giornata mondiale delle tartarughe

Giornata Mondiale delle Tartarughe, gli animali plastificati del Mediterraneo

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Giornata Mondiale delle Tartarughe, gli animali plastificati del Mediterraneo ultima modifica: 2021-05-23T00:01:02+02:00 da Carla Clúa Alcón
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Oggi 23 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Tartarughe, una delle specie a rischio di estinzione e più minacciate dalla plastica nel Mediterraneo

“Tartarughe plastificate” del Mediterraneo. Così le ha definite uno studio che conferma che la plastica creata dall’uomo è già una parte intrinseca del corpo di alcuni animali come balene, delfini e soprattutto tartarughe. Oggi 23 maggio è la Giornata Mondiale delle Tartarughe, una ricorrenza creata nel 2000 dall’impegno dell’American Tortoise Rescue con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio di estinzione di questa specie.

Lo studio, condotto dall’Istituto per la diagnosi ambientale e gli studi sull’acqua (IDEA-CSIC) e l’Università di Barcellona, ha dimostrato per la prima volta l’accumulo di additivi chimici associati alla plastica nei tessuti muscolari delle tartarughe marine del Mediterraneo. Sebbene l’impatto fisico negativo dell’ingestione di plastica fosse già noto, non era stata dimostrata la presenza degli additivi nei loro corpi.

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Le più colpite, le tartarughe Caretta caretta, ingeriscono plastica e altri rifiuti che galleggiano nel mare perché li confondono con il loro cibo abituale, le meduse e i calamari. Questo impatto, insieme a quello della pesca accidentale e all’eccessiva urbanizzazione sulle coste in cui nidificano, le colloca come “specie vulnerabili” nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Gli oceani, nidi di plastica

Non si sa esattamente quanta plastica accumulano gli oceani. Secondo Greenpeace, 8 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno raggiungono i mari (un peso equivalente a 800 Tour Eiffel). Ogni secondo, 200 chili di spazzatura sono versati negli oceani e si stima che in totale ci siano 50 miliardi di frammenti di plastica nelle acque. Lo studio d’IDEA-CSIC rivela la presenza di plastificanti nelle 44 tartarughe analizzate, i cui livelli di concentrazione vanno dai 6 ai 100 nanogrammi per grammo di muscolo.

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Le tartarughe esistono da 200 milioni di anni e sono riuscite a vivere durante tutto questo tempo in armonia nei mari e negli oceani. Purtroppo, ci siamo abituati a vedere le immagini di tartarughe impigliate negli attrezzi da pesca o che galleggiano tra cannucce e sacchetti di plastica. Ora, però, non solo si sa che questi rifiuti plastici fanno male al loro stomaco, ma anche che gli additivi chimici possono avere conseguenze più gravi nel loro corpo.

La Giornata Mondiale delle Tartarughe è una buona occasione per riflettere sulle condizioni della specie e aumentare la consapevolezza sulla presenza di plastica nei mari. Un grave problema non solo per le specie marine, ma anche per la preservazione della biodiversità e del pianeta blu.

Giornata Mondiale delle Tartarughe, gli animali plastificati del Mediterraneo ultima modifica: 2021-05-23T00:01:02+02:00 da Carla Clúa Alcón

Laureata in giornalismo, vive a cavallo tra l'Italia e la Spagna. Nata nel 1996 a Tarragona (Catalogna), sta conseguendo una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali all'Università di Torino. Ha lavorato in diversi media spagnoli, televisione, radio e giornali. Le sue passioni sono viaggiare, scrivere, conoscere la politica e imparare le lingue –ne parla sei!-. Amante del buon cibo, è sempre alla ricerca del sole e del mare.

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