Peste suina africana, in 114 comuni di Piemonte e Liguria stop a numerose attività a contatto con la natura per arginare il diffondersi del virus.
Peste suina africana, è arrivata l’ordinanza congiunta dei ministeri della Salute e dell’Agricoltura.
L’ordinanza si è rivelata necessaria dopo che, lo scorso fine settimana, sono stati trovati nell’Alessandrino tre cinghiali morti per il virus.
Attività sospese nelle zone infette
Sono saliti a 114 (78 in Piemonte e 36 in Liguria) i comuni inseriti nella “zona infetta” da Peste suina africana. In questi 114 comuni viene vietata la caccia, il trekking, il mountain biking, la pesca e la raccolta di tartufi e funghi.
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Ci saranno, dunque, forti limitazioni per le attività all’aria aperta.
Le uniche eccezioni riguardano la caccia selvatica selettiva del cinghiale, le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici e delle piante.
Al momento i cinghiali trovati morti per questa malattia sono quattro.
L’ordinanza precisa che queste disposizioni “si applicano anche alle Regioni a statuto speciale e alle provincie autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione”.
Le disposizioni sono efficaci per sei mesi.
Peste suina africana, scatta l’allarme in Piemonte e Liguria
Come si legge sul sito della Regione Piemonte, “La Peste suina africana è una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce solo i suidi domestici e selvatici causando un’elevata mortalità. Non si trasmette all’uomo, quindi non ci sono rischi per la popolazione. Il virus è molto stabile, rimane infettante per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate sul territorio viene inattivato solo dalla cottura e da specifici disinfettanti“.
Nel frattempo, come annuncia Confagricoltura, cominciano ad arrivare i primi stop alle esportazioni di carni e salumi made in Italy. Per il momento lo stop è arrivato dai seguenti paesi: Svizzera, Kuwait, Cina, Giappone e Taiwan.
Secondo i dati di Cia-Agricoltori Italiani, sono a rischio le esportazioni per un valore di 1,7 miliardi di euro.
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