Piero Angela – Storia di una divulgazione consapevole

in Ambiente|Cultura|News
Piero Angela – Storia di una divulgazione consapevole ultima modifica: 2022-08-21T07:37:42+02:00 da Emanuel Trotto
da

Il nostro saluto a Piero Angela, il più importante divulgatore scientifico che ha reso i telespettatori più consapevoli sulla natura e l’ambiente.

Meglio partire da qualche anno fa al Salone del Libro di Torino. Fra gli ospiti c’era Piero Angela. Nel corso dell’intervento aveva annunciato la preparazione (oramai nelle fasi conclusive) di una nuova stagione su Rai 1 di SuperQuark. Il pubblico presente, dopo aver fatto una lunga coda per poter partecipare, accoglie questo annuncio come i fan più sfegatati di una rockstar.

Qualche ora dopo era ad un altro incontro, un po’ più contenuto, fra gli stand del Salone. Era un incontro più breve perché poi avrebbe dovuto prendere un treno per Roma. L’affetto del suo pubblico si è manifestato in maniera ancora più intima. C’erano giovani e adulti, uomini e donne che sono cresciuti con i suoi programmi fin dagli inizi, fin dalle stagioni oramai storiche di Quark quando il suffisso mancava ancora. Di persone felici di vedere il proprio mito davanti a sé.

The Year Earth Changed, David Attenborough racconta la natura durante il lockdown

di mito si parla. In uno dei suoi molteplici significati, questo termine può riferirsi a un personaggio che assume nei contemporanei e nei posteri una accezione quasi leggendaria. Creando, di conseguenza, un legame intenso per lo stesso. Un Mito che è diventato tale grazie alla parola, alla favola intesa come racconto (μῦϑος in greco). Oppure, come nel caso di Piero, lo è divenuto grazie alla divulgazione.

Piero Angela con il figlio Alberto
Piero Angela con il figlio Alberto, anch’egli conduttore dei programmi di divulgazione Passaggio a Nord Ovest, Ulisse – Il piacere della scoperta, Meraviglie – La penisola dei tesori.

Prima di ogni altra cosa era un giornalista, oltre che un divulgatore. Questo è un dettaglio da non sottovalutare, soprattutto in un periodo come questo in cui il fenomeno delle fake news si è notevolmente ampliato. Il compito del giornalismo è quello di riportare l’informazione in maniera esatta e oggettiva, in modo che sia chiara per tutti e non fraintendibile.

Dietro ogni servizio e ogni articolo c’è un lavoro di ricerca molto complesso, che va’ a sondare ogni singola sfumatura di una storia o di un argomento. E cercare di riportarlo non solo in maniera esatta e oggettiva ma anche semplice. Soprattutto se tratta temi complessi come possono essere la scienza, la salute, la politica o la cultura in generale. Su questo punto una cosa che non si può dire su Piero Angela, è che sia stato superficiale nel suo lavoro. Questa attenzione è espressa benissimo in ogni servizio delle sue trasmissioni. Perché anche la fantomatica casalinga di Voghera possa comprendere argomenti che possono andare dalla fisica quantistica alla vita nelle savane africane.

Le innumerevoli rubriche che si sono succedute nel corso degli anni si sono avvalse di numerosi esperti e collaboratori che hanno seguito la sua stessa filosofia divulgativa: da membri storici della “famiglia” di SuperQuark come Paco Lanciano per la fisica, il professore Alessandro Barbero che racconta i dietro le quinte della storia. Oppure Massimo Polidoro, segretario nazionale del CICAP, associazione per il controllo delle pseudoscienze, della quale Piero Angela è stato uno dei fondatori nel 1989.

Piero Angela Il pianeta dei dinosauri
Una scena tratta dal programma in quattro puntate del 1993, Il pianeta dei dinosauri.

Molte rubriche all’interno di SuperQuark hanno avuto come tema la ricerca, la salute e soprattutto l’ambiente. Tematica quest’ultima alla quale Piero Angela era molto legato. Uno dei suoi storici speciali riguardava una ricostruzione dell’incidente di Chernobyl (2006). Oppure la trasmissione dedicata a Il pianeta dei dinosauri (1993) in cui, commentando la loro scomparsa, sensibilizzava sulla possibile estinzione causata oggi dell’uomo di numerose specie animali. Per non parlare dei documentari naturalistici della BBC con cui, da ventinove anni, apriva il suo programma.

Tutto ciò presentato con uno stile garbato, sorridente e paterno ha contribuito a fare la sua fortuna in termini di share e amore del pubblico. Un amore quasi parentale che è esploso negli scorsi giorni, a partire dall’annuncio della scomparsa (avvenuta nella notte fra il 12 e il 13 agosto) dato dal figlio Alberto sui social. E che, a giorni di distanza, continua ad esserci. Non solo fra chi lo ha conosciuto con i primi programmi di divulgazione a partire dal 1971 (Destinazione uomo) o il 1981 all’arrivo di Quark. Ma anche i giovani di oggi, ventenni e trentenni che lo hanno avuto come appuntamento fisso ogni estate. È a chi sta studiando o ha voglia di imparare che Piero Angela ha sempre rivolto il suo pensiero, che ha espresso in più occasioni.

Fra le sue tante citazioni che sono circolate, soltanto una è quella che ha lasciato un segno profondo: «Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra». Delle parole che lasciano con gli occhi sgorganti di lacrime perché tutti, indiscutibilmente, ci domandiamo quale sia il nostro posto nel mondo, e quale azione possa rendere ciò possibile.

Pinguini intrappolati in un burrone: documentaristi della BBC intervengono e li salvano

Non è un caso che si tratti delle sue ultime parole, riportate sui giornali e trascritte dai figli mentre lui con serenità e coscientemente si avviava verso la fine della sua avventura. Una frase che è anche il senso ultimo della sua opera: la divulgazione non è stata per lui solo un lavoro, ma una vocazione. Tutte le sue trasmissioni, tutti i documentari presentati avevano uno scopo preciso: far vedere le meraviglie di questo mondo, in ogni settore, perché si cristallizzassero nella mente di tutti come una capsula che pian piano compie il suo effetto terapeutico.

Tutti questi documentari e servizi si chiudevano con una raccomandazione. Quello che vedete lo dovete conservare e non solo nel proprio cuore ma anche concretamente. Fare la nostra parte significa questo: preservare, proteggere non solo perché questo ci possa rendere delle persone migliori. Ma anche perché non farlo provocherebbe nell’ambiente un imminente disastro globale. Siamo piccole e fragili creature in una pallina minuscola ed insignificante nell’Universo. Rendere questo pallina un posto migliore è doveroso, non è una scelta.

David Attenborough su Netflix con ‘Superare i limiti: la scienza del nostro pianeta’

Solo vedendo e capendo possiamo avere gli strumenti giusti per seguire questa strada. Ad avere amore e rispetto per qualsiasi forma di vita.

Piero Angela ha reso tre generazioni più consapevoli. Non possiamo che essergli grati per questo. Grazie Piero.

Piero Angela – Storia di una divulgazione consapevole ultima modifica: 2022-08-21T07:37:42+02:00 da Emanuel Trotto
Tags:
Piero Angela – Storia di una divulgazione consapevole ultima modifica: 2022-08-21T07:37:42+02:00 da Emanuel Trotto

Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Ambiente

Go to Top