Giornata Mondiale dell'Elefante

Giornata Mondiale dell’Elefante, scopriamo 5 curiosità su questo pachiderma

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Giornata Mondiale dell’Elefante, scopriamo 5 curiosità su questo pachiderma ultima modifica: 2022-08-12T00:02:09+02:00 da Francesca Danila Toscano
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Oggi, 12 agosto si festeggia la Giornata Mondiale dell’Elefante, per puntare i riflettori sulle minacce che rendono difficile la sopravvivenza di questo pachiderma. Vediamo 5 curiosità su questo meraviglioso mammifero

La Giornata Mondiale dell’Elefante, World Elephant Day, è un evento annuale, che cade sempre il 12 agosto, ed è osservato a livello internazionale. Lo scopo di questa Giornata è quello di sensibilizzare sulla condizione degli elefanti africani e asiatici e di scambiare o condividere idee per una migliore cura e gestione di questi mammiferi, sia in cattività sia in libertà.

Molteplici organizzazioni che si occupano di elefanti durante questa ricorrenza cercano di: informare le persone sulle minacce che affliggono questi mammiferi; distruggere ed evitare il formarsi di scorte di avorio; invitare i governi di tutto il mondo ad aumentare le misure contro il bracconaggio e il commercio illegale di avorio e di altri prodotti derivanti da questi pachidermi.

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Storia della Giornata Mondiale dell’Elefante

La Giornata è stata introdotta ufficialmente nel 2012 da due documentaristi: Michael Clark e Patricia Simms di Canazwest Pictures, assieme alla Elephant Reintroduction Foundation, ente no-profit tailandese che ha salvato da morte certa ben 84 esemplari tra il 1998 e il 2012.

Nel giorno inaugurale dell’evento è stato pubblicato il film Return to The Wild. Nella pellicola, William Shatner narra la reintroduzione di elefanti in cattività in Asia. Attualmente, la Giornata è supportata da più di 65 organizzazioni e da molti individui a livello globale. Patricia Simms, la sua fondatrice, continua a guidare e dirigere l’evento internazionale.

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I pericoli che minacciano gli elefanti e il loro status

L’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha inserito l’elefante asiatico fra le specie in via di estinzione, l’elefante africano invece, è stato classificato come vulnerabile. Se non si affrontano le attuali minacce che affliggono elefanti asiatici e africani, entrambe le specie si potrebbero estinguere in circa dodici anni. Attualmente, la stima della popolazione per gli elefanti asiatici è 40.000 e 400.000 per gli elefanti africani, ma alcuni ambientalisti pensano che i numeri reali siano molto più bassi.

Il bracconaggio è sicuramente la più grande minaccia per gli elefanti africani, ed è principalmente alimentato dalla forte richiesta di avorio, in particolar modo in Cina. Non mancano le uccisioni per ottenere cuoio, parti del corpo e carne.

Un altro problema che affligge la popolazione di pachidermi è la perdita o la frammentazione dell’habitat a causa di attività umane come la deforestazione, la coltivazione e l’estrazione mineraria.

Le attività umane interferiscono con la distribuzione demografica di questi mammiferi, portando alcuni di loro all’isolamento ed esponendoli così anche ai bracconieri.

Infine, gli elefanti sono spesso maltrattati in cattività a causa della mancanza di legislazione in merito al loro trattamento e assistenza nei circhi, negli zoo e in altre strutture turistiche. Questi pachidermi, nonostante le loro dimensioni, sono più fragili di quel che sembra e dunque, la loro sopravvivenza dipende anche dal nostro comportamento.

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5 curiosità che non conosci sugli elefanti

  1. Imparano tra di loro: è stato dimostrato che gli elefanti si trasferiscono a vicenda informazioni utili per la loro vita.
  2. La proboscide ha le dita: vi siete mai domandati come fanno a prendere il cibo con la proboscide questi animali? Dovete sapere che la proboscide ha le dita. Quella dell’elefante africano ne ha due, mentre quella dell’indiano ne ha solo uno. Le dita riescono a sollevare sia un filo sia chili di erba, inoltre, vengono usate anche quando l’elefante vuole fare conoscenza, disponendole a forma di s.
  3. Adottano gli orfani: quando un cucciolo di elefante perde la propria mamma, se ne prende cura la sorella maggiore. Nel caso in cui l’elefante rimasto da solo non abbia parenti, la mamma di un altro branco della stessa specie lo accoglierà volentieri.
  4. Solidarietà: quando uno di questi animali è in difficoltà, il resto del branco è sempre pronto ad aiutarlo. Addirittura l’intero gruppo si ferma per aiutare l’elefante che ha bisogno.
  5. Non hanno paura dei topi: si pensa, da oltre 600 anni, che i pachidermi abbiano paura dei topi. Ancora oggi, l’immagine di questi mammiferi che scappano via davanti a un topolino è spesso ricorrente nell’immaginario collettivo, in cartoni animati, libri e film. Secondo gli scienziati però, sarebbe semplicemente una leggenda metropolitana ed è improbabile che gli elefanti temano i topi. Potrebbero al massimo essere infastiditi da un animale che si muove velocemente, che sia un topo, un cane o un gatto non fa differenza.

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Calabrese di nascita e Romana di adozione, biologa ambientale con la passione per la bioetica. Mediatore museale presso il Museo Civico di Zoologia di Roma. Sensibile alle tematiche ambientali e al benessere animale si occupa da anni di divulgazione scientifica collaborando anche con diversi magazine on line. Sempre in continuo movimento, adora viaggiare senza separarsi mai dalla sua cagnolina.

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