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Smart working, una guida al lavoro da casa per proteggere l’ambiente

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Smart working, una guida al lavoro da casa per proteggere l’ambiente ultima modifica: 2021-07-20T07:09:00+02:00 da Redazione eHabitat.it
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Lavorare da remoto può fare la differenza, creando un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e riducendo l’impatto delle proprie azioni sull’ambiente. E le professioni da poter svolgere sono molte di più di quanto ci si aspetta.

Molti lavoratori costretti a restare a casa durante la pandemia hanno dovuto adattarsi a lavorare da remoto per un lungo periodo. E sembra che, una volta terminata l’emergenza sanitaria, lo smart working rimarrà una realtà permanente, dato che la sua efficacia è superiore ad ogni aspettativa.

Conoscevamo già alcuni i vantaggi dello smart working, sia per i datori di lavoro che per i dipendenti: secondo alcuni studi, questa modalità può portare a un aumento della produttività, a diminuire lo stress e a una riduzione del turnover dei dipendenti, oltre a un abbattimento dei costi di gestione degli immobili e degli uffici per i gestori delle aziende. Ma soprattutto è apparso chiaro agli occhi il suo impatto ambientale positivo.

In Irlanda gli edifici rurali abbandonati saranno utilizzati per lo smart working fuori dalle città

Grazie allo smart working si riducono le emissioni di gas serra, il consumo di combustibili fossili, l’inquinamento atmosferico e i rifiuti di carta e plastica. Si può cominciare a fare la differenza nel mondo anche cambiando la routine lavorativa quotidiana e di conseguenza l’impatto delle proprie azioni sull’ambiente.

Il lavoro a distanza ha molti vantaggi rispetto ai tradizionali lavori d’ufficio. Flessibilità, autonomia ed equilibrio tra lavoro e vita privata sono sicuramente alcuni dei più ovvi, ma il vantaggio più significativo è quello di eliminare totalmente il pendolarismo.

Smart working e natura, due elementi conciliabili

Si riducono quindi i tempi di inattività e aumenta la quantità di tempo per lavorare durante il giorno, ma soprattutto non usare i mezzi di trasporto significa meno emissioni. Basti pensare che gli autoveicoli e gli autocarri di cilindrata media e pesante sono responsabili dell’82% delle emissioni del settore dei trasporti.

La digitalizzazione dei documenti per i lavoratori da remoto ha portato a un minore utilizzo della carta da parte delle aziende. Senza la necessità di documenti cartacei, si riduce drasticamente l’enorme quantità di carta utilizzata ogni anno.

Il lavoro a distanza sta avendo un notevole impatto positivo sul consumo energetico in tutto il mondo, a cominciare da bollette più basse per luoghi di lavoro e uffici fisici. Secondo il World Economic Forum, il consumo di energia è diminuito complessivamente con l’inizio del lavoro da casa a causa della pandemia.

Banksy in smart working, i suoi iconici ratti imbrattano il bagno

Il lavoro a distanza offre addirittura l’opportunità di ridurre l’uso della plastica o comunque di eliminarlo il più possibile. Stando a casa, la plastica che si adopera normalmente in un ufficio non viene utilizzata, ad esempio i coperchi monouso delle tazze, gli involucri dei cibi da asporto o le bottigliette d’acqua.

Soprattutto in un momento in cui il cambiamento climatico è più presente che mai, dobbiamo iniziare a pensare a ciò che ognuno di noi può migliorare. Questo include anche la ricerca di modi più sostenibili di lavorare.

Stiamo assistendo alla crescita dei cosiddetti lavori sostenibili, chiamati “green”, ovvero basati sul rispetto dell’ambiente, esattamente come la Green Economy. Nello specifico, sono definite green le occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale.

Ma il panorama dei lavori sostenibili è più ampio di quello che si pensa. Non è necessaria infatti la parola “ambientale” nella descrizione della professione: puoi essere un insegnante, un programmatore di computer, un analista aziendale o uno scrittore e lavorare da remoto grazie a una tecnologia e a software sempre più potenti e affidabili. L’insegnamento online infatti è una pratica ormai comune nelle scuole, ma è anche possibile trovare offerte di lavoro per insegnanti su siti specializzati (ne trovate uno qui). Anche gli scrittori, i revisori di bozze e i traduttori sono da annoverare tra le professioni da poter svolgere da remoto e includere nel pacchetto green, come anche chi svolge professioni strettamente correlate al web, tra cui i progettisti di siti, i programmatori o le nuove figure lavorative come i gestori di social media.

Tutte queste professioni, grazie alla possibilità di essere svolte da remoto, possono trasformarsi in lavori green, con un minore impatto sulle emissioni legate ai trasporti, all’uso di plastica, carta, etc.

Smart working: da condizione obbligata a scelta sostenibile

Il futuro, secondo gli esperti, sarà quello quindi di un mondo agile dal punto di vista lavorativo. Se prima della pandemia lo smart working era poco utilizzato, gravato anche da pregiudizi che lo relegavano a una modalità lavorativa di serie B, adesso il ricorso al lavoro agile tende ad essere la modalità lavorativa prevalente. E un fattore decisivo che porta a propendere verso questa scelta anche dopo la pandemia è l’ottimizzazione delle risorse, in primo luogo di quelle ambientali.

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