Dubai, pioggia artificiale per combattere un’ondata di caldo che ha toccato i 50 gradi

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Dubai, pioggia artificiale per combattere un’ondata di caldo che ha toccato i 50 gradi ultima modifica: 2021-08-31T06:49:13+02:00 da Carla Clúa Alcón
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Dubai ha pagato 15 milioni di dollari per provocare pioggia artificiale con droni e contrastare il caldo asfissiante

La tecnologia è diventata la nostra grande alleata per semplificarci la vita, e ora anche per cambiare il clima. Il governo di Dubai ha deciso di ricorrere a una pioggia artificiale per contrastare l’ondata di caldo anomala che ha portato i termometri a raggiungere i 50ºC.

Si tratta di una pioggia finta creata a partire da droni e aerei che fulminano le nuvole attraverso una carica elettrica. Questa carica aumenta notevolmente la probabilità che le gocce cadano sotto forma di pioggia e che, quindi, possano rinfrescare il territorio.

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I droni “seminano” le nuvole con getti di ioduro d’argento o ghiaccio secco che, nelle condizioni giuste di temperatura e umidità, favoriscono la condensazione e provocano la precipitazione.

Il progetto di 15 milioni di dollari è stato finanziato dagli Emirati Arabi Uniti e Dubai è stata la prima città a sperimentare l’uso di droni per provocare pioggia e contrastare il caldo. Metodi simili sono stati usati in vari paesi, tra cui Stati Uniti e Cina non per aumentare le precipitazioni, ma per cercare di diminuire l’inquinamento nel cielo come accadde nelle Olimpiadi di Pechino del 2008.

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I risultati a Dubai sono stati evidenti: le strade si sono riempite di acqua fino al punto che in alcune zone del paese sono stati segnalati avvisi meteorologici. Il Centro Meteorologico Nazionale degli Emirati Arabi Uniti ha condiviso diversi video delle piogge torrenziali che ha vissuto la nazione in questi giorni. Un chiaro contrasto con la tendenza degli Emirati, uno dei paesi in cui piove meno al mondo.

Nonostante sia una tecnica totalmente artificiale, non sembra che essa sia dannosa per l’ambiente dato che non prevede l’uso di sostanze chimiche. Secondo alcuni studi, queste tecniche di cloud seeding potrebbero aumentare le precipitazioni fino al 35%, sebbene altri mettono ancora in dubbio la loro efficacia.

[Immagine in copertina: Centro Meteorologico Nazionale degli Emirati Arabi Uniti]

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Laureata in giornalismo, vive a cavallo tra l'Italia e la Spagna. Nata nel 1996 a Tarragona (Catalogna), sta conseguendo una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali all'Università di Torino. Ha lavorato in diversi media spagnoli, televisione, radio e giornali. Le sue passioni sono viaggiare, scrivere, conoscere la politica e imparare le lingue –ne parla sei!-. Amante del buon cibo, è sempre alla ricerca del sole e del mare.

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