L’albero di Natale del Vaticano è un abete secolare proveniente da Andalo. In molti si sono lamentati per il taglio della maestosa pianta chiedendosi se questo sacrificio fosse proprio necessario.
L’albero di Natale del Vaticano è un abete rosso di 113 anni, alto 28 metri, proveniente da Andalo, in provincia di Trento.
Il fatto che un maestoso albero secolare venga sacrificato per abbellire Piazza San Pietro ha generato diverse polemiche.
L’Albero Europeo dell’Anno 2021 è la millenaria Carrasca di Lecina
Le proteste
La consigliera provinciale di Europa Verde, Lucia Coppola, ha, infatti, pubblicato su Facebook una foto dell’abete e scritto: “Eccolo lì, bello sano imponente. Mancherà al paesaggio e a chi lo amava. Per la vanità umana di un istante che niente ha a che vedere col senso più profondo del Natale.”
La consigliera ha anche aggiunto una giusta riflessione sul fatto che: “il senso profondo del Natale passa attraverso la cura del Creato e si rivolge ormai a cittadini consapevoli del fatto che anche le tradizioni possono trasformarsi coi tempi e aderire a pratiche meno impattanti e più ecologiche. Nel rispetto di tutte le sensibilità e senza voler colpevolizzare nessuno credo sia giusto riflettere anche alla luce di una rinnovata e diffusa sensibilità ambientale.”
In un comunicato stampa, Nando Bonessio, presidente della commissione capitolina, Sport, benessere e qualità della vita e Guglielmo Calcerano assessore ai Lavori pubblici e Patrimonio del Municipio Roma X, ed esponente di Europa Verde aggiungono: “Il maestoso abete rosso di 113 anni sradicato ad Andalo, in Trentino Alto Adige, e destinato ad abbellire Piazza San Pietro è una ferita per la natura e per il Natale. Indubbiamente il Papa, sempre attento ai temi ambientali, non era informato. Ma chi ha gestito per lui la vicenda non ha compreso il danno che ha provocato a un’intera comunità. Un dolore per tutti i cittadini, che si sono visti privare di un elemento fondamentale, anche se proveniente dalla gestione forestale sostenibile certificata“.
L’illuminazione dell’albero si terrà venerdì 10 dicembre in Piazza San Pietro.
[Foto: Facebook @lucia.coppola.77128]
Non capisco perché il papa lo abbia accettato esistono dei bellessimi alberi finti che possono sostituirlo sia per le dimensioni che per la bellezza lasciando in pace la natura che già sta troppo soffrendo per le nostre stupidaggini
Ho appena letto la notizia dell albero di 113 anni che è stato ucciso solamente per essere esibito in vaticano per natale. Ma che senso ha? Cosa c entra l albero di Natale col cristianesimo? È un simbolo pagano non certo cristiano. Io condanno fermamente questa scelta. Ma cosa aveva in testa questo papa per una scelta così scellerata? Non si fa altro che parlare di cambiamenti climatici, di fenomeni estremi e questo papa si è permesso di acconsentire e richiedere l abbattimento di un albero che ha resistito a 2 guerre mondiali e a chissà quanti altri avvenimenti importanti . Se solo l albero potesse parlare…. Mi vergognerei se fossi nel papa. Spero che questo commento venga letto da questo papa, che non è il mio papa. Neppure rispetto per il nome che ha scelto. San Francesco, mai avrebbe fatto un orrendita’ simile. Anche Dio condanna questo sacrificio in nome di cosa poi…. Lascio la mia mail e chiedo pubblicamente al papa di scrivermi e rispondere a questo mio commento che spero pubblicherete.
Aggiungo un ultima cosa. Pensavo che il detto “predica bene e razzola male” valeva solo per i preti. No no purtroppo vale anche per il papa. Per questo attuale però…. Che tristezza
113 anni per l’effimera gioia di pochi giorni, ma uno finto magari con materiali di riciclo no eh?
Se scendesse davvero da quella croce, sai che repulisti che farebbe!!!!
L’albero sarebbe stato in ogni caso tagliato e oggi sarebbe già in segheria, anziché in Piazza san Pietro. Il Comune di Andalo fa parte di un consorzio che gestisce le foreste in modo sostenibile con piani di diradamento mirati. che servono a mantenere in salute i boschi. Perché non si dà l’informazione completa?
Sarà anche così,
ma se i piani di diradamento prevedono che si abbatta un albero di 113 anni,
forse questi stessi piani andrebbero rivisti e rivalutati.
I boschi se la cavano bene anche senza l’intervento umano,
come d’altronde han sempre fatto.
Mi scusi se sarò un po’ franco: se lei vuole rivalutare e/o cambiare i piani di gestione forestale, le conviene studiare – e molto – scienze forestali. Così può capire come si progetta, si realizza e si gestisce un piano di gestione forestale. Le sarà chiaro perché si fanno certe scelte piuttosto che altre, studiando e ascoltando gli esperti. Dopo di che, se lei trova come migliorarlo ben venga!
Ovviamente i boschi se la sono cavata anche senza gli esseri umani, ma temo che il modo in cui se sa la sono cavata non le piacerebbe.
Poi sono il primo a sostenere che sia necessario riservare aree ai boschi selvatici. Anzi le dirò di più: metà della Terra (Half Earth) dovrebbe essere riservata al mondo selvatico, come da anni sostiene E.O. Wilson. Ma si fa in maniera intelligente.
Beh, un trasporto dal profondo Nord a Piazza S.Pietro non mi risulta costi un’inezia, non ci vuole la laurea in Economia e Commercio! Se proprio era da segheria, tra materia prima e trasporto risparmiato, qualcosa di buono per la Comunità ci usciva, e Zì prete si arrangiava col plasticone!…
Terrorizzante. Già, terrore e panico. Queste le sensazioni provocate dalle riflessioni su di un avvenimento di tale portata. Purtroppo non ho potuto evitarmi di congetturare sul potere nefando delle lobby che, a vario titolo, traggono inverosimili profitti dalla devastazione di boschi, foreste e habitat naturali. Questa gente infame avrà ben pensato che, per contrastare la crescente presa di coscienza e sensibilizzazione delle popolazioni mondiali riguardo le problematiche ambientali, bisognava dare segnali forti e simbologicamente inequivocabili. Nella loro perversione, l’abbattere un albero prestigioso e non farlo furtivamente ma in grande stile e con ridondanza mediatica, piazzandolo in uno dei luoghi più famosi al mondo, sotto il balcone del capo di una organizzazione religiosa che conta più di un miliardo di seguaci e che personalmente si è schierato a difesa dell’ambiente, gli sarà sembrato un ottimo modo per affermare la propria superiorità ed indipendenza da qualsiasi regola e legge, morale, etica e giuridica. Pensando solo alle innumerevoli vittime umane di tutti i settori (giornalisti, ambientalisti, guardie forestali, interi popoli..) sacrificatesi sull’altare della difesa ambientale, questa simbologica affermazione di potenza incontrastabile non può che farmi riflettere. Ed il pensiero mi terrorizza.
Accolgo questa contestazione con un senso di sollievo. Sollievo perché se lo spessore dell’argomento in questione è questo vuol dire che stiamo bene, che non abbiamo argomenti più gravi di cui occuparci! Ho fatto rifare il tetto di casa mia ed ho usato dei puntoni in legno. Avrei potuto usare dei puntoni in plastica? Non so. Comunque vicino a casa mia non c’erano alberi così alti. Pur possedendo un bosco in montagna con degli abeti “martellati” dalle guardie forestali, (martellati questo è il termine usato a indicare gli alberi maturi per essere abbattuti e far spazio permettendo così ai più piccoli di svilupparsi) i puntoni per il tetto di casa mia sono stati lavorati da una segheria vicino a me con alberi importati dall’Austria e dalla Francia. Si vede che fare il boscaiolo in Italia non conviene più.
Ecologicamente parlando, meglio un pino vero che uno di plastica. Siamo sommersi dalla plastica.