ReCommon denuncia le attività delle lobby fossili

ReCommon svela gli interessi dell’industria fossile nel Recovery Plan

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ReCommon svela gli interessi dell’industria fossile nel Recovery Plan ultima modifica: 2021-07-01T06:51:34+02:00 da Fabiana Re
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Decine di incontri con i ministeri e attività di lobbying: così il settore dei combustibili fossili ha messo le mani sul Recovery Plan. La denuncia di ReCommon

E se vi dicessimo che il PNRR (o Recovery Plan), quell’iniezione di denaro che dovrebbe favorire la transizione ecologica dell’economia italiana, è stato plasmato dagli interessi del settore dei combustibili fossili? È questa la tesi dell’ultimo report di ReCommon, dall’evocativo titolo Ripresa e Connivenza.

La “resilienza” è soppiantata dalla “connivenza”, il tacito consenso nei confronti di un’azione colpevole. Quel tacito consenso del Governo alle pressioni di imprese fossili per incassare una cospicua fetta dei fondi del Recovery Plan, come viene raccontato nel report.

ReCommon svela gli incontri tra ministeri e imprese fossili

Il report snocciola i numeri della capillare attività di lobbying condotta negli ultimi mesi dall’industria fossile. Da quando è stato annunciato il Recovery Plan, nel luglio del 2020, fino a oggi, questa è riuscita a ottenere almeno 102 incontri con i ministeri incaricati di redigere il piano.

Facendo i conti, si tratta di una media di oltre due riunioni a settimana: un’agenda impegnativa. Primeggiano per numero di meeting Eni e Snam, con almeno 20 incontri ufficiali a testa. Grazie ai loro rapporti privilegiati con lo Stato “sono riuscite a trasformare il Piano di Ripresa italiano in un ricettacolo di false soluzioni”, denuncia ReCommon.

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Chi sedeva dall’altro lato del tavolo durante gli incontri? Il Ministero dello Sviluppo Economico ha giocato un ruolo chiave nell’orientare il Recovery Plan. Ad acquisire una sempre maggiore centralità è stato però il neonato Ministero della Transizione Ecologica guidato da Roberto Cingolani. Dallo scorso febbraio il ministero ha avuto oltre tre incontri a settimana con il comparto fossile, di cui 18 alla presenza del ministro.

Il sostegno all’idrogeno blu

Gli argomenti di conversazione dei frequenti incontri sono quelli più controversi quando si parla di transizione ecologica: idrogeno, cattura e stoccaggio di anidride carbonica, biometano. I frutti delle pressioni delle lobby fossili sono evidenti soprattutto nel settore dell’idrogeno blu, ovvero prodotto da gas.

Secondo ReCommon i finanziamenti complessivi dedicati all’idrogeno sono più che quadruplicati dalla prima versione del PNRR a quella trasmessa alla Commissione europea, passando da 1 a 4,2 miliardi. Non è difficile leggere gli interessi in gioco: per Eni l’idrogeno è un espediente per stimolare la produzione di gas, per Snam uno stratagemma per prolungare la vita delle sue infrastrutture fossili. Il tutto dirottando le risorse da investimenti in fonti realmente rinnovabili.

L’intervento della Commissione Europea

È servito l’intervento della Commissione Europea per porre un freno alle avidità delle lobby fossili. Durante le consultazioni di maggio questa ha richiesto l’esclusione dell’idrogeno blu dai progetti del PNRR e maggiori garanzie di tutela ambientale. Il governo si è affrettato a ridurre gli investimenti nell’idrogeno: rimangono sul piatto 2,6 miliardi, oltre a 1,9 miliardi dedicati al biometano. Nel Piano sono tuttavia mantenuti dei sistemi che permetterebbero comunque a Eni e Snam di agire per i propri interessi.

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La denuncia di ReCommon

“E’ disarmante la facilità con la quale le lobby del fossile sono riuscite a influenzare le scelte dei governi rispetto a un Piano di investimenti che condizionerà non poco il futuro del Paese”, constata Alessandro Runci di ReCommon. Nella sua lettura il PNRR riproduce lo stesso sistema che ha causato le crisi che viviamo attualmente ed è frutto di un processo decisionale accentrato, in cui lo spazio per il dissenso è ridotto all’osso. “Ci fa comprendere la necessità di riconquistare dal basso spazi di democraticità, senza i quali sarà impossibile vincere battaglie epocali come quella per la giustizia climatica.

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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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