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Buy Nothing Day vs Black Friday, è lotta al consumismo frenetico

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Buy Nothing Day vs Black Friday, è lotta al consumismo frenetico ultima modifica: 2021-11-26T00:01:53+01:00 da Carla Clúa Alcón
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Il Buy Nothing Day si celebra lo stesso giorno del Black Friday per dire basta allo shopping per 24 ore e cade oggi 26 novembre 2021

Carrelli degli acquisti straripanti, conto alla rovescia fino a mezzanotte, pronti, partenza e via! Il Black Friday, il venerdì di novembre dedicato agli sconti e ai prezzi al ribasso, è diventato uno degli appuntamenti promozionali più importanti in tutto il mondo. Esso è strategicamente situato nel calendario: rappresenta l’occasione perfetta per approfittare di prezzi vantaggiosi e acquistare i primi regali di Natale risparmiando.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Il Black Friday, che quest’anno si celebra oggi 26 novembre, ha anche un lato “black”. Gli sconti provocano un massiccio aumento degli acquisti, che spesso cessano di essere razionali. Ciò implica a sua volta un aumento della produzione, dei trasporti e dei consumi, con gravi ripercussioni sull’ambiente.

La risposta al Black Friday è quella del Buy Nothing Day, la Giornata del Non Acquisto. Un giorno dedicato alla critica del consumismo e nel quale esiste soltanto una regola: non comprare nulla per tutte le 24 ore.

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La storia del Buy Nothing Day, la giornata del non acquisto

Nato nel Canada nel 1992, il Buy Nothing Day si è diffuso negli Stati Uniti per poi arrivare in Europa. Oggi, sono già 60 i Paesi che lo celebrano. Quelli che decidono di aderirvi vogliono dimostrare di non essere “schiavi del consumismo”, cercando di far riflettere i consumatori sulle loro abitudini e sulla possibilità di fare acquisti in un modo più ragionato, sostenibile e rilassato.

Con il messaggio “Riciclare fa bene – ridurre fa meglio!”, la campagna si concentra sulla promozione di un consumo etico e responsabile, sul riciclaggio, sul riutilizzo e, in definitiva, sulla riduzione di ciò che consumiamo.

I siti che diffondono il Buy Nothing Day lo descrivono come una disintossicazione dal consumismo” e un’opportunità di “entrare in sintonia con l’impatto che abbiamo sull’ambiente attraverso lo shopping”, ricordando che “come consumatori, dobbiamo mettere in discussione i prodotti che acquistiamo e sfidare le grandi aziende che li producono“.

Ci sono serie questioni che collegano lo shopping al consumismo e al cambiamento climatico. Secondo il sito del movimento nel Regno Unito, i Paesi occidentali -che rappresentano solo il 20% della popolazione mondiale- consumano oltre l’80% delle risorse naturali della Terra, causando dei danni ambientali sproporzionati e una distribuzione iniqua della ricchezza.

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Il Black Friday, tra consumismo e globalizzazione

Nel 1924, i grandi magazzini statunitensi Macy’s hanno proposto una giornata di sconti senza precedenti dopo il Thanksgiving Day, il Giorno del Ringraziamento, per dare avvio allo shopping natalizio. L’evento ebbe così tanto successo che diversi negozi decisero di aderire alla proposta. Fu soltanto negli anni ’80, però, che il Black Friday si affermò come un vero e proprio evento nazionale, superando poi i confini degli States e arrivando in tutto il mondo.

Inizialmente il Black Friday era un evento che durava soltanto un giorno, ma negli ultimi anni esso è diventato una maratona che può durare fino a una settimana e che culmina con il Cyber Monday, il lunedì successivo al Black Friday dedicato allo shopping tech.

Con l’ascesa dell’e-commerce, soprattutto a causa del Covid, il Black Friday si è spostato dai centri commerciali ai siti web. È così che, comodamente dalle loro poltrone, sempre più persone colgono l’occasione per riempire i propri carrelli smisuratamente, ignorando alcune delle conseguenze di questi atti irrazionali, come  l’eccessivo consumo delle risorse, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, che porta all’aumento del divario tra le Nazioni ricche e quelle povere, oltre all’intensificarsi del cambiamento climatico.

Buy Nothing Day vs Black Friday, è lotta al consumismo frenetico ultima modifica: 2021-11-26T00:01:53+01:00 da Carla Clúa Alcón

Laureata in giornalismo, vive a cavallo tra l'Italia e la Spagna. Nata nel 1996 a Tarragona (Catalogna), sta conseguendo una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali all'Università di Torino. Ha lavorato in diversi media spagnoli, televisione, radio e giornali. Le sue passioni sono viaggiare, scrivere, conoscere la politica e imparare le lingue –ne parla sei!-. Amante del buon cibo, è sempre alla ricerca del sole e del mare.

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