Si chiama Malenkiy Piket (piccolo picchetto) il movimento artistico nato a San Pietroburgo, in Russia, per protestare contro il conflitto in Ucraina nonostante la repressione di Putin. Intervista a uno dei fondatori.
Omini colorati e altre figure di piccole dimensioni, dalle forme più svariate, stanno disseminando di messaggi pacifisti tutta la Russia, e non solo: si tratta dell’azione lanciata dal movimento artistico Malenkiy Piket (letteralmente “piccolo picchetto”), partita da San Pietroburgo e ormai presente anche in Italia, grazie ai social media.
Dato che le proteste fisiche contro la guerra in Ucraina non sono ammesse dal regime di Putin, e vengono spesso anche represse in modo brutale, un collettivo di creativi russi si è inventato una singolare e originale forma di ribellione: personaggi in miniatura, piccole bamboline o animali fantastici alti pochissimi centimetri danno voce -con i loro cartelli e i loro colori- al dissenso nei confronti del conflitto e ai sentimenti di fratellanza e solidarietà con il popolo ucraino.
Gli artisti li realizzano con i materiali a loro disposizione -dalla carta alla plastilina, dalla terracotta alla lana, ma anche riutilizzando pupazzi e figurine Lego o Playmobil- e li posizionano nei luoghi più disparati (monumenti, spazi pubblici, parchi, musei, biblioteche, prati, panchine, ecc.) come simbolico presidio permanente a favore della Pace.
Malenkiy Piket, parla uno dei creatori del movimento
Tutti, in verità, possono contribuire al progetto. “Siamo un collettivo artistico decentralizzato e richiediamo una pratica artistica minima per aderire –racconta a eHabitat uno dei creatori di Malenkiy Piket, che per ovvie ragioni chiede di mantenere il più stretto anonimato– Basta infatti plasmare la figura del picchettatore, collocarla in qualche luogo e pubblicarla online per entrare a far parte del nostro gruppo. Non importa chi sia stato il primo o il secondo a lanciare questa forma di protesta: quello che è importante è il processo, l’atto del fare“.
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Il movimento è nato dopo le prime repressioni delle manifestazioni anti-militariste a San Pietroburgo. “Allora come oggi era impossibile rimanere in silenzio ma era anche diventato pericoloso prendere parte a eventi pubblici“, ricorda il nostro interlocutore.
Che fare? “Uno dei partecipanti ideò dei mini-manifesti, li mise in strada e scrisse le istruzioni per gli amici, affinché facessero altrettanto: se vuoi partecipare, segui questi tre semplici passi -prosegue- Poi ha scritto a PaperPaper.ru, un popolare media locale con la richiesta di condividerle queste istruzioni: da lì tutto ha preso il via e oggi persone da tutto il mondo stanno partecipando al nostro movimento con tanti piccoli picchetti“.
Voci in miniatura a prova di censura
Anche alcuni omini di Malenkiy Piket (o, meglio, i loro creatori) sono stati comunque presi di mira dalle autorità russe, che sono riuscite a risalire agli autori di una delle proteste tramite l’uso di telecamere di sorveglianza: dopo aver identificato gli artisti, li hanno portati in tribunale e condannati a pagare una multa. “Finora si sono fortunatamente limitati a questo“, aggiunge il creatore dei primi picchetti.
Intanto, di giorno in giorno, la schiera di partecipanti alla protesta si ingrandisce, con le foto che vengono pubblicate quotidianamente sul profilo Instagram ufficiale, contestualizzate, geo-localizzate (quando possibile) e numerate. “Stiamo puntando a raggiungere i mille picchetti. Vogliamo pensare che tutto si fermerà quando saremo arrivati a quella cifra. Ma, meglio ancora, ci auguriamo che la guerra possa finire prima…“.
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