Italia K2, il documentario della leggendaria spedizione italiana alla conquista della Grande Montagna, in sala grazie al restauro e a un nuovo montaggio della Cineteca di Bologna
Un nuovo montaggio e un nuovo commento musicale per Italia K2 per raccontare l’epica scalata di una delle vette più difficili al mondo da parte della spedizione guidata da Ardito Desio nel 1954.
Il commento
La Cineteca di Bologna è, ad oggi, uno delle più importanti cineteche a livello europeo. Fondata nel 1963 come Commissione Cinema e, successivamente come Cineteca del Comune di Bologna. La vera svolta avviene nel 2012 quando assume il titolo di Fondazione, con un proprio archivio, e due sale cinematografiche nella propria sede, nel cuore del capoluogo emiliano. Divenuta un punto di ritrovo immancabile per studenti e cinefili grazie al Cinema Ritrovato, rassegna in attivo dal 1986 che riporta in sala restauri di film rari (a volte considerati perduti) o meno. In altre parole la Cineteca da decenni riporta in vita il cinema rendendolo nuovamente fruibile non solo ad un pubblico di appassionati. In essa si respira la vera atmosfera di un modo di vedere i film d’altri tempi.
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La Cineteca permette di intraprendere viaggi nella memoria filmica e in quella storica collettiva. Un esempio? Nel 1953 l’Italia di De Gasperi era nel pieno fermento della ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il morale, dopo un periodo di crisi così terribile, deve essere il più alto possibile. Allo stesso tempo molte nazioni premevano sul governo del Pakistan affinché approvasse una spedizione alpinistica.
Dal 1902 al 1953 si sono susseguiti cinque tentativi di scalata di una delle cime più difficili dell’Himalaya: il K2, definita la “Grande Montagna”. Il K2 è la cima oltre gli 8000m più complessa da scalare. È molto più ripido rispetto all’Everest e ha passaggi alpinistici impegnativi anche ad alta quota. Ci sono distanze enormi dal campo base al centro abitato più vicino e una assoluta imprevedibilità climatica.
Queste premesse non sono ottime. Si aggiunga il fatto che le ultime due spedizioni si erano concluse con la morte di alcuni dei loro membri – il milionario Dudley Wolfe nel 1939 è morto dopo essere stato travolto da una valanga e i suoi resti sono stati ritrovati solo nel 2002. Per dire che, quando il governo De Gasperi l’ha spuntata nell’ottenere l’autorizzazione, nel 1954, elevatissima era la tensione non solo logistica che si era creata.

La spedizione è guidata da Ardito Desio. Fra i membri vi erano gli alpinisti Walter Bonatti, Achille Compagnoni, Lino Lacedelli; l’ingegnere Pino Galotti e il cineamatore Mario Fantin. Quest’ultimo, membro della sezione bolognese del Club Alpino Italiano, fu scelto in quanto stimato documentarista e fotografo di montagna. Suo il materiale che documenta l’impresa dell’ascensione del K2 da parte della spedizione di Desio. Queste riprese sono entrate a far parte in un film documentario uscito nel 1955, Italia K2.
L’importanza di questo materiale è molteplice. Rappresenta un documento di storia dell’alpinismo in quanto si tratta della prima spedizione che ha conquistato la cima della montagna. Ma è anche importantissimo a livello nazionale: allora il K2 divenne la “montagna degli italiani”.
Da qui la necessità di conservare questo materiale. Da qui il restauro che ha effettuato la Cineteca di Bologna delle riprese di Fantin. Un lavoro che è culminato il 21 febbraio 2021 con la proiezione in Piazza Grande a Bologna del risultato. Con un nuovo commento sonoro dal vivo diretto da Timothy Brock. Il film è programmato in sala per il mese di febbraio 2022 all’interno della rassegna l’Immagine Ritrovata.
Questa nuova versione di Italia K2 si prefissa di restituire completamente lo sguardo di Fantin. Per far ciò lo si è liberato dalla retorica dell’epoca compreso il commento audio messo su indicazione del CAI.

Cosa vediamo quindi? Passiamo da riprese quasi etnografiche, a spiegazioni di quanto si trattasse di un’impresa costantemente sull’orlo del fallimento. Estremamente difficile anche per alpinisti esperti. La macchina da presa si sofferma più che sulle cime, sui volti, sui gesti, sulle azioni che si incastrano tutte come le rotelle di un orologio. La montagna è qualcosa sullo sfondo, minacciosa. Il K2 ha un commento sonoro a base di timpani da creatura antidiluviana sulla quale gli esploratori salgono la groppa.
Dopo di che si passa alla scalata vera e propria. Si passa da cieli tersi alle bufere di neve, alle pareti ripidissime di ghiaccio, ai campi di poche tende a strapiombo sul vuoto. C’è anche la morte in questo spazio: quella di Mario Puchoz sepolto fra due lastre di roccia sul fianco della montagna.
Alla fine c’è il respiro del successo di quella cima conquistata il 31 luglio. Fantin si è fermato a poco più di 6000 metri. Ma ha dato indicazioni precise sulle riprese a Compagnoni e Lacedelli. Loro giunsero alla vetta. La ripresa doveva essere effettuata ad altezza occhi in modo da dare l’idea una soggettiva. E l’effetto è quello. Uno sguardo che dà ragione a tutti gli sforzi per arrivarci.
Italia K2 | Scheda film
- Regia: Mario Fantin (riprese), Marcello Baldi (regia versione del 1955);
- Soggetto: Marcello Baldi, Dino Bertoletti, Lionello De Felice;
- Origine: Italia 1955 – 2021;
- Durata: 60’;
- Temi: CINEMA, MONTAGNA, ALPINISMO.
