione in Trentino. Venne ucciso nel 2011 in Slovenia, perché si pensava che avesse contratto la rabbia, in quanto era stato visto sbattere ripetutamente la testa contro le rocce. In realtà, dalle indagini post-mortem è emerso che tale comportamento era dovuto al radiocollare troppo stretto, che aveva provocato soffocamento.
Il caso di JJ5 è assai simile a quello dell’orsa F43. Nel 2012 morì all’età di sei anni a seguito della somministrazione della telenarcosi dopo essere stato catturato con la trappola a tubo. L’orsa non è sopravvissuta alle complicazioni conseguenti l’iniezione che avrebbe dovuto sedarla nella trappola a tubo, per consentire la sostituzione del radiocollare di cui era dotata dallo scorso anno.
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La LAV vuole capirci di più. Queste le sue richieste per verificare che la pratica sull’orsa si sia svolta secondo le norme, o abbia avuto anomalie. “La Provincia di Trento negli anni ha dato numerose dimostrazioni della sua incapacità nel gestire correttamente le operazioni di cattura degli orsi, anche quelle legate alla gestione del radiocollare. […] Vogliamo accertare la verità per capire quello che è successo durante le operazioni di cattura dell’orsa. Qualora emergessero delle responsabilità non esiteremo a denunciare“.
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Continua, inoltre, chiedendo: “Chiediamo alla Provincia tutti i rapporti medici e le relazioni del Corpo Forestale legati alle operazioni di cattura di F43. Vogliamo sapere se le procedure si sono svolte correttamente. Vogliamo sapere se il personale veterinario aveva a disposizione tutta la strumentazione d’emergenza. […] cosa che era mancata nel 2014 quando Daniza morì dopo l’inoculazione del narcotico“.
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Finora, dai primi accertamenti dell’equipe veterinaria è emerso che l’animale è deceduto a seguito della posizione assunta nella trappola tubo, nel momento in cui l’anestetico ha fatto effetto. Resteremo in attesa dei prossimi sviluppi e soprattutto di ciò che emergerà dalle indagini della LAV. Certo è che un approfondimento sulla questione è più che dovuto, per il bene di questa specie preziosa e per la giustizia nei confronti di operatori che dovrebbero tutelare la specie animale della zona.
