Allergie e cambiamenti climatici

Allergie e cambiamenti climatici. Più polline nell’aria a causa del riscaldamento globale

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Allergie e cambiamenti climatici. Più polline nell’aria a causa del riscaldamento globale ultima modifica: 2021-03-10T06:25:47+01:00 da Fabrizio Simone
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Allergie e cambiamenti climatici. Un nuovo studio condotto nel Nord America dimostra che, rispetto al 1990, la stagione delle allergie inizia 20 giorni prima, dura 10 giorni in più e presenta un significativo 21% di polline in più. La causa va, purtroppo, ricondotta ai cambiamenti climatici.

Allergie e cambiamenti climatici, qual è la correlazione?

La stagione delle allergie arriva sempre prima e la colpa è del riscaldamento globale.

La notizia trova conferma nei dati recentemente pubblicati su Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences).

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I ricercatori hanno esaminato campioni di polline raccolti tra il 1990 e il 2018 da 60 stazioni di monitoraggio dei pollini tra Stati Uniti e Canada, gestiti dal National Allergy Bureau.

Il risultato?

La stagione tanto temuta dagli allergici inizia 20 giorni prima, dura 10 giorni in più e presenta un significativo 21% di polline in più rispetto al 1990.

Attraverso metodi statistici e simulazioni è stata analizzata la correlazione tra l’aumento delle temperature e l’andamento dei pollini.

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Ecco, dunque, che, a causa dell’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera e delle temperature medie più alte, si ha una maggior produzione di allergeni per un periodo di tempo più lungo.

Il riscaldamento globale influenza anche i venti, dunque i pollini vengono trasportati in aree più ampie che in passato.

Secondo i ricercatori, il contributo del cambiamento climatico causato dall’uomo è stato più incisivo nel periodo compreso tra il 2003 e il 2018. Questo dato riflette, probabilmente, l’effetto cumulativo del riscaldamento globale, ma è dovuto anche a un incremento del numero di stazioni di monitoraggio analizzate.

Lo studio dimostra che il riscaldamento globale è un problema serio che va affrontato il prima possibile. Questo significativo aumento della produzione di polline è, infatti, fonte di gravi disagi per moltissime persone. Il cambiamento climatico, da solo, è responsabile di circa l’8% della quantità di polline in aumento.

Questa situazione rappresenta un pericolo per tutte le persone che soffrono di problemi respiratori seri, come l’asma. 

[Photo by Brittany Colette on Unsplash]

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Nato a Torino, dopo aver conseguito la laurea in Dams si iscrive a un master in progettazione della comunicazione digitale. Oltre a scrivere, lavora come guida al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Nel tempo libero si dedica alle sue passioni che comprendono il cinema e la lettura di libri e fumetti.

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