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Parco del Po, 300 daini da abbattere per preservare la zona

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Parco del Po, 300 daini da abbattere per preservare la zona ultima modifica: 2022-09-08T08:58:17+02:00 da Francesca Orazi
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L’Ente Parco Delta del Po comunica la decisione di mandare al macello circa 300 daini di Classe e Volano, per difendere la vegetazione del luogo

In questi giorni ha preso piede un acerrimo contrasto tra l’Ente Parco Delta del Po e coloro che tutelano i diritti degli animali. L’Ente Parco spiega che i daini che popolano la pineta di Classe nel Ravennate e il Po di Volano nel Ferrarese sarebbero troppi per l’equilibrio ambientale, e l’unica soluzione risulta l’abbattimento. Ciò ha alzato un polverone non indifferente da parte di chi pensa che la difesa dell’ambiente non debba compromettere la salvaguardia animale, ma anzi la comprende.

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Le parole dell’Ente Parco sui 300 daini da abbattere

Sono troppi. Compromettono l’habitat e poi non sono nemmeno autoctoni“. Così l’Ente Parco del Delta del Po si pronuncia, per annunciare la sua decisione di abbattere circa 300 daini. In Emilia Romagna c’è il maggior numero di daini della penisola: centinaia e centinaia si sono concentrati in queste zone di vegetazione negli ultimi trent’anni. Notoriamente i daini non erano tipici della regione. È solamente negli anni ’90 che proprio l’uomo l’ha introdotto nel territorio. Grazie alle fughe dalle aziende che li detenevano e alla mancanza del lupo, predatore di daini e cinghiali per eccellenza, riprodursi a dismisura è stata solamente una questione di tempo. Inoltre, come l’Ente Parco oggi sostiene per portare l’acqua al suo mulino, neppure l’importante presenza del lupo può attualmente contenere questo popolamento fuori misura.

Gli ambientalisti insorgono ed offrono soluzioni alternative

Gli ambientalisti non ci stanno. L’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) condanna fermamente la scelta dell’Ente Parco del Delta del Po. Scrive l’associazione: “Inaccettabile! È quanto di più anti-etico e anti-scientifico un parco possa fare“.  Ed in più chiede: «Sono state davvero percorse tutte le strade possibili? Ad esempio vorremmo proprio conoscere l’elenco delle strutture che hanno fatto richiesta per poter avere questi daini. E quello dei parchi e delle altre strutture che l’Ente Parco ha contattato per trovare una destinazione a questi daini». E ancora: “Sarebbe interessante anche capire quali metodi ecologici di prevenzione sono stati attuati finora e se l’Ente Parco ha effettivamente partecipato al bando indetto dal Ministero della Salute per la somministrazione del Gonacon, farmaco immuno-contraccettivo che può essere utilizzato anche per questa specie“.

La risposta definitiva dell’Ente Parco

In una nota l’Ente Parco sostiene che se “il numero di daini presenti nell’area di competenza della Regione le consente di spostare gli animali in altre zone del territorio – rispettando quindi il limite di 30 capi imposto da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)“, questo “non è possibile, invece, per quanto riguarda il più vasto territorio di competenza dell’Ente Parco, dove il trasferimento di soli 30 esemplari non avrebbe avuto alcun effetto nella riduzione numerica prevista dagli strumenti nazionali e regionali“. L’Ente Parco, si giustifica quindi affermando che non aveva alcuna alternativa al macello degli animali catturati.

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Rimaniamo in attesa dei prossimi sviluppi, sperando che sia la vegetazione che la fauna possano rimanere quanto più possibile indenni. Dovrà pur esserci una soluzione alternativa che possa scongiurare il macello di animali così eleganti e graziosi come i daini sono sempre stati.

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Nata a Roma, è laureata in lettere moderne. Vegana da anni, è vicina alle tematiche ambientali e ha svolto progetti universitari per contrastare il riscaldamento globale con l'adozione di uno stile di vita vegan. Si occupa costantemente di sostegno alle donne vittime di violenza. Ha perfezionato la sua passione per la scrittura durante un corso di scrittura radiofonica quando ancora era studentessa, successivamente ha collaborato in testate giornalistiche romane e come social media manager per blog professionisti di viaggi. Ama i gatti, i viaggi on the road e zaino in spalla, e soprattutto la Spagna, dove ha studiato con la borsa Erasmus.

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