Nella cittadina polacca di Przemysl, al confine con l’Ucraina, la street artist italiana Laika ha realizzato un poster-murales dedicato a tutti i migranti, dal titolo All Refugees Welcome – Come with me.
Una bionda ragazza ucraina -in posa da supereroe ma con in braccio un neonato- prende per mano una donna con il burka e una bambina africana con un salvagente, dicendo loro “Come with me” (“Venite con me“) e, tutte e tre insieme, scappano dalle bombe che le stanno minacciando: questa è l’opera dal titolo “All Refugees Welcome”, realizzata dalla street artist italiana Laika MCMLIV.

Il poster-murales è comparso nei giorni scorsi in una location altamente simbolica: la cittadina polacca di Przemysl, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, uno dei principali punti di accesso all’Europa per i profughi provenienti da Leopoli, in fuga dalla guerra.
Qui sorge anche uno dei più grandi centri di accoglienza per i rifugiati ucraini di tutta la Polonia, retto da volontari di tutto il mondo, a cui è stata consegnata parte degli aiuti umanitari della missione di solidarietà promossa da eHabitat nelle scorse settimane.
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“Tutti i rifugiati devono essere accolti”
Il messaggio di “All Refugees Welcome” arriva chiaro e immediato, nella sua semplicità, come spesso solo l’arte riesce a fare: tutti i migranti in fuga dalle guerre, di qualsiasi parte del mondo, hanno il diritto all’accoglienza.
“L’Europa, di fronte ad una delle crisi umanitarie più importanti in termini numerici dalla Seconda Guerra Mondiale ha, in pochissimo tempo, messo in moto una macchina dell’accoglienza perfetta -spiega l’artista, che sul suo sito si definisce “attacchina” e “donna che con ironia interpreta la realtà”, celebre anche per una sua creazione dedicata a Patrick Zaki– Circa 4,4 milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina in meno di due mesi. Varcato il confine hanno ricevuto solidarietà, amore, cibo, un posto sicuro dove dormire, una nuova vita, un visto facilmente rinnovabile, giocattoli per i bambini, psicologi per i traumi provocati del conflitto. Per la prima volta ho visto un’Europa unita nei valori della solidarietà, dell’accoglienza. Dell’umanità“.
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Ma è davvero tutto così perfetto? “Purtroppo è difficile non riscontrare una disparità di trattamento nei confronti di altri rifugiati che scappano da altre guerre ugualmente atroci e sanguinose“, aggiunge Laika.
E punta quindi il dito contro l’ambiguità delle politiche migratorie polacche ed europee: “La Polonia, che accoglie più di un milione di profughi ucraini, da mesi, al confine con la Bielorussia, respinge quelli provenienti da Afghanistan, Iraq e Pakistan, costringendoli a vivere (e morire) nei boschi, in una striscia di terra larga appena 100 metri, senza alcun riparo. È ancora più incredibile se pensiamo ai numeri dei flussi migratori dell’intera rotta balcanica e del Mediterraneo: nulla in confronto. Eppure non riusciamo ad aiutarli. Non vogliamo aiutarli. Questo fa pensare che per l’Europa esistono esseri umani di serie A e di serie B“.

La dedica di All Refugees Welcome
Il poster murale è dedicato ad Andrea Costa -presidente dell’Associazione romana Baobab Experience e accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver aiutato alcuni migranti- “e a tutti coloro sotto processo perché salvano vite“.
Commenta amaramente l’autrice: “Due pesi e due misure [vengono applicati] anche per chi si occupa di accoglienza: se operi al confine ucraino sei un eroe, se lo fai a Ventimiglia un trafficante“.
Laika conclude con un appello alle istituzioni europee e ai singoli governi: “Chi fugge da un conflitto, da miseria, disastri naturali e violazioni dei diritti umani ha lo stesso diritto di essere accolto ed inserito progressivamente nella società. Ne siamo capaci: adesso abbiamo le prove. Applichiamo un principio fondamentale. Quello dell’uguaglianza“.
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