Uno dopo l'altro di Valerio Gnesini

Uno dopo l’altro, il cortometraggio di Valerio Gnesini omaggia l’ambientalismo che crede nel futuro

in Ambiente|Cinema
Uno dopo l’altro, il cortometraggio di Valerio Gnesini omaggia l’ambientalismo che crede nel futuro ultima modifica: 2021-09-30T08:52:21+02:00 da Alberto Pinto
da

Uno dopo l’altro è il nuovo cortometraggio del regista Valerio Gnesini. Tra suspense e poesia, il racconto ingegnoso di un ambientalismo impulsivo, da tramandare di cuore in cuore.

Uno dopo l'altro di Valerio Gnesini
I protagonisti di Uno dopo l’altro sul set di Valerio Gnesini

Un uomo anziano convince una bambina a seguirlo in un bosco. La vanga, l’inquietante taccuino pieno di tacche e l’aria burbera dell’ottimo Ivano Marescotti ci inducono a temere per il peggio, ma ciò che accadrà laggiù è un gesto senza tempo che unirà indissolubilmente i due, il passato ed il futuro.

È il linguaggio accattivante di Uno dopo l’altro, corto applaudito e premiato nel mondo, che sin dal titolo gioca con l’equivoco per svelare al pubblico il suo messaggio di amore per la natura e condivisione di valori importanti.

Il riferimento è di quelli più raffinati e va ricercato tra i capostipiti del genere. Una storia da tramandare, così come il suo messaggio, proprio come è capitato allo stesso regista Valerio Gnesini, che ha raccontato ad eHabitat la nascita del suo film. “L’idea di Uno dopo l’altro è nata perché da tantissimo tempo ho in casa il libro L’uomo che piantava gli alberi. Di recente ho regalato a mio nipote una bellissima versione pop-up. La sua tematica è super ricorrente e mi è quindi venuta la voglia di raccontare questa storia in un modo nuovo, diverso e non banale”.

L’uomo che piantava gli alberi, un romanzo più attuale che mai

Uno dopo l’altro, infatti, riesce efficacemente a far vivere la stessa magia del racconto di Jean Giono, con un originale appeal cinematografico e tenendo conto dell’assetto mentale del nostro tempo. “L’idea di giocare con gli stili e con l’inganno narrativo è venuta perché io e Renato Billi, che ha scritto con me il cortometraggio e che mi aiuta nella scrittura di tutti i miei progetti, desideravamo dar forma alla storia in maniera non scontata. Volevamo anche raccontare il momento storico in cui viviamo. Seguendo il film, la prima reazione è quella di pensare male. Abbiamo giocato anche su quello, sull’ambiguità della situazione tra l’anziano e la bambina, implementata anche dall’utilizzo della musica, che rafforza il dramma e rende tutto più diretto ed immediato”.

Risolto il mistero, gli spettatori possono abbandonare le conclusioni affrettate a cui erano giunti e rileggere la storia con nuovi occhi. Sottraendola ad un mondo indifferente, che distrugge la natura invece di crearla, l’anziano protagonista coinvolge la piccola nell’amorevole gesto di piantare un albero. Un gesto che ha compiuto molte volte in passato, ma che è altrettanto fondamentale ripetere ancora.

Uno dopo l'altro, Ivano Marescotti e Sibel Dalia Selo
Ivano Marescotti e Sibel Dalia Selo durante le riprese di Uno dopo l’altro

L’idea era quella di mandare un messaggio, di tramandare, di lasciare qualcosa di costante nel tempo”, prosegue Valerio Gnesini. “Quest’uomo pianta alberi da tanti anni, non si sa con precisione da quanto, ma si intuisce dalla grandezza dei fusti e dalla quantità che il suo lavoro è stato costante nel tempo e che ha dedicato la sua vita, o almeno una gran parte di essa, all’ambiente, nel proprio piccolo. La rivoluzione nasce proprio da noi stessi, il cambiamento deve avvenire prima di tutto in noi, nella vita così come rispetto all’ambiente”.

Quello della rivoluzione è un tema molto presente in Uno dopo l’altro. Senza dare lezioni e senza toni pedagogici, il corto di Valerio Gnesini ci fa riscoprire la possibilità di guardare in noi stessi, di migliorarci, di condividere con gli altri la nostra esperienza, di prenderci cura a vicenda nel tempo, anche attraverso la tutela del Pianeta.

Il corto non vuole essere una pubblicità progresso. Il nostro intento non è quello di insegnare qualcosa a qualcuno”, racconta Valerio Gnesini. “Tramandare l’amore per la natura, o mandare un messaggio, implica l’essere pronti o avere la voglia di ricevere sentimenti e insegnamenti. Se pensiamo a chi getta la plastica in un parco, a chi getta le cicche a terra pur avendo il cassonetto a pochi metri, o ancora a chi spreca l’acqua tenendo ininterrottamente i rubinetti aperti, è ovvio che più messaggi si mandano e più si spera che vengano recepiti. Si può provare a far capire a chi è più piccolo che determinati gesti hanno delle conseguenze, che a volte sono molto più gravi del gesto in sé. Ogni rivoluzione e ogni cambiamento, però, cominciano sempre dentro di noi. Non sono mai stato uno molto radicale nelle cose. Nel proprio piccolo si può iniziare con semplici azioni come mangiare meno carne, prendere poco l’aereo o consumare poca acqua”.

Ed è proprio nell’azione di piantare un albero che in Uno dopo l’altro si incontrano due mondi apparentemente lontani, ma avvicinati da uno slancio comune, quasi un impulso istintivo verso la natura e la sua vivifica bellezza. Un impeto che si può scorgere anche nello spirito dei giovani protagonisti dei più recenti movimenti mondiali a carattere green.

Uno dopo l'altro, Ivano Marescotti
Ivano Marescotti in una scena di Uno dopo l’altro

L’uomo in sé non può riuscire da solo a cambiare dei meccanismi del sistema in cui viviamo, ormai così grandi e rodati. Pensiamo agli aeroplani, alle navi, ai fiumi che si riversano nel mare o a tanto altro. Il singolo può incidere fino ad un certo punto”, osserva il regista. “Ci sono realtà talmente radicate nelle nostre vite che sono in parte insostituibili. A mio avviso, però, l’attuale movimento green sta riuscendo a muovere qualcosa in alto, e questo aspetto è di estrema importanza. Anche i giovani possono dare ai più anziani un insegnamento davvero potente. A volte i più grandi pensano, dal loro punto di vista, che soltanto loro hanno ‘fatto gli anni ‘70’. Ma anche oggi c’è gente che fa politica, che si confronta nei centri sociali, gente che si sbatte, che si attiva e che vince delle battaglie. Il nostro è un periodo storico in cui il movimento green può tranquillamente essere paragonato ad un movimento degli anni ‘70”.

Con Uno dopo l’altro, Valerio Gnesini mette insieme squisitezza cinematografica e grande nobiltà di contenuti per raccontarci uno scambio prezioso. Così come accade per gli alberi, è importante seminare nel mondo amore, saggezza, sani valori e voglia di mettersi in discussione.  Coltivare le coscienze in modo stimolante, affinché i grandi di domani possano godere dei frutti e ripetere la magia.

Transumanza Tour, un viaggio al ritmo di musica nell’Italia della nuova ruralità sostenibile

Uno dopo l’altro sarà proiettato nell’ambito della 24esima edizione del Festival CinemAmbiente, di cui eHabitat è media partner, in programma a Torino dall’1 al 6 ottobre 2021.

Uno dopo l’altro, il cortometraggio di Valerio Gnesini omaggia l’ambientalismo che crede nel futuro ultima modifica: 2021-09-30T08:52:21+02:00 da Alberto Pinto
Tags:
Uno dopo l’altro, il cortometraggio di Valerio Gnesini omaggia l’ambientalismo che crede nel futuro ultima modifica: 2021-09-30T08:52:21+02:00 da Alberto Pinto

Beneventano, laureato in comunicazione audiovisiva. Appassionato di cinema, serie televisive, viaggi e di tutto ciò che è arte e comunicazione. Creativo, curioso e sognatore, ama immergersi nelle storie e scoprirne dettagli e sfaccettature. Per eHabitat scrive di musica e di cinema

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Ambiente

Go to Top