Secondo un nuovo studio, le balene con il becco potrebbero essere resistenti alle mutazioni del clima e quindi all’attuale cambiamento climatico
I cambiamenti dell’ecosistema sono normalmente una minaccia per le specie animali e vegetali. La distruzione degli habitat, gli incendi o la deforestazione sono soltanto alcune delle cause che provocano le estinzioni. C’è una specie, però, che sembra sfuggire a questa tendenza. Si tratta delle Mesoplodonte di Gray, meglio note come “balene con il becco”.
Secondo un nuovo studio delle università di Exeter e di Copenhagen, queste balene hanno una forte resilienza ai cambiamenti dell’ecosistema. “La popolazione è raddoppiata circa 250 mila anni fa, in coincidenza con un periodo di maggiore produttività dell’Oceano Antartico ed elevata temperatura del mare”, sostiene la dottoressa dell’Università di Exeter e autore del progetto, Kirsten Thompson.
Le balene con il becco vivono negli oceani profondi dell’emisfero australe e la loro vita e il loro comportamento sono rimasti un mistero per gli scienziati fino ad ora, dato che sono raramente sono state viste vive. Lo studio ha utilizzato il sequenziamento del genoma di 22 balene spiaggiate sulla costa del Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda per indagare sulla storia della popolazione negli ultimi 1,1 milioni di anni.
Cambiamento climatico, a rischio gli animali artici
Lo studio ha concluso che le balene con il becco potrebbero essere resistenti alle mutazioni del clima e quindi all’attuale cambiamento climatico. “I nostri risultati suggeriscono che il numero di balene con il becco è rimasto relativamente stabile negli ultimi 1,1 milioni di anni”, sostiene Thompson.
Purtroppo, la ricerca sulla specie non è stata semplice in quanto i dati di osservazione sono impossibili da ottenere. Le balene con il becco sono piccole -di circa cinque metri– e trascorrono la maggior parte del loro tempo immerse nelle acque profonde per nutrirsi di calamari. E questa difficoltà non è relativa solo alle balene con il becco. “Dobbiamo capire come le diverse specie potrebbero rispondere ai cambiamenti, ma ci manca una conoscenza dettagliata di molti animali, in particolare delle balene di acque profonde”, sostengono gli autori dello studio.
Le balene muoiono di fame, la causa è del cambiamento climatico
La ricerca ha dimostrato come gli strumenti genomici possono aiutare a rivelare la storia passata, lo stato attuale e i potenziali cambiamenti nel prossimo futuro nelle popolazioni di animali enigmatici. Nel caso delle balene con il becco, si è visto che la popolazione non ha nessuna “struttura genetica”, suggerendo che le balene lasciano il loro gruppo di nascita e si spostano ampiamente in tutto il loro raggio di azione dell’emisfero meridionale.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, rappresenta una buona notizia per almeno una specie. Nonostante ciò, l’attività umana continua a minacciare la conservazione di molti altri animali e, purtroppo, la resilienza ai cambiamenti dell’ecosistema non è una caratteristica ricorrente tra le specie.
