Dune di Denis Villeneuve, il kolossal fantascientifico dal romanzo di Frank Herbert, trionfa con sei statuette alla notte degli Oscar 2022.
Il fatto
In Dune, i un futuro remoto l’umanità è divisa in casate in lotta costante per il possesso della Spezia. Un alimento che conferisce immensi poteri. Oggetto della contesa è il pianeta di Arrakis dove la Spezia è originaria. Su di esso si scontreranno le Casate degli Atreides e degli Harkonnen…
Il commento
La cerimonia degli Oscar 2022 è forse una delle più chiacchierate. Dallo schiaffo di Will Smith, alla controversa vittoria come miglior film di CODA – I segni del cuore di Sian Heder. Oppure per la polemica, legittima, sul perché numerose categorie di premi sono state decurtate nel corso della trasmissione. Si trattava delle categorie tecniche, sacrificate in favore di quelle più “artistiche”. L’impressione data è di voler dividere le categorie in “serie A” e in “serie B”. Ovviamente è una distinzione sbagliatissima in quanto arte e tecnica coesistono. Una non può esistere senza l’altra. L’aspetto visivo di un film è importantissimo, fin dalle prime inquadrature. Una sorta di biglietto da visita sensoriale per lo spettatore. La porta per entrare nel mondo dove il film ti vuole portare.
Ancora più importante se questo è un mondo lontano da qualsiasi coordinata spazio-temporale. Fondamentale in vicende fantasiose e/o fantascientifiche. Vicende che si staccano dal nostro mondo e si aprono verso l’infinitamente lontano. Verso un remoto passato o un futuro ancora più remoto e ignoto. Come il mondo di Dune di Denis Villeneuve. Si tratta del film che, a questa edizione degli Oscar, ha portato a casa più statuette proporzionate al numero di candidature. Tutte di premi tecnici: Miglior Fotografia, Miglior Scenografia, Miglior Sonoro, Miglior Montaggio, Migliori Effetti Speciali e Migliore Colonna sonora.
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Il film si ispira alla prima parte del romanzo di Frank Herbert Dune, pubblicato nel 1965. Dopo essere stata annunciata l’uscita del lungometraggio per il 18 dicembre 2020 essa è stata rimandata al 1 ottobre 2021 a causa della situazione pandemica. Ciò ha dato l’occasione alla pellicola ad essere presentata Fuori Concorso alla 78 Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia.
Prima della versione di Villeneuve il romanzo era stato già trasposto due volte: prima al cinema nel 1984 con la tribolata e controversa versione di David Lynch; poi in televisione con la miniserie Il destino dell’universo (2000) creata da John Harrison. Per non parlare di un progetto faraonico ma morto anzitempo a metà degli anni ’70 da parte del regista surrealista Alejandro Jodorowsky.
L’ispirazione, racconta Herbert, nacque una decina di anni prima della pubblicazione del romanzo. Tutto nasce dalla preparazione per un articolo: «L’articolo mi aveva condotto a Florence, nell’Oregon: una cittadina costiera che aveva dei guai con le dune di sabbia. […] Nel preparare l’articolo del giornale su questo progetto, scoprii che il problema delle dune di sabbia mi aveva affascinato. […] Ho letto più di 200 libri, articoli, rapporti e saggi scientifici sull’ecologia delle regioni aride, sulle comunità del deserto, sugli adattamenti degli animali e degli uomini a deserti di ogni tipo, dal Gobi al Sonora, al Sahara, al Kalahari. Vi meravigliereste, sapendo quanto materiale potete trovare, su argomenti come questo, in qualsiasi biblioteca».
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La vicenda si ambienta in un Impero Galattico in cui l’umanità si è diffusa nell’Universo 24.000 anni in avanti nel futuro. I viaggi interstellari sono possibili grazie a un particolare alimento chiamato Spezia. Una sostanza psicotropa che permette di avere un aumento della durata della vita, amplifica le percezioni fino ad arrivare ad una sorta di visoni del futuro. Questa viene prodotta dai vermi delle sabbie, creature colossali e mostruose che vivono nel pianeta desertico di Arrakis, detto anche Dune.
Il pianeta è al centro di una faida secolare fra le principali casate dell’Impero. In particolare fra la Casa Atreides e la Casa Harkonnen. Quando l’Impero assegna lo sfruttamento di Dune e della raccolta della Spezia alla casa Atreides, per gli Harkonnen (che l’avevano posseduto fino a quel momento) è il casus belli definitivo.
Questo sarebbe in realtà un antefatto a qualcosa di più: il film innanzitutto è una lotta per il potere con dei toni che richiamano pericolosamente all’attualità. Le grandi casate possiedono armi di distruzione di massa (Herbert quando scrisse il romanzo si è ispirato però al clima della Guerra Fredda).
Non solo: la lotta si consuma ai danni un popolo indigeno, quello dei Fremen. Essi hanno imparato per generazioni a vivere nelle limitazioni del deserto. Ad esempio sono in grado di distillare l’intera acqua del corpo tramite delle particolari tute, indispensabili per muoversi fra le sabbie. A loro è legato un culto animistico verso le grandi creature che vivono fra le dune. Non solo, il popolo Fremen ha avviato un progetto per riportare la vegetazione e l’acqua sulla superficie di Arrakis. Da una parte le “multinazionali” dell’Impero, i progressisti degli Atreides, e la feroce industrializzazione degli Harkonnen.
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Al centro l’ultimo erede di casa Atreides, Paul (Timothée Chalamet) che diventerà l’ago della bilancia che determinerà i destini di questi mondi. Ma questa è un’altra storia che dovrà essere ancora raccontata. Si sta iniziando da poco la lavorazione della seconda parte di Dune. Il viaggio per ora si è interrotto, ai margini delle sabbie. Ma ci torneremo presto.
Scheda film di Dune
- Titolo originale: Dune – Part One;
- Regia: Denis Villeneuve;
- Soggetto e sceneggiatura: Eric Roth, Jon Spaiths, Denis Villeneuve dall’omonimo romanzo di Frank Herbert;
- Interpreti: Timothée Chalamet (Paul Atreides), Rebecca Ferguson (Lady Jessica Atreides), Oscar Isaac (Duca Leto Atreides), Josh Brolin (Gurney Halleck), Stellan Skarsgård (Barone Vladimir Harkonnen), Charlotte Rampling (Gaius Helen Mohiam), Dave Bautista (Glossu “Bestia” Rabban Harkonnen), Jason Momoa (Duncan Idaho, Zendaya (Chani), Javier Bardem (Stilgar)
- Origine: USA, Canada 2021
- Durata: 155’
- Temi: CINEMA, RISORSE ENERGETICHE, ACQUA