In Italia, dal 1 gennaio 2022, è scattato il divieto di allevamento, riproduzione e uccisione di animali da pelliccia.
Dal 1 gennaio in Italia è scattato il divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di animali da pelliccia come visoni, volpi e cincillà.
Elisabetta Canalis scrive a Conte e chiede la chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia
La Commissione Bilancio del Senato ha, infatti, approvato l’emendamento alla legge di Bilancio 2022 della senatrice Loredana De Petris (Leu) e altri senatori, voluto dalla LAV, che mette al bando gli allevamenti di animali allo scopo di produrre pellicce.
L’unica deroga consentita riguarda gli allevamenti già esistenti.
Per tutti gli allevatori che, inevitabilmente, perderanno l’attività, sono stati stanziati 3 milioni di euro di indennizzo.
Questo emendamento permette di salvare i visoni riproduttori presenti negli allevamenti in funzione fra Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo. Questi allevamenti erano stati provvisoriamente chiusi dal Ministero della Salute a causa della pandemia. Molti animali trovati positivi al Covid o presunti tali erano stati uccisi.
Pellicce: il video per scoprire cosa o meglio chi sono
“Oggi inizia una nuova epoca di civiltà nella quale i nostri figli avranno difficoltà a credere che un tempo gli animali venivano allevati per poi strappare loro la pelliccia“ ha dichiarato Simone Pavesi, responsabile Area Moda Animal Free di LAV.
“Sono tre legislature che mi batto per arrivare a questo grande risultato, finalmente la vittoria”, afferma Michela Vittoria Brambilla. “L’Italia è il ventesimo Paese europeo che introduce divieti o severe restrizioni a questa attività: meglio tardi che mai. Con la chiusura degli allevamenti di visoni si realizza un sogno che le associazioni di protezione animale hanno coltivato per decenni nel nostro paese e che altrove in Europa, da ultimo in Irlanda e Francia, è già diventato realtà.”
Il decreto regola anche l’eventuale cessione degli animali a strutture autorizzate. C’è, inoltre, l’obbligo di sterilizzazione nel rispetto delle procedure indicate dal Ministro della Salute per la prevenzione della diffusione di zoonosi.
[Photo by Jo-Anne McArthuron Unsplash]
