eruzione del vulcano di la palma

Spagna, un mese di lava e di paura, cronologia dell’eruzione del vulcano di La Palma

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Spagna, un mese di lava e di paura, cronologia dell’eruzione del vulcano di La Palma ultima modifica: 2021-10-19T07:23:39+02:00 da Carla Clúa Alcón
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Drammatica situazione dopo l’eruzione del vulcano di La Palma in Spagna lo scorso 19 settembre. Migliaia di edifici sono stati distrutti e centinaia di persone hanno perso tutto

Il 19 settembre alle ore 14.13 è iniziata, con grande sorpresa di tutti, l’eruzione del vulcano Cumbre Vieja, vicino alla città di El Paraiso, sull’isola spagnola di La Palma. Questa rappresenta la prima eruzione sull’isola da quella del Teneguía nell’ottobre 1971 e la prima nelle Isole Canarie dal sottomarino El Hierro nel 2011. Un mese dopo, la lava non si ferma e la situazione rimane drammatica: centinaia di persone hanno perso tutto e migliaia di edifici sono stati distrutti.

Cronologia dell’eruzione

Tra il 7 ottobre 2017 e il 25 giugno 2021, nella parte meridionale di La Palma, sono state registrate un totale di otto serie sismiche, note come sciami sismici. Uno studio scientifico pubblicato all’inizio del 2021 ha già rilevato alcune anomalie nella valle dell’Aridane che suggerirebbero una possibile “riattivazione” del suo suolo. Tuttavia, lo stesso studio ha riconosciuto che in circa l’80% delle situazioni con questo tipo di anomalia non si sono verificate eruzioni.

All’alba di sabato 11 settembre 2021 è iniziato un nuovo sciame sismico a bassa intensità nel sud dell’isola e fino a domenica si sono verificati 31 movimenti sismici. Lunedì 13 sono stati raggiunti 1.500 movimenti sismici nell’area del parco naturale Cumbre Vieja, che hanno portato all’attivazione dell’allerta gialla -livello 2 su 4- del Piano Speciale per la Protezione Civile e l’Attenzione alle Emergenze del Rischio Vulcanico delle Isole Canarie.

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I terremoti si sono intensificati fino a domenica 19 settembre, quando si è riscontrato che la deformazione dell’isola, dovuta alla pressione che il magma esercita sulla crosta terrestre, ha innalzato l’area della possibile eruzione di circa 15 centimetri. Nonostante questa situazione, si è deciso di non aumentare le misure precauzionali e solo il Cabildo di La Palma ha deciso di avviare l’evacuazione di almeno 40 persone con mobilità ridotta e parte del bestiame della zona.

E proprio lo stesso giorno è iniziata l’eruzione nella pineta chiamata Hoya de Tajogaite. Le autorità si sono dispiegate sul terreno, stimando che il numero totale degli sfollati potesse superare le 10.000 persone. Nel corso delle 16 ore successive si sono prodotte tre colate laviche, raggiungendo un’altezza di sei metri. Più di 5.000 persone sono state evacuate dai quartieri più vicini, tra cui centinaia di turisti.

La lava del vulcano raggiunge il mare
La lava del vulcano raggiunge il mare (European Space Agency)

La situazione tragica nell’isola di La Palma si è prolungata nelle settimane successive, caratterizzata da flussi costanti di lava. Il 29 settembre essa ha raggiunto il mare e le autorità hanno chiesto alla popolazione di sigillare porte e finestre con nastro adesivo e asciugamani per il rischio di fumi tossici. Il 12 ottobre è crollata una porzione della parete nord del cratere del vulcano, nuove colate laviche hanno così raggiunto i centri abitati, come quello di Todoque.

L’eruzione del vulcano Cumbre Vieja ha lasciato delle drammatiche immagini della lava che inghiotte case, terreni e diversi edifici storici, mentre migliaia di persone in fuga cercano di salvare il salvabile. Infatti, centinaia di persone hanno perso tutto e in totale sono circa 7.000 gli evacuati da quando il vulcano ha eruttato il 19 settembre. Secondo il programma europeo Copernicus, l’area colpita è di 680 ettari e sono stati distrutti circa 1548 edifici.

A tre giorni dall’eruzione, il capo del governo regionale delle Isole Canarie, Angel Victor Torres, aveva già dichiarato che i danni ammontavano a più di 400 milioni di euro e che è necessario l’aiuto finanziario dell’Unione Europea per ricostruire l’isola.

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I danni ambientali dell’eruzione

L’eruzione del vulcano ha anche provocato una situazione disastrosa per l’ambiente. Si stima un’emissione nell’atmosfera di anidride solforosa (SO2) tra le 6.140 e le 11.500 tonnellate al giorno. Secondo gli esperti, questa massa potrebbe persino raggiungere il Mar Mediterraneo attraverso il Nord Africa. Allo stesso modo, l’espulsione di cenere e polvere fino ad altezze di 6000 metri ha originato una nuvola che ha viaggiato verso est, cadendo sotto forma di sabbia fina su altre isole più remote.

Con l’arrivo della lava al mare il 29 settembre si è prodotta una nuvola di gas tossici, costituita principalmente di acido solforico (H2SO4), acido cloridrico (Hcl) e acido fluoridrico (HF), così come un aumento della temperatura dell’acqua dopo aver ricevuto la lava a più di 1000°C.

L’advisor di Pevolca e responsabile del Piano d’Azione Insulare contro il Rischio Vulcanico, Carmen Romero, riconosce al giornale ABC che dal primo minuto dell’eruzione di questo vulcano si sapeva che sarebbe stato terribile. “Eravamo consapevoli di dove fossimo e di quanto fosse popolata la zona, dei danni che avrebbe causato. Era una distruzione che già si profilava nel peggiore degli incubi”.

Purtroppo, i dati analizzati dai ricercatori non permettono prevedere la conclusione dell’eruzione del vulcano di La Palma a breve o medio termine. Si può soltanto aspettare che l’eruzione si arresti ma, per il momento, nessuno degli indicatori segna che questo incubo stia per finire.

[Immagine in copertina: Eduardo Robaina – Wikimedia]

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Laureata in giornalismo, vive a cavallo tra l'Italia e la Spagna. Nata nel 1996 a Tarragona (Catalogna), sta conseguendo una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali all'Università di Torino. Ha lavorato in diversi media spagnoli, televisione, radio e giornali. Le sue passioni sono viaggiare, scrivere, conoscere la politica e imparare le lingue –ne parla sei!-. Amante del buon cibo, è sempre alla ricerca del sole e del mare.

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